Riccardo Ripoli "Signore, chi è che ti tradisce?"

Vangelo: Gv 7,37-39
Quando si parla di tradimento la prima cosa che ci viene alla mente sono le questioni di sesso, tradire moglie o marito, fidanzato o fidanzata, avere l'amante. Ma il tradimento è ben altro, è fuggire da una persona con il cuore pur restando sotto lo stesso tetto, è amare nel silenzio qualcuno che non sia chi
abbiamo sposato, è andare contro un principio che sentiamo nostro solo per opportunismo o egoismo. Tradire è credere in Dio e bestemmiare o inseguire il denaro, il potere, il sesso senza limiti per un proprio tornaconto. Tradire è essere eletto ad una carica e non fare il bene della comunità ma il proprio o quello di una cerchia ristretta di persone. Tradire è non investire nell'affido da parte dei servizi sociali. Tradire è questo e molto, molto di più.
Ogni tradimento comporta dolore in chi lo subisce nell'immediato, ma anche la persona che si allontana, prima o poi, capirà che il suo gesto, il suo andare via, il suo rinnegare valori, principi ed amore che ci sono stati dati, e quando ciò accadrà sarà come una montagna che ci frana addosso, sarà come svegliarsi da un sogno, da una vita idealizzata e capire che forse forse non era tutto così brutto come lo pensavamo.
Tanti i ragazzi che in un modo o in un altro, come è nello spirito dell'affido, se ne sono andati per la loro strada, qualcuno con un abbraccio, altri sbattendo la porta, i più ricercando qualcosa che desse loro maggiore soddisfazione, più libertà, la maggior parte dei quali idealizzando la famiglia di origine, vedendola come la soluzione ai loro problemi: niente più regole, studiare basta grazie, lavorare ancora meno. Ma il mondo sappiamo bene cosa ci richiede e prima o poi saremo messi davanti alle nostre responsabilità.
Molti i ragazzi, molte le "fughe" verso un mondo migliore, ma anche tante le lacrime che in seguito abbiamo dovuto asciugare di chi ha sposato la persona sbagliata e sono state botte e denunce e figli portati via, di chi ha rinunciato a studiare e oggi non trova lavoro facendo la fame, di chi ha lasciato una sicurezza per ritrovarsi in mezzo ad una strada.
A. aveva 17 anni, un padre spacciatore e contrabbandiere di armi, una persona che aveva perso la potestà genitoriale (cosa rara nell'affido) e l'obbligo di non avere contatti con il figlio. La sorella di A, più grande di lui, una volta uscita dalla comunità dove era, contattò il padre che, tramite lei e di nascosto, si mise in contatto con A.
Gli promise una bella vita fatta di ferrari, alberghi di lusso, soldi a palate e lui ci credette, tanto che al compimento del diciottesimo anno di età se ne andò via con lui rinnegando tutto, andando anche contro il parere di tribunale e servizi sociali. Un mese dopo l'idillio finì e si ritrovò per la stradaa vivere in una baracca nell'interland milanese. A volte il tradimento di valori e principi ha un costo molto alto nella vita.

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