don Carlo Occelli "Tesoro!"

Vangelo: Mt 13,44-52
Tesoro.
Parola che accende in ognuno sfumature diverse. Da bambini, fruitori consapevoli o meno di Stevenson o Salgari o di altri romanzieri, chi non ha sognato di calarsi in mille avventure alla ricerca di qualche forziere segreto?

E alla caccia di tesori nascosti uomini di ogni tempo hanno abbandonato tutto per partire nelle località più sperdute della terra.
Quando gli uomini cercano un tesoro sono un portento, si trasformano. Basta guardare i ragazzi quando partono per una caccia al tesoro.
Penso agli innamorati: il tesoro che è quel lui o quella lei ti fanno cambiare tutto nella vita, non vedi altro che il suo splendore e trovi l'energia di stravolgere completamente il tuo stile di vita. E gli occhi di una mamma o di un papà mentre guardano al proprio figlio? Portano nell'iride l'immagine stessa del tesoro, luccicanti.
Così è il regno dei cieli. Tre semplici e chiari esempi di Gesù.
Il regno è simile ad un tesoro nascosto: Gesù parla della gratuità e della sorpresa che non sono un prodotto del nostro impegno. La vita di fede è un dono. Non basta la buona volontà: oggi spesso siamo abituati ad avere tutto e subito ciò che desideriamo, basta un portafoglio pieno e disponibile. Così non è per il regno di Dio. Capita di trovarlo questo tesoro, che è Dio e il suo regno, quasi per caso. Proprio come quell'uomo anonimo del vangelo: lo trova per caso, "inciampando" in esso.
Eh eh, attenzione ai casi della vita, in essi si nasconde il tesoro. Chi ha fede questo lo sa bene: succede di partecipare ad un incontro, ad una Messa, ad un campeggio... e improvvisamente trovi il tesoro. Incontri una persona sotto i portici, osservi una scena, ammiri un albero una montagna una farfalla... e si accende qualcosa.
Dio è così amici. Sorprende.
Allora la gioia avanza, inaspettata e gratuita. E ti fa cambiare. Tutto. Ma è la gioia del tesoro a muovere l'uomo. Seguire Cristo non è una rinuncia alla vita, ma un tuffo nella gioia.
O non è niente.
Senza gioia noi cristiani siamo insipidi e non credibili.
Se Dio non ti ha mai sorpreso, se non è nata in te l'intuizione di essere di fronte ad un tesoro... allora hai sbagliato a leggere il vangelo. Non può essere quello di Matteo.
Lui l'aveva trovato il tesoro. Seduto al banco delle imposte poteva comprarsi tutto nella vita, tranne la gioia del tesoro più prezioso. E quando il rabbi di Nazareth puntò gli occhi e il dito su di lui, Matteo riconobbe il tesoro. Si alzò e lasciò tutto.
Anni dopo si mise a raccontarlo. Ancora sentiva il brivido nel cuore.
Lasciamoci sorprendere dal regno di Dio in questa settimana. Tranquilli, ci saranno dei segni da riconoscere.
C'è un altro lato della medaglia, ecco il secondo esempio di Gesù. La vita di fede è certo un dono che non produciamo, ma è anche legato alla ricerca. Il credente è sempre in movimento, in un costante dinamismo esodale. Simile ad un cercatore di perle!
È fantastico questo modo di intendere il regno da parte di Gesù. Non si sta a guardare, bisogna muoversi, cercare. I cristiani sono cercatori instancabili di perle preziose!
La vita, e la fede, sono veramente un mistero di cui cerchiamo continuamente il senso. Non arriviamo mai a comprenderla, ma non vogliamo smettere di cercare. Spesso siamo tentati di volere capire tutto nella vita e finiamo talvolta col non capirne niente!
L'interrogarsi, il domandare, il cercare perle... sono il modo migliore per trovare il senso alla vita. Solamente quando cerchiamo stiamo già trovando.
Cercatori di perle: in questi giorni che ho davanti cercherò bellezza dentro me e attorno a me. Perché la perla è simbolo di bellezza, di preziosità, come il tesoro di sopra.
Resistiamo alla tentazione di essere cercatori di tutte le cose che nel mondo non vanno bene. Cerchiamo le perle, cerchiamo bellezza, trasfiguriamoci in bellezza.
L'altro è perla preziosa.
Così fa Dio per noi. Sei prezioso ai miei occhi, dice Dio all'uomo. Sei il mio tesoro. Come non lasciarci stupire da questo coraggio di Dio? Io sono il tesoro di Dio... ma ce ne rendiamo conto?
Dai, nel tran tran di ogni giorno, regalati qualche istante in cui ricordarti di essere il tesoro di Dio.
E se anche lui fosse la nostra perla preziosa per noi?
Infine nell'ultimo esempio Gesù paragona il regno ad una rete gettata nel mare, essa raccoglie pesci buoni e pesci cattivi. Qualcosa di simile a ciò che Gesù proponeva con l'esempio della zizzania e del seme buono.
Di cosa parla Gesù riferendosi alla fine del mondo, alla divisione dei pesci, al regno dei cieli?
Il regno dei cieli non è quello che verrà, non è un mondo ipotetico del futuro. Inizia ora. Con la tua fede, con la tua ricerca di perle preziose e la tua gioia contagiosa. Solo così c'è la fine di un mondo vecchio e l'inizio di un mondo nuovo: la rivoluzione del regno conosce il tempo al presente, non al futuro.
La venuta degli angeli riguarda anzitutto il regno dei cieli qui ed ora. Chi sono questi angeli che separano i cattivi dai buoni?
Ognuno di noi è chiamato a farsi angelo, mediatore del mondo nuovo, costruttore del mondo nuovo. I primi cristiani hanno osato essere nel loro contesto mediatori e costruttori di un mondo nuovo, del regno di Dio. Angeli in terra. Così il vangelo è arrivato fino a noi.
Oseremo anche noi così tanto?

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