don Giovanni Berti " Il potente seme della Parola di Dio"
XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/07/2014)
Vangelo: Mt 13,1-23
Penso davvero che la celebrazione della Messa domenicale è lo specchio della vita reale dell'intera comunità cristiana e del singolo cristiano. Da come una comunità cristiana vive l'appuntamento domenicale si può capire come vive la vita cristiana
ogni giorno, tutti quanti, prete compreso.
Dalla mia posizione alta sull'altare osservo quel che accade giù dai gradini, e mi piace osservare l'atteggiamento della comunità nel suo complesso e anche i singoli. Il mio non è uno sguardo intento a giudicare, ma solo un punto di osservazione per meglio conoscere e comprendere chi ho davanti e domandarmi, come prete che presiede il rito, cosa fare perché la Messa sia più possibile vissuta bene e con frutto. Ovviamente osservo anche me stesso e mi accorgo che non ho davvero nessun diritto di giudicare nessuno, perché anche io sono alla fin fine sotto lo sguardo di Dio Padre che vede e ama tutti allo stesso modo.
Uno dei momenti più importanti della Messa è proprio quello dell'ascolto della Parola di Dio, nella prima parte della celebrazione. Mi domando spesso in che modo questa Parola viene ascoltata e come io la ascolto. Non è una semplice lettura di testi antichi, ma in quel momento, proprio perché dentro un momento di preghiera, è l'ascolto di Dio che parla e vuole seminare nel nostro cuore la sua Parola di vita.
E' proprio come la semina di cui parla Gesù nel Vangelo, e Matteo l'evangelista, ricorda questo paragone che il maestro ha usato per parlare di se e dei suoi insegnamenti donati ai singoli apostoli e al popolo intero.
La Parola di Dio è un seme potente, potentissimo e ricco di vitalità. Se un seme di grano al tempo di Gesù poteva al massimo produrre altri trenta chicchi, quello che Dio semina nel nostro cuore, e che passa necessariamente dall'orecchio di chi ascolta o dall'occhio di chi legge, è capace di produrre fino a cento volte tanto e il trenta è il minimo!
Questa è la Parola che ogni domenica, attraverso la voce dei lettori e del prete, viene seminata nell'assemblea radunata.
La domanda che mi pongo osservando l'assemblea è proprio questa: siamo tutti consapevoli di questa potenza? Crediamo realmente che quelle parole antiche che emergono dalla Bibbia letta a brani diversi ogni domenica, hanno la capacità di cambiare il mondo e di portare un frutto straordinario di vita?
Spesso osservo che molti, arrivando in costante ritardo, si perdono parte della semina domenicale della Parola, oppure sedendosi distratti nel banco innescano lo "stand-by" delle orecchie e della mente, e la Parola rimbalza via dalla testa. E' anche vero che spesso la Parola viene letta in modo non adeguato e questo non aiuta l'ascolto, e tutto ciò non aiuta la semina domenicale da parte di Dio che vuole comunicare con noi. Anch'io a volte mi accorgo di essere distratto e con il pensiero altrove, e oltre a non dare un buon esempio di ascolto, mi perdo pure quello speciale momento di incontro con Dio che non è meno importante e intenso della Consacrazione del pane e vino sull'altare.
Come premesso, non sono qui a giudicare, ma a richiamare prima di tutto me stesso a questa favolosa e insostituibile potenza della Parola di Dio, che Gesù getta in continuazione anche quando non è ascoltato e rifiutato. Come comunità cristiana, siamo chiamati pure noi a non smettere di seminare la Parola nella Chiesa e attorno a noi, con le parole e con la vita.
Infatti seminare la Parola non significa solo leggere e divulgare il testo scritto della Bibbia, ma far sì che la nostra vita, con i nostri gesti e parole, racconti quella Parola che Dio ha prima di tutto seminato in noi.
La Parola di Dio ogni domenica è seminata nella comunità, in noi, anche quando siamo terreno arido, anche quando siamo soffocati da preoccupazioni o poco profondi. La Parola di Dio viene seminata perché in tutti, anche il più distratto, esiste almeno un po' di terreno buono, e li, prima o poi, quella Parola potente produrrà molto frutto
Vangelo: Mt 13,1-23
Penso davvero che la celebrazione della Messa domenicale è lo specchio della vita reale dell'intera comunità cristiana e del singolo cristiano. Da come una comunità cristiana vive l'appuntamento domenicale si può capire come vive la vita cristiana
ogni giorno, tutti quanti, prete compreso.
Dalla mia posizione alta sull'altare osservo quel che accade giù dai gradini, e mi piace osservare l'atteggiamento della comunità nel suo complesso e anche i singoli. Il mio non è uno sguardo intento a giudicare, ma solo un punto di osservazione per meglio conoscere e comprendere chi ho davanti e domandarmi, come prete che presiede il rito, cosa fare perché la Messa sia più possibile vissuta bene e con frutto. Ovviamente osservo anche me stesso e mi accorgo che non ho davvero nessun diritto di giudicare nessuno, perché anche io sono alla fin fine sotto lo sguardo di Dio Padre che vede e ama tutti allo stesso modo.
Uno dei momenti più importanti della Messa è proprio quello dell'ascolto della Parola di Dio, nella prima parte della celebrazione. Mi domando spesso in che modo questa Parola viene ascoltata e come io la ascolto. Non è una semplice lettura di testi antichi, ma in quel momento, proprio perché dentro un momento di preghiera, è l'ascolto di Dio che parla e vuole seminare nel nostro cuore la sua Parola di vita.
E' proprio come la semina di cui parla Gesù nel Vangelo, e Matteo l'evangelista, ricorda questo paragone che il maestro ha usato per parlare di se e dei suoi insegnamenti donati ai singoli apostoli e al popolo intero.
La Parola di Dio è un seme potente, potentissimo e ricco di vitalità. Se un seme di grano al tempo di Gesù poteva al massimo produrre altri trenta chicchi, quello che Dio semina nel nostro cuore, e che passa necessariamente dall'orecchio di chi ascolta o dall'occhio di chi legge, è capace di produrre fino a cento volte tanto e il trenta è il minimo!
Questa è la Parola che ogni domenica, attraverso la voce dei lettori e del prete, viene seminata nell'assemblea radunata.
La domanda che mi pongo osservando l'assemblea è proprio questa: siamo tutti consapevoli di questa potenza? Crediamo realmente che quelle parole antiche che emergono dalla Bibbia letta a brani diversi ogni domenica, hanno la capacità di cambiare il mondo e di portare un frutto straordinario di vita?
Spesso osservo che molti, arrivando in costante ritardo, si perdono parte della semina domenicale della Parola, oppure sedendosi distratti nel banco innescano lo "stand-by" delle orecchie e della mente, e la Parola rimbalza via dalla testa. E' anche vero che spesso la Parola viene letta in modo non adeguato e questo non aiuta l'ascolto, e tutto ciò non aiuta la semina domenicale da parte di Dio che vuole comunicare con noi. Anch'io a volte mi accorgo di essere distratto e con il pensiero altrove, e oltre a non dare un buon esempio di ascolto, mi perdo pure quello speciale momento di incontro con Dio che non è meno importante e intenso della Consacrazione del pane e vino sull'altare.
Come premesso, non sono qui a giudicare, ma a richiamare prima di tutto me stesso a questa favolosa e insostituibile potenza della Parola di Dio, che Gesù getta in continuazione anche quando non è ascoltato e rifiutato. Come comunità cristiana, siamo chiamati pure noi a non smettere di seminare la Parola nella Chiesa e attorno a noi, con le parole e con la vita.
Infatti seminare la Parola non significa solo leggere e divulgare il testo scritto della Bibbia, ma far sì che la nostra vita, con i nostri gesti e parole, racconti quella Parola che Dio ha prima di tutto seminato in noi.
La Parola di Dio ogni domenica è seminata nella comunità, in noi, anche quando siamo terreno arido, anche quando siamo soffocati da preoccupazioni o poco profondi. La Parola di Dio viene seminata perché in tutti, anche il più distratto, esiste almeno un po' di terreno buono, e li, prima o poi, quella Parola potente produrrà molto frutto
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