don Luciano Cantini "Il carico leggero"

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/07/2014)
Vangelo: Mt 11,25-30
Ti rendo lode
In italiano non c'è un termine idoneo che possa rendere l'idea del verbo exomologeō che insieme esprime la confessione della fede nella potenza di Dio e, nello stesso tempo, la lode che dall'uomo sale a Dio. È riconoscimento dell'amore di Dio verso l'uomo e la sua misericordia che
sfocia nel ringraziamento e nella acclamazione. Dobbiamo immaginare che la preghiera che Gesù offre al Padre sia una preghiera coinvolgente, intensa, che esprime tutta la comunione col Padre.
Hai nascosto
Incredibile è questo Dio che ha creato l'uomo, lo ha cercato, si è fatto conoscere, lo ha guidato, liberato, salvato, ha parlato con lui e adesso nasconde. È una azione positiva, per cui Gesù ringrazia il Padre, quella del nascondimento. A chi sfoggia sapienza umana, a chi si fida delle conquiste intellettuali, a chi cerca di arrampicarsi verso Dio, ai dotti che usano l'intelligenza per il proprio prestigio, la superiorità, la grandezza, a chi si appoggia sulle qualità naturali d'intelligenza per scoprire, capire, arrivare, conquistare, a chi non si fida dell'amore di Dio ma su se stesso, a tutti questi Dio si nasconde. Dio imbroglia le carte per lasciare gli uomini alle loro illusioni.
È estremamente facile pensare di essere dalla parte di Dio o che Dio sia dalla nostra parte, nelle piccole e nelle grandi cose viviamo l'illusione di una religione distorta o addomesticata alle nostre esigenze; ecco Dio ci lascia alle nostre illusioni.
Le hai rivelate
Invece Dio sceglie i piccoli! Quelli che hanno la coscienza che da loro stessi non possono scoprire, capire, non hanno dove arrivare, neppure nulla da conquistare. La Sapienza divina non può essere compresa dalle capacità umane di sapienza e intelligenza, ma da coloro che hanno la capacità di accogliere il suo dono. Dalle parole di Gesù sembra capire che proprio i piccoli sono i destinatari privilegiati della rivelazione divina. Solo facendosi piccoli ci è possibile accogliere, e si può cogliere, il dono di Dio. Questo è deciso dalla benevolenza di Dio: è un segno chiaro di come Dio vuole bene all'umanità.
La piccolezza, però, non è una sensazione o un sentimento, neppure un'altra conquista della nostra capacità. La piccolezza va prima di tutto riconosciuta nei poveri, nei deboli, negli emarginati, negli scartati della nostra società perché in loro la benevolenza divina ha depositato la sua rivelazione. Come Gesù che si è lasciato circondare dai piccoli - bambini, malati, sofferenti, scartati di ogni genere - ed è diventato il più piccolo dei piccoli svuotando se stesso (fr. Fil 2,7). Proprio perché più piccolo dei piccoli Gesù afferma che nessuno conosce il Padre come lui.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Dopo aver contemplato il volto della benevolenza paterna, Gesù si guarda intorno e si rivolge agli stanchi e oppressi. Dalla lode al Padre, Gesù va in cerca di coloro a cui dare ristoro, coloro che imparando da lui diventino i piccoli ai quali il Figlio voglia rivelare la conoscenza del Padre.
Tra gli stanchi e oppressi c'è una buona parte dell'umanità e forse anche noi, peccatori, annaspatori della verità, galleggiatori tra i dubbi. Tutti coloro che cercano un senso alla propria vita e trovano il vuoto, che rincorrono la bellezza e si rivestono di vanità, che vorrebbero pace e soffrono della violenza e quelli che cercano la pace e portano violenza; quanti hanno fatto la fatica di vie tortuose e sbagliate, coloro che hanno cercato l'amore e trovato il tradimento, quelli che hanno pagato un caro prezzo per ritrovarsi al punto di partenza; noi tutti che abbiamo bisogno della sua Misericordia.
Prendete il mio giogo
Ai pesi della vita Gesù offre il sollievo di un ulteriore peso da portare, un carico dolce e leggero; è il giogo ineffabile dell'amore di Dio: quello espresso dalla comunione con il Padre, reso concreto dall'obbedienza del Figlio, l'Amore più forte della morte (Ct 8,6), che si fa misericordia e perdono, che è Parola e bicchiere d'acqua (Mt 10,42), che brilla come il mistero della Croce che ci coinvolge (Mt 16,24)

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