don Luigi Trapelli "Vivere immersi in un mondo di bene e di male"
Vangelo: Mt 13,24-43
Domenica scorsa abbiamo parlato della parabola del seminatore e degli insuccessi che Gesù e la Chiesa sperimentano. La parabola che segue è la prosecuzione di quella del seminatore. Si parla di un contadino che semina il proprio seme buono e si accorge che, accanto al proprio seme, cresce anche la zizzania. La vera meraviglia di questa parabola non è collegata alla presenza della zizzania, ma si lega al fatto che il padrone chiamato Signore non ordina di strappare la
zizzania, lasciandola crescere con il grano. La separazione, infatti, avverrà alla fine dei tempi, mentre nell'oggi esiste la convivenza di bene e di male.
Il bene e il male, i santi e i peccatori, crescono insieme in una realtà che non sempre si può districare, anche quando delle persone vorrebbero che la Chiesa usasse criteri più selettivi. Ricordando la frase di Sant' Agostino di Ippona il quale diceva che esistono tante pecore fuori la Chiesa e tanti lupi dentro. Anzi Agostino sosteneva che coloro che noi definiamo cattivi esistono in questo mondo o perché si convertano o perché per essi i buoni esercitino la pazienza.
Il bene e il male coesistono sempre e il giudizio non spetta all'uomo, ma a Dio che giudicherà a tempo debito. La pazienza di Dio è più grande di ogni piccolezza umana. Noi invece, a volte, creiamo una civiltà di nemici per il gusto di criticare gli altri. Quante volte affermiamo che una tal persona è brava, mentre l'altra non capisce nulla, forse perché la pensa diversamente da noi.
Dovremmo cercare di superare la mentalità per cui da una parte sta il bene e dall'altra il male. In questo modo rischiamo di giudicare le persone partendo dal presupposto di sentirci noi i migliori. Inoltre più ci analizziamo, più scopriamo che il bene e il male non solo convivono nell'umanità, ma anche dentro di noi per cui, come dice san Paolo, non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio!
Quante volte ci accorgiamo degli sbagli che compiamo pentendoci, ma anche chiedendoci perché li abbiamo commessi!
Gesù ha vedute più larghe delle nostre che vorremmo fare giustizia in fretta e il suo esempio dovrebbe diventare per noi l'opportunità per cogliere il positivo che è presente in me e negli altri.
In un mondo segnato dalla discordia, la Chiesa possa testimoniare un messaggio di grande unità e di forte speranza.
Domenica scorsa abbiamo parlato della parabola del seminatore e degli insuccessi che Gesù e la Chiesa sperimentano. La parabola che segue è la prosecuzione di quella del seminatore. Si parla di un contadino che semina il proprio seme buono e si accorge che, accanto al proprio seme, cresce anche la zizzania. La vera meraviglia di questa parabola non è collegata alla presenza della zizzania, ma si lega al fatto che il padrone chiamato Signore non ordina di strappare la
zizzania, lasciandola crescere con il grano. La separazione, infatti, avverrà alla fine dei tempi, mentre nell'oggi esiste la convivenza di bene e di male.
Il bene e il male, i santi e i peccatori, crescono insieme in una realtà che non sempre si può districare, anche quando delle persone vorrebbero che la Chiesa usasse criteri più selettivi. Ricordando la frase di Sant' Agostino di Ippona il quale diceva che esistono tante pecore fuori la Chiesa e tanti lupi dentro. Anzi Agostino sosteneva che coloro che noi definiamo cattivi esistono in questo mondo o perché si convertano o perché per essi i buoni esercitino la pazienza.
Il bene e il male coesistono sempre e il giudizio non spetta all'uomo, ma a Dio che giudicherà a tempo debito. La pazienza di Dio è più grande di ogni piccolezza umana. Noi invece, a volte, creiamo una civiltà di nemici per il gusto di criticare gli altri. Quante volte affermiamo che una tal persona è brava, mentre l'altra non capisce nulla, forse perché la pensa diversamente da noi.
Dovremmo cercare di superare la mentalità per cui da una parte sta il bene e dall'altra il male. In questo modo rischiamo di giudicare le persone partendo dal presupposto di sentirci noi i migliori. Inoltre più ci analizziamo, più scopriamo che il bene e il male non solo convivono nell'umanità, ma anche dentro di noi per cui, come dice san Paolo, non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio!
Quante volte ci accorgiamo degli sbagli che compiamo pentendoci, ma anche chiedendoci perché li abbiamo commessi!
Gesù ha vedute più larghe delle nostre che vorremmo fare giustizia in fretta e il suo esempio dovrebbe diventare per noi l'opportunità per cogliere il positivo che è presente in me e negli altri.
In un mondo segnato dalla discordia, la Chiesa possa testimoniare un messaggio di grande unità e di forte speranza.
Commenti
Posta un commento