don Marco Pedron" Chi incontra veramente Dio."

Vangelo: Mt 13,44-52
Il vangelo di oggi ci presenta tre piccole parabole: tesoro, perla e rete. La prima e la seconda sono molto affini. Anche se Gesù le deve aver dette in occasioni diverse, il tema è lo stesso.
In quel tempo in Palestina le guerre erano frequenti e questo costringeva la
gente a nascondere le cose di maggior valore all'avvicinarsi del pericolo. Qual'era il posto più sicuro? Sottoterra! Poi accadeva che le persone magari morivano e i tesori venivano dimenticati o persi. Per questo poteva veramente succedere di imbattersi in tesori nascosti.
L'uomo della prima parabola è un povero salariato che un giorno, finché ara la terra, si imbatte in questa fortuna.
La seconda parabola racconta di un grande commerciante proprietario di navi mercantili (emporos, in greco). Cerca perle preziose, molto ricercate nell'antichità; venivano pescate da tuffatori nel Mar Rosso, nel Golfo Persico e nell'Oceano Indiano e trasformate in gioielli, soprattutto collane. Sappiamo che Cesare donò alla madre di Bruto (suo assassino) una perla di sei milioni di sesterzi (centomila euro), mentre Cleopatra ne possedeva una ancor più preziosa (un milione e mezzo di euro).
L'uomo che trova il tesoro vi si imbatte per caso, il cercatore di perle, invece, la trova dopo una lunga ricerca.
Ciò che conta è che trovano qualcosa dal valore assoluto, di fronte al quale tutto il resto impallidisce. Non c'è prezzo per ciò che trovano, non c'è niente che tenga di fronte alla scoperta, non c'è confronto o paragone con nessun'altra cosa di fronte a quella perla e a quel tesoro.
Entrambe le parabole dicono:
1. Il regno dei cieli è nascosto/da cercare, comunque non evidente.
2. E' qualcosa di meraviglioso, di incredibile: niente può essere paragonabile a lui. Infatti, non è difficile il distacco, il vendere tutto: non c'è nessun sacrificio perché ciò che si acquista è "troppo" meraviglioso.
3. Ci coinvolge del tutto. Si punta e si investe tutto lì.
Un ragazzo mi ha raccontato come ha "trovato" sua moglie: "L'ho vista in un centro commerciale: un fulmine e una vibrazione interna. Ho smesso all'istante di fare ciò che stavo facendo. L'ho seguita per un'ora, poi le ho chiesto di bere un caffè insieme e mi sono fatto dare il suo numero di cellulare. A trent'anni pensavo che certe cose non potessero succedere. Non mangiavo più, non guardavo più la tv, non avevo più sonno, non avevo più voglia di uscire con gli amici, pensavo sempre e solo a lei. Per una settimana era il mio unico pensiero fisso. Così l'ho chiamata e ho chiesto se usciva con me. Adesso siamo sposati".
Il regno dei cieli è così: quando l'hai trovato non lo puoi più lasciare, perché è troppo grande, troppo bello, troppo vibrante, troppo coinvolgente, troppo appassionante, troppo eccitante.
Chi incontra veramente Dio non lo lascia più, perché lui è troppo! Il regno dei cieli è il Dio che ti abita dentro. Quando lo incontri non lo lasci più, non è più possibile. Perché Lui ti stima, ti ama, ti spinge ad osare, a diventare te stesso, a realizzarti, a cercare. Ti senti vivo, vibrante, ritrovi la tua autonomia di vita e di pensiero, diventi libero, vinci le paure, ti incammini nel sentiero dell'autenticità, e senti il fuoco della vita, e dell'amore dentro di te.
Chi Lo incontra veramente non lo può più scordare. Dio lascia il segno. Dio non si scorda più. Si è insistito troppo sulla necessità di preghiere e riti: Dio è un incontro. Dio non è affatto difficile da seguire, non è affatto impegnativo, non è affatto un sacrificio seguirlo: perché ti riempie il cuore, la vita, ti inebria, ti fa innamorare, ti dà ciò che nessun altro ti può dare. Lui è passione. Perché gli apostoli lo seguivano? Perché lui era come l'aria; Lui era la vita; Lui era tutto.
Una bambola di sale cercava il mare perché, le avevano detto, avrebbe potuto finalmente sciogliersi e lasciarsi andare. Un giorno arrivò al mare e gli disse: "Chi sei?". "Sono il mare! Entra e mi conoscerai!". E lei ci entrò. Si sciolse e fu felice di sciogliersi nel mare perché adesso lo conosceva, perché aveva trovato ciò che cercava da tutta la vita.
Gli orientali dicono: "Vivi solo quando hai trovato un tesoro per il quale saresti disposto a morire".
C'è un tesoro tutto per te: ma tu cosa cerchi? La fortuna ti cerca. Lui ti cerca, ma a te interessa? Un "tesoro e una perla" ci verranno certamente incontro. Dipende, però, da cosa cerchiamo. Se i nostri occhi cercano sicurezza, tranquillità, soldi, fortuna economica, allora non la incontreremo mai.
Ci sarà certamente un incontro, una persona, un'esperienza, che ci aprirà il cuore, che trafiggerà e che ci farà sentire come sia incredibilmente meraviglioso essere nel flusso e nella corrente della vita. La vera domanda, però, è: cosa cerchi tu?
Quando gli Olandesi giunsero in Sud Africa trovarono che gli indigeni giocavano con dei piccoli sassi che splendevano. Erano diamanti, ma per loro erano semplicemente dei sassi. Così scambiarono birra per diamanti. Il tesoro è lì vicino a te, ma se tu cerchi altro, non lo troverai mai.
Vuoi avere il rispetto dei figli e l'onore della gente? Vorresti avere tanti soldi, macchine veloci, case in montagna, al mare e in collina? Vorresti essere un musicista famoso, un attore conosciuto o il tuo nome inciso sull'Hollywood Boulevard? Vorresti sapere più degli altri ed essere importante? Cosa vuoi da te e dalla tua vita? E non mentirti. Molte persone dicono: "Ah no, io non vorrei assolutamente avere tanti soldi. Io voglio solamente vivere la mia vita". Ma poi lavorano sempre, sono gelose degli altri e invidiose di quello che gli altri fanno. Il tesoro è lì a portata di mano, ma se cerchi altrove, ma se cerchi dell'altro...
Rabbi Ezechia, di Cracovia, figlio di Jekel, dopo tanti anni di profonda miseria ricevette in sogno l'ordine di andare a Praga per cercare un tesoro sotto il ponte che conduce al palazzo reale. Ezechia si mise in cammino e raggiunse il luogo. Ma il luogo era supersorvegliato dalle guardie. Tuttavia ritornava tutti i giorni al ponte per vedere se vi era qualche possibilità. Vedendolo tutti i giorni, il capo delle guardie gli chiese se avesse perso qualcosa o se aspettasse qualcuno. Allora Ezechia gli raccontò il sogno. Il capo delle guardie scoppiò a ridere: "E tu poveraccio, per dar retta ad un sogno sei venuto fin qui a piedi? Ah, ah, ah! Stai fresco a fidarti dei sogni! Cosa dovrei dire io, allora, che ho sognato di dover andare fino a Cracovia da un certo Ezechia, figlio di Jekel, per cercare un tesoro sotto la stufa", e rise nuovamente. Ezechia lo salutò, tornò a casa sua e cercò sotto la stufa. E in effetti lì c'era un tesoro.
Cosa cerchi? Meglio: dove cerchi? Se cerchi e pensi che la felicità sia in qualcosa o in qualche persona, continuerai a cercare tutta la vita fuori di te e non troverai nulla. Ciò che cerchi non è fuori di te ma dentro di te. Il tesoro è in te, sei tu. La perla sei tu. Puoi credere a tutto questo? Prova a dirti: "Io sono un tesoro, io sono il mio tesoro, io mi devo cercare, io mi devo scoprire". Che effetto ti fa? Quando avrai scoperto di essere uno scrigno d'oro (un tesoro) allora capirai chi è l'Oro (Dio).
Guardate: entrambi gli uomini fanno qualcosa di folle, di pazzo. Uno vende tutti i suoi averi: chissà cos'avranno detto i vicini o i parenti? "Ma che è, pazzo? Ma cosa gli è preso?". Chi non ha scoperto il tesoro non può capire. E' ovvio.
L'altro fa la stessa cosa: vende tutto. Tutto per quello. Non è da pazzi puntare tutto su di una cosa?
Dio è per i pazzi, per i folli, perché non ti chiede qualcosa ma tutto te stesso. Dio ti chiede di coinvolgerti non un po', ma del tutto.
Se prendo un vestito o un telefono è importante, ma non mi coinvolge così tanto. Se compro un'auto o una casa, è una cosa più importante, ma è qualcosa di esterno a me. Se ho un figlio, invece, la cosa mi coinvolge veramente perché un figlio è per sempre. Un figlio davvero ti cambia la vita, ti coinvolge. Ma un figlio non è per sempre: un giorno se ne andrà. Dio è qualcosa di più coinvolgente di un figlio, più di un partner, più di un matrimonio. Non esclude niente di tutto questo, ma viene prima di tutto questo.
Una donna ha una sensibilità particolare per gli animali. E' il suo tesoro. Ma dice: "Sì, sì, bello, ma mica ti fanno vivere!". Non ci crede fino in fondo, non da voce al suo tesoro.
Un uomo è appassionato (lui stesso sente un fuoco per questo) dell'ascoltare le persone. "Ma ho cinquant'anni, cosa vuoi che faccia alla mia età (di lavoro fa il bancario)". Dai voce al tuo tesoro.
Un uomo si sente chiamato a portare a vivere trasparenza nel mondo politico: "Ma non so se ce la faccio. E poi è difficile! E mi attiro le critiche! E chi me lo fa fare?". Fai risplendere il tuo tesoro.
A Madre Teresa, il suo padre spirituale un giorno disse: "Ma che ci stai a fare qui (insegnava alle ragazze bene della città), tu hai un cuore grande; se stai qui tradisci ciò che segui. Segui ciò che sei!". E così lasciò il collegio e se ne andò per le strade di Calcutta. Ovvio che fu felice: era fatta per quello.
Dio (regno dei cieli) non è qualcosa di esterno a noi: non è una preghiera o professare qualcosa; non è un rito né un sistema di credenze. E' qualcosa che mi coinvolge, che mi vuole trasformare, cambiare, che mi prende del tutto, che non mi farà più essere quello di prima, che cambierà il mio modo di pensare, di sentire e di vivere.
Dio non vuole un'ora di preghiera al giorno; Dio non vuole una parte (magari anche grande) della nostra vita: lui la vuole tutta. Lui vuole "sposarsi" con me, fare alleanza, rapirmi, prendermi del tutto.
Avrà il Tutto solo chi è disposto a giocarsi del tutto. Solo quando Lui sarà diventato l'aria, la cosa più importante, imprescindibile della vita, solo allora sapremo e potremo gustare la bellezza, la forza e l'autenticità di chi è Lui.
Ogni giorno il discepolo poneva la stessa domanda: "Come posso trovare Dio?". E ogni giorno riceveva la stessa risposta dal maestro: "Devi desiderarlo". "Ma io lo desidero con tutto il mio cuore, perché non lo trovo?", diceva il discepolo. Un giorno il maestro si stava bagnando nel fiume con il discepolo. Spinse la testa del giovane sott'acqua e ve la tenne mentre il poveretto si dibatteva disperatamente per liberarsi. Il giorno dopo fu il maestro ad iniziare la conversazione. "Perché ti dibattevi in quel modo quando ti tenevo la testa sott'acqua?". "Perché cercavo disperatamente aria!". "Quando ti sarà data la grazia di cercare disperatamente Dio come cercavi l'aria, l'avrai trovato".
Molte persone chiedono: "In cosa consiste il tesoro?". La risposta è solo una: "Cercalo, trovalo e lo saprai!". Questo vuol dire lasciarsi coinvolgere.
La terza parabola, della rete, si rifà alla pesca del lago di Genezareth. È la rete a strascico: viene trainata da due barche oppure calata con l'aiuto di una barca e poi tirata a riva con una lunga corda. Nel lago di Genezareth si sono riscontrate ventiquattro specie di pesci. Ci sono i pesci impuri (tutti pesci senza squame) come il barbut simili ad un serpente e gli animali acquatici non commestibili (anche i granchi passavano per non commestibili).
La parabola, probabilmente, sulle labbra di Gesù diceva: "Non giudicate voi cosa è buono e cosa no (lo stesso insegnamento della parabola della zizzania). Voi raccogliete tutto; poi verrà un giorno in cui tutto sarà chiaro; poi nel giorno del Signore, tutto sarà chiaro: ciò che è buono sarà tenuto e ciò che non lo è sarà lasciato". Bene e male, luce e buio, tutto è frammisto. Quindi raccogli tutto, poi verrà anche il giorno della cernita, ma non sta a voi fare questa operazione.
Il regno dei cieli, il messaggio di Gesù, infatti, è come la rete che raccoglie tutto: non dice "questo sì e questo no"; dice: "Intanto raccogliamo, poi vedremo".
Cosa vuol dire per me la parabola della rete? Accetta tutto ciò che ti succede, senza dire "buono" oppure "cattivo", perché non sai se sia davvero buono o cattivo. Se tu raccogli tutto, forse un giorno ciò che oggi ti sembra inutile, ti servirà.
In internet c'è il discorso meraviglioso si Steve Jobs, fondatore della Apple. La Apple, tanto x capirci, è quella che crea gli iPhone egli iPad (ma anche iTunes, il computer Mac e il sistema operativo Os).
Steve Jobs fonda la Apple che in giro di pochissimo tempo diventa una grande azienda, ma poco dopo, per divergenze con coloro che lui stesso aveva assunto, viene buttato fuori dalla società. Sembra una barzelletta: il fondatore della società viene cacciato dalla società stessa! Sembra una disdetta, sembra un disastro, sembra una cosa cattiva, tremenda. E invece? Fu la miglior cosa che gli potesse succedere. Iniziò da capo ed ebbe un periodo creativo incredibile. Fondò l'azienda Next, la Pixar e fece il primo film di animazione digitale, Toy Story e, in più, incontrò sua moglie. E cosa capitò? Che Apple comprò Next e lui così tornò di nuovo alla Apple.
E dice: "Se non fossi stato licenziato da Apple, niente di tutto questo sarebbe successo. E' stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ci colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Dovete trovare quel che amate, e se non l'avete ancora trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi".
1938: un certo Soichiro Honda (andava ancora a scuola!) vende tutto (perfino i gioielli di sua moglie) perché gli viene l'idea di creare un anello elastico e di venderlo alla Toyota. Quando la sua idea si realizza, la Toyota rifiuta la sua proposta. E deve con vergogna di tutti, ritornare a scuola. Ma lui continua e due anni dopo la Toyota gli chiede i suoi anelli elastici. Ha l'idea, l'ha creata, ma non ha la fabbrica per costruirla. Il governo giapponese, che sta per entrare in guerra, rifiuta il cemento armato per la sua fabbrica. Si rinuncia? Con la sua equipe inventa lui stesso un nuovo cemento armato e si costruisce la fabbrica. Durante la guerra la fabbrica viene distrutta, 1, 2 volte. Tutto finito? Neanche per sogno! Per ricostruirla trova le materie prime con i bidoni della benzina che i bombardieri americani scartano. E la ricostruisce. Ma un terremoto gliela rade al suolo un'altra volta. Tutti gli dicono: "Ma lascia stare! E' destino che non vada! Non vedi?". Honda non ha più niente, di niente: neppure i soldi per la benzina dell'auto. Così applica alla sua bicicletta un motore. Quando le persone lo vedono, vogliono anche loro un motore da mettere alla loro bicicletta: e così nacque la famosa moto Honda.
Se qualcosa ti ha fatto vibrare il cuore, ti ha ridato vita, ti fa vivere, non lasciarlo per nessun motivo. E soprattutto non dire mai: "Cattiva sorte". Tieni tutto e un giorno vedrai diversamente.
Quante volte ci sentiamo sfortunati, "sfigati", di un destino che sembra abbattersi su di noi casualmente, senza motivo, quasi beffeggiandoci e ridendo di noi! Ma non è così! Quante volte quando ci succede qualcosa la prima domanda che ci facciamo è: "Perché a me?". E ci sentiamo terribilmente sfortunati. Ora non so perché ti sia successo, ma visto che ti è successo, c'è un senso proprio per te.
Una donna si mette d'accordo con un'amica per aprire un negozio di abbigliamento. Fanno un grande investimento ma all'ultimo l'amica si tira indietro. Così la donna perde parte dei suoi soldi ed è costretta ad andare a lavorare da dipendente in un negozio. "Tieni tutto, non dire: "Male!", non dire: "Bene!", tieni tutto e poi si vedrà a suo tempo". Tre anni dopo il padrone del negozio è diventato suo marito!
Due genitori sono costretti a portare il proprio figlio da uno psicologo. Il ragazzino ha atteggiamenti strani, provocatori, aggressivi e antisociali. "Ma guarda che figlio che abbiamo? E sì che abbiamo fatto il meglio per lui!". "Tieni tutto, non dire: "Male!", non dire: "Bene!", tieni tutto e poi si vedrà a suo tempo". Andando dallo psicologo il problema si sposta: il loro figlio è così perché loro hanno un rapporto inesistente, superficiale e morto. Così rimettono in gioco la loro relazione, la trasformano, tornano ad amarsi come non mai e anche il figlio cessa con gli atteggiamenti antisociali.
Un uomo per tutta la vita ha sognato di avere un bar. Dopo tanti anni di sacrificio corona il suo sogno e riesce ad aprire un bar. Si sente l'uomo più felice del mondo. "Tieni tutto, non dire: "Male!", non dire: "Bene!", tieni tutto e poi si vedrà a suo tempo". Tutto il tempo lo passa lì e così si distanzia dalla moglie e dai figli, che un giorno se ne vanno via di casa. Quella che sembrava la sua fortuna, si rivela la sua disgrazia.
Una statistica di qualche anno fa', ha messo in rilievo che buona parte di quelli che hanno vinto cospicue somme al totocalcio, all'enalotto o a qualche lotteria, hanno finito per fare delle fini molto tristi. "Tieni tutto, non dire: "Male!", non dire: "Bene!", tieni tutto e poi si vedrà a suo tempo".
Quando si conosce una persona nuova, la prima reazione che ci viene è di dire: "Che bella! Che brutta!" (è anche normale e ovvio che sia così!), ma è meglio aspettare. Il tempo chiarirà ogni cosa. Intanto non giudicare.
Quando ci succede un fatto, lo etichettiamo come "fortuna" o "sfortuna", ma è meglio aspettare perché la luce o il buio emergeranno a suo tempo. Intanto non giudicare. Quando invecchieremo, saremo acciaccati e vedremo la lancetta degli anni fare il suo corso, diremo: "Che schifo, il tempo si riduce e si va verso la fine", ma forse è meglio non dire nulla e chissà se è proprio la fine. Magari sarà un andare verso la luce!
Quando ti succede una cosa, intanto raccogli e tieni tutto, poi si vedrà. Etichettare come fortuna o sfortuna, bello o brutto, ci fa definire la cosa. Così ci potrebbe capitare di buttare via molte cose belle che magari all'inizio sembrano sfavorevoli. Oppure ci potrebbe far attaccare a delle cose insane e pericolose solo perché all'inizio ci sembrano favorevoli.
Ad ogni cosa che succede, allora, dico: "Amen", "Così sia, è così!". Smetto di giudicare e vivo tutto quello che succede. Perché solo la realtà esiste, e non è più importante se mi pare favorevole o no, perché solo questo (il presente) esiste e solo questo posso e devo vivere. Ad ogni caso, quindi, dirò: "Amen, sia così!", senza rivendicazioni.
Pensiero della Settimana
Il cercatore di perle
La perla di grande valore è nascosta profondamente.
Come un pescatore di perle, o anima mia, tuffati.
Tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, e cerca!
Forse non troverai nulla la prima volta.
Come un pescatore di perle, o anima mia,
senza stancarti, persisti e persisti ancora,
tuffati nel profondo, sempre più giù, e cerca!
Quelli che non sanno il segreto si burleranno di te,
e tu sarai rattristato, ma non perdere il coraggio,
pescatore di perle, o anima mia!
La perla di gran valore è proprio nascosta,
nascosta proprio in fondo.
È la tua fede che ti aiuterà a trovare il tesoro
ed è essa che permetterà che quello che era nascosto
sia infine rivelato.
Tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù,
come un pescatore di perle, o anima mia.
E cerca, cerca senza stancarti.

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