don Michele Cerutti " Il Regno di Dio nella concretezza di tutti i giorni"
XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/07/2014)
Vangelo: Mt 13,44-52
In queste domeniche del tempo ordinario ci stiamo soffermando sulla lettura continua del Vangelo di Matteo al capitolo 13. Filo comune di questo capitolo è: l'urgenza del Regno. Questo Regno si realizza, ma giungerà a
compimento nel giudizio universale. Siamo invitati ancora una volta a catapultarci e proiettarci nella realtà delle dimensioni ultime.
La scelta individualistica che rischia di assorbirci e quella materialistica del consumo porta molto spesso a una prospettiva molto limitata del nostro tempo che ci impedisce di guardare all'orizzonte delle realtà ultime. Dall'altro lato c'è il rischio opposto, quello derivante da un certo spiritualismo disincarnato che vive la prospettiva escatologica in maniera catastrofista. Una visione che ci porta a chiuderci come cristiani in un mondo poco aperto agli altri, ma sempre in una dimensione di giudizio.
Il Vangelo di oggi e di queste domeniche ci invita a guardare con occhi non superficiali, ma profondi la realtà delle cose ultime. Questa realtà si costruisce già qui su questa terra implorando a Dio quella capacità di discernimento sulla nostra vita per evitare di sbandare sull'esempio di Salomone, come possiamo leggere dalla prima lettura. Questo Re ha avuto la forza di chiedere per sé non il potere, non oro e ricchezza, ma nel suo incarico ha chiesto luce a Dio per un discernimento che lo portava ad una saggezza nel suo governare. Anche a noi è richiesto di implorare Dio per avere quel coraggio e quella forza di illuminarci nelle nostre scelte di vita per anticipare già su questa terra il Regno di Dio che è un Regno di giustizia.
Questo Regno è per tutti. La prima lettura ci parla di un Re, ma nel capitolo 13 di Matteo le categorie sociali sono diverse: il contadino, il mercante, la massaia. Tutti siamo chiamati a costruire il Regno. E' un principio fondamentale e imprescindibile. Tutti i battezzati sono chiamati a costruire il Regno di Dio in forza di quella regalità sacerdotale che è di tutti coloro che hanno ricevuto il Battesimo.
Ci sentiamo coinvolti? Comprendiamo questa responsabilità?
Tutti siamo predestinati ad essere conformi al Figlio. La Parola di Dio in questo brano evangelico ci dice che il Regno non si costruisce dietro a grandi progetti. Una dracma trovato in un campo, un granello di senapa gettato a terra. Pensiamo sempre a grandi sistemi rischiando di scivolare sulle realtà piccole.
Madre Teresa di Calcutta affermava: "occorre fare piccole cose, ma con grande amore". Lo diceva una Santa che ha fatto veramente tanto per i poveri e la cui fama si è diffusa in tutto il mondo. Ha operato però nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni. I santi sono uomini e donne con i piedi per terra essendo espressione dell'amore di Dio per l'umanità. E' facile pensare ai santi da calendario, ma pensiamo ai santi di oggi, vi assicuro che sono tanti. Queste sono persone che vivono in pienezza e con forte consapevolezza la storia, sia le loro vicende personali che quelle di chi hanno accanto. E' il richiamo alla concretezza, alla storia, il luogo dove il discepolo del Signore deve orientare tutta la sua attenzione ed il suo impegno.
Il mondo d'oggi ha bisogno di santi così. Non persone che giudicano gli altri e danno lezioni su come si debba vivere, ma persone aperte a tutti, amano gli altri, accettano il mondo e per il mondo diventano una autentica speranza. La speranza che viene dal mistero di Cristo che ci ha inseriti nella vita di Dio, il Santo! Non sono necessari, per vivere la spiritualità coniugale, i grandi gesti; bastano i piccoli gesti di amore, di tenerezza, di servizio, che ritmano la vita quotidiana La spiritualità della famiglia è una spiritualità di servizio alla vita, ai piccoli, agli anziani, agli handicappati, agli ammalati; diviene così un servizio educativo, un servizio alla società civile, un servizio alla comunità ecclesiale.
Il Concilio Vaticano II nel decreto sui Laici così si esprime:"Poiché il creatore di tutte le cose ha costituito la società coniugale quale principio e fondamento della società umana, e con la sua grazia l'ha resa sacramento grande in Cristo e nella chiesa, l'apostolato dei coniugi e delle famiglie acquista una singolare importanza sia per al chiesa sia per la società civile.... La famiglia ha ricevuto da Dio questa missione affinché sia la prima e vitale cellula della società... fra le varie opere dell'apostolato familiare si possono enumerare le seguenti: adottare come figli i bambini abbandonati, accogliere con benevolenza i forestieri, dare il proprio contributo nella direzione delle scuole, assistere gli adolescenti con il consiglio e con mezzi economici, aiutare i fidanzati a prepararsi meglio al matrimonio, collaborare alla catechesi, sostenere i coniugi e le famiglie che si trovano in difficoltà materiale e morale, provvedere ai vecchi non solo il necessario, ma anche renderli partecipi equamente dei frutti del progresso economico." .
Essere attenti ai piccoli segni trasmessi da chi ci sta intorno per costruire con priorità il Regno di Dio. Ringraziamo il Signore del suo meraviglioso disegno a riguardo di ciascuno di noi e siamo pieni di gioia e di fiducia che egli lo compirà se ci abbandoniamo a lui.
Vangelo: Mt 13,44-52
In queste domeniche del tempo ordinario ci stiamo soffermando sulla lettura continua del Vangelo di Matteo al capitolo 13. Filo comune di questo capitolo è: l'urgenza del Regno. Questo Regno si realizza, ma giungerà a
compimento nel giudizio universale. Siamo invitati ancora una volta a catapultarci e proiettarci nella realtà delle dimensioni ultime.
La scelta individualistica che rischia di assorbirci e quella materialistica del consumo porta molto spesso a una prospettiva molto limitata del nostro tempo che ci impedisce di guardare all'orizzonte delle realtà ultime. Dall'altro lato c'è il rischio opposto, quello derivante da un certo spiritualismo disincarnato che vive la prospettiva escatologica in maniera catastrofista. Una visione che ci porta a chiuderci come cristiani in un mondo poco aperto agli altri, ma sempre in una dimensione di giudizio.
Il Vangelo di oggi e di queste domeniche ci invita a guardare con occhi non superficiali, ma profondi la realtà delle cose ultime. Questa realtà si costruisce già qui su questa terra implorando a Dio quella capacità di discernimento sulla nostra vita per evitare di sbandare sull'esempio di Salomone, come possiamo leggere dalla prima lettura. Questo Re ha avuto la forza di chiedere per sé non il potere, non oro e ricchezza, ma nel suo incarico ha chiesto luce a Dio per un discernimento che lo portava ad una saggezza nel suo governare. Anche a noi è richiesto di implorare Dio per avere quel coraggio e quella forza di illuminarci nelle nostre scelte di vita per anticipare già su questa terra il Regno di Dio che è un Regno di giustizia.
Questo Regno è per tutti. La prima lettura ci parla di un Re, ma nel capitolo 13 di Matteo le categorie sociali sono diverse: il contadino, il mercante, la massaia. Tutti siamo chiamati a costruire il Regno. E' un principio fondamentale e imprescindibile. Tutti i battezzati sono chiamati a costruire il Regno di Dio in forza di quella regalità sacerdotale che è di tutti coloro che hanno ricevuto il Battesimo.
Ci sentiamo coinvolti? Comprendiamo questa responsabilità?
Tutti siamo predestinati ad essere conformi al Figlio. La Parola di Dio in questo brano evangelico ci dice che il Regno non si costruisce dietro a grandi progetti. Una dracma trovato in un campo, un granello di senapa gettato a terra. Pensiamo sempre a grandi sistemi rischiando di scivolare sulle realtà piccole.
Madre Teresa di Calcutta affermava: "occorre fare piccole cose, ma con grande amore". Lo diceva una Santa che ha fatto veramente tanto per i poveri e la cui fama si è diffusa in tutto il mondo. Ha operato però nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni. I santi sono uomini e donne con i piedi per terra essendo espressione dell'amore di Dio per l'umanità. E' facile pensare ai santi da calendario, ma pensiamo ai santi di oggi, vi assicuro che sono tanti. Queste sono persone che vivono in pienezza e con forte consapevolezza la storia, sia le loro vicende personali che quelle di chi hanno accanto. E' il richiamo alla concretezza, alla storia, il luogo dove il discepolo del Signore deve orientare tutta la sua attenzione ed il suo impegno.
Il mondo d'oggi ha bisogno di santi così. Non persone che giudicano gli altri e danno lezioni su come si debba vivere, ma persone aperte a tutti, amano gli altri, accettano il mondo e per il mondo diventano una autentica speranza. La speranza che viene dal mistero di Cristo che ci ha inseriti nella vita di Dio, il Santo! Non sono necessari, per vivere la spiritualità coniugale, i grandi gesti; bastano i piccoli gesti di amore, di tenerezza, di servizio, che ritmano la vita quotidiana La spiritualità della famiglia è una spiritualità di servizio alla vita, ai piccoli, agli anziani, agli handicappati, agli ammalati; diviene così un servizio educativo, un servizio alla società civile, un servizio alla comunità ecclesiale.
Il Concilio Vaticano II nel decreto sui Laici così si esprime:"Poiché il creatore di tutte le cose ha costituito la società coniugale quale principio e fondamento della società umana, e con la sua grazia l'ha resa sacramento grande in Cristo e nella chiesa, l'apostolato dei coniugi e delle famiglie acquista una singolare importanza sia per al chiesa sia per la società civile.... La famiglia ha ricevuto da Dio questa missione affinché sia la prima e vitale cellula della società... fra le varie opere dell'apostolato familiare si possono enumerare le seguenti: adottare come figli i bambini abbandonati, accogliere con benevolenza i forestieri, dare il proprio contributo nella direzione delle scuole, assistere gli adolescenti con il consiglio e con mezzi economici, aiutare i fidanzati a prepararsi meglio al matrimonio, collaborare alla catechesi, sostenere i coniugi e le famiglie che si trovano in difficoltà materiale e morale, provvedere ai vecchi non solo il necessario, ma anche renderli partecipi equamente dei frutti del progresso economico." .
Essere attenti ai piccoli segni trasmessi da chi ci sta intorno per costruire con priorità il Regno di Dio. Ringraziamo il Signore del suo meraviglioso disegno a riguardo di ciascuno di noi e siamo pieni di gioia e di fiducia che egli lo compirà se ci abbandoniamo a lui.
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