don Roberto Rossi"La Parola di Dio è per tutti i credenti"

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/07/2014)
Vangelo: Mt 13,1-23
"Parla o Signore, che il tuo servo ti ascolta", pregava il giovane Samuele.
"Se il Signore mi apparisse, se si facesse vedere, se mi dicesse qualcosa, se mi parlasse... allora io crederei di più, lo ascolterei. Cercherei di fare quello che mi dice".
Se il Signore mi parlasse! Il Signore è proprio un Dio che parla: parla nella mia coscienza, parla negli
avvenimenti della vita e della storia, parla nella sua Parola che è la Bibbia: sia AT sia NT.
Per sentire quello che il Signore dice, occorre essere sintonizzati, cercare la sua voce, mettere a tacere tante altre voci, che mi giungono. Il silenzio è il clima adatto: "Dio non è nella confusione".
In quale lingua parla il Signore? Certamente la Bibbia è tradotta in tutte le lingue, ma c'è una lingua che tutti possono capire: Dio usa la lingua dell'amore. Lui ci ama e ci parla al cuore.
Nell'amore anche noi riusciamo a capirlo, a comprendere ciò che ci dice con chiarezza al nostro cuore.
La liturgia di oggi ci aiuta a comprendere la grazia della Parola di Dio e a verificare il nostro rapporto con questa Parola di salvezza, di vita eterna, "Tu solo hai parole di vita eterna" dirà un giorno l'apostolo Pietro.
"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, fecondata e fatta germogliare", così la Parola di Dio produce efficacia e vita.
Dio sempre fa risuonare la sua parola. L'umanità come l'accoglie? La Chiesa come l'accoglie? Io, la mia famiglia?
Gesù ci parla con la parabola del seminatore e del seme che cade nei vari tipi di terreno: la strada, i sassi, le spine, il terreno buono. Io che tipo di terreno sono?
Il Signore semina con abbondanza, con gesto largo delle sue braccia. In un esame sincero di coscienza, forse ci ritroviamo ad essere immersi in tutti i limiti e le difficoltà descritte. Vogliamo sperare e vogliamo impegnarci di essere un po' anche buon terreno.
E' bello e incoraggiante pensare come tante persone hanno costruito la loro vita e le loro scelte su una parola chiara del Signore: Antonio del deserto, Francesco d'Assisi, tanti martiri...
E' importante anche verificare il nostro rapporto, la nostra conoscenza della Parola del Signore che ci è data nella Bibbia, nei Vangeli.
Ci dice papa Francesco nella Esortazione "La gioia del vangelo: "Non solamente l'omelia deve alimentarsi della Parola di Dio. Tutta l'evangelizzazione è fondata su di essa, ascoltata, meditata, vissuta, celebrata e testimoniata. La Sacra Scrittura è fonte dell'evangelizzazione. Pertanto, bisogna formarsi continuamente all'ascolto della Parola. La Chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare. È indispensabile che la Parola di Dio « diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale». La Parola di Dio ascoltata e celebrata, soprattutto nell'Eucaristia, alimenta e rafforza interiormente i cristiani e li rende capaci di un'autentica testimonianza evangelica nella vita quotidiana.
Lo studio della Sacra Scrittura deve essere una porta aperta a tutti i credenti. È fondamentale che la Parola rivelata fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede. L'evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio e questo esige che le Diocesi, le parrocchie e tutte le aggregazioni cattoliche propongano uno studio serio e perseverante della Bibbia, come pure ne promuovano la lettura orante personale e comunitaria. Noi non cerchiamo brancolando nel buio, né dobbiamo attendere che Dio ci rivolga la parola, perché realmente «Dio ha parlato, non è più il grande sconosciuto, ma ha mostrato se stesso». Accogliamo il sublime tesoro della Parola rivelata" (EG 175-175).
Lo stesso papa ci invita ad avere un piccolo vangelo nella borsa, affinché possiamo ricorrere al Signore molto spesso e accogliere qualche sua parola di vita. Oggi possiamo avere la Parola di Dio anche in vari libretti o anche nel nostro telefonino.

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