fr. Massimo Rossi"Never say never!", mai dire mai.

Commento su Matteo 13,44-52
XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/07/2014)
Vangelo: Mt 13,44-52
Dalle parabole del chicco di senapa, del lievito e della zizzania, la nostra riflessione si sposta oggi su altre 3 parabole: il tesoro nascosto, il mercante di perle, la rete da pesca gettata in mare. E così le informazioni sul regno dei cieli si arricchiscono di
nuovi elementi.
"Never say never!", mai dire mai, ci ricorda la parabola del tesoro nascosto: ci si può imbattere nel regno dei cieli quasi per caso, in modo a dir poco fortuito... Al valore incomparabile del Regno dei cieli si aggiunge l'effetto-sorpresa, che lo rende ancor più entusiasmante e ci lascia sbalorditi e del tutto impreparati... "Perché io? perché proprio a me?", "Chi sono io perché il regno dei cieli mi si offra come una opportunità a portata di mano, accessibile, e del tutto superiore ad ogni mio desiderio, ad ogni umano desiderio?", etc. etc. E perché no? risponde Dio. Perché non tu?
"Già, perché non io?".
Al tempo stesso non si troverà mai nulla se non si cerca sempre.
La parabola del mercante di perle fa eco ad un altro passo del Vangelo, questa volta di Luca: "Cercate e troverete..." (11,1-13). Il mercante, prima che un commerciante e un cercatore paziente, e ostinato!
Entrambi i racconti si concludono con la decisione del protagonista di vendere tutto ciò che ha, pur di aggiudicarsi il tesoro e la perla. Il primo è persino geloso che qualcun altro possa trovare il tesoro, dunque lo nasconde con cura, mettendolo al sicuro da mani e occhi indiscreti.
Cambiamo registro e trasferiamoci con la fantasia sul lago di Tiberiade, ove, ai tempi di Gesù fare il pescatore era la professione più diffusa - forse lo è ancora -, e verosimilmente (la professione di pescatore) ispira il Nazareno a raccontare questa parabola. Il mestiere del pescatore, forse più che quello del pastore, è presente nei Vangeli: alcuni degli Apostoli erano pescatori; il Figlio dell'uomo ordina più volte ai Dodici di gettare le reti... e i risultati sono miracolosi; la vocazione dei primi 4 apostoli e definita dal Signore: "diventare pescatori di uomini"; il pesce pescato entra anche nella descrizione del sacramento eucaristico: Gesù moltiplica pani e pesci per migliaia di persone; Cristo risorto accoglie sulla spiaggia gli apostoli e offre loro pane e pesce abbrustolito sul fuoco. Un giorno, uno dei Dodici pesca un pesce che contiene una moneta di argento; e così paga il tributo a Cesare per sé e per il Maestro.
Infine, in epoca di persecuzioni, il simbolo del pesce, in greco ictüs, è in verità un acronimo che contiene le iniziali di Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore: ecco perché il pesce è tra i simboli Cristologici più antichi.
Infine, la similitudine dei pescatori che dividono i pesci buoni da quelli cattivi, analoga a quella del pastore che divide le pecore dai capri, raccontata sempre da Matteo, al cap. 25 (vv.31-46).
Gli ultimi passaggi del Vangelo di oggi riabilitano la categoria degli scribi, abitualmente accusati da Gesù di essere un modello di ipocrisia: scriba sì, ma a condizione che si converta al Regno dei cieli, cioè diventi discepolo di Gesù! La precisazione delle cose nuove e antiche mette in guardia coloro che già hanno superato gli "...anta" dalla diffidenza preconcetta verso le novità; ma anche (mette in guardia) i giovani dalla ostilità, anche questa istintiva e preconcetta, nei confronti della tradizione. Attenzione però all'eccesso opposto, di coloro che danno prova di scarso equilibrio spingendo ad oltranza sul registro della novità, oppure dell'antico.
La trasgressione della fede cristiana va costantemente coniugata con un aspetto necessario della sapienza, che si chiama misura.
"Avete compreso tutte queste cose? No? neppure io!". Cioè, per capirle, le capirebbe anche un bambino; ma com-prenderle, cioè accoglierle, condividerle e farle nostre, beh, forse non ci siamo ancora riusciti!
Il discernimento dello Spirito è il regalo più grande che il Buon Dio possa fare all'uomo!
Non lo era solo per il re Salomone, lo è anche per noi! Il segreto di un buon discernimento consiste nel trovare il modo di ascoltare la parola di Dio senza temere di venir meno a noi stessi, accettando, cioè, una certa distruzione del nostro io egoista e orgoglioso, per l'instaurazione di un nuovo io e non soltanto, ma anche di un Tu, per l'instaurazione di un noi. Il famoso psicanalista J. Lacan è fautore di questa tesi sulla straordinaria forza della Parola, che mette a morte per la risurrezione.
Un ultimo aspetto del Vangelo va illuminato: il paragone del regno dei cieli con un gioiello prezioso ci insegna a ricercare sempre il meglio, a non accontentarci di niente di meno.
Non dormiamo sonni tranquilli sugli allori delle nostre certezze. Come ho detto in altre circostanze, chi ha già le sue certezze, ha già smesso di cercare. Nostro malgrado, niente è definitivo e immutabile... neppure le nostre certezze. E non è mai troppo tardi per accogliere la sfida della conversione, per uscire dal nostro uomo vecchio e ricominciare a cercare.
Cito spesso il libro del mio confratello domenicano, padre Bernardt Bro: "Cerchiamo colui che ci cerca": la dinamica della ricerca non è solo tipica degli uomini, ma lo è anche di Dio; nella Genesi si narra che dopo che Adamo ed Eva ebbero mangiato il frutto dell'albero proibito, Dio scese nel giardino terrestre e si mise a cercarli, chiamandoli per nome... La parabola del pastore che lascia il gregge al sicuro nell'ovile e va in cerca della pecora smarrita (cfr. Mt 18,12), ribadisce nel NT ciò che era scritto nella Genesi. Cercare Colui che da sempre ci sta cercando significa accorciare le distanze tra noi e Dio, rendere propizio l'incontro... La fortuna va anche aiutata, no?
Dice il proverbio: la fortuna premia gli audaci.
Quando si tratta di Cercare Dio, l'audacia non è mai esagerata, non si corre il rischio della temerarietà, possiamo stare tranquilli! Investire nella ricerca di fede non è tempo perso; al contrario, è tempo investito nel modo migliore!
"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera
di coloro che si incontrano con Gesù"
Papa Francesco

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