Gaetano Salvati "il grano e la zizzania"

Commento su Matteo 13,24-43
XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/07/2014)
Vangelo: Mt 13,24-43
Anche questa domenica continua l'insegnamento in parabole, e "alla folla" il Maestro ne espone tre, importanti e decisive per il nostro cammino di fede.
Nella prima (Mt 13,24-30) si tratta della sorte del
seme, la parola di Gesù, la cui crescita è contrastata da vari impedimenti: l'ostacolo è costituito dall'azione del nemico (v.25) che semina in mezzo al grano la zizzania, un'erbaccia dalle radici robuste che si avvinghia a quelle del frumento. Per non danneggiare il buon seme, non veniva estirpata prima della mietitura. Solo allora era possibile separare il grano dalla zizzania. Il punto centrale della parabola riguarda la possibile coesistenza fra il grano e la zizzania: nonostante la presenza del male nel mondo, Dio, in Gesù di Nazaret, attua il Suo disegno di salvezza. In effetti, Gesù si rivolge a tutti, buoni e peccatori, e attraverso la sua azione, Dio sparge il seme buono nei cuori di ciascuno e lo fa crescere; a Lui solo spetta separarlo dalla zizzania alla fine dei tempi. Nella semina sembra che la Parola sia soffocata dall'azione del nemico; in realtà ora non è il momento della mietitura, ma della pazienza, della tolleranza: quando arriverà il giudizio finale, avrà luogo la separazione fra i giusti e i malvagi. Quest'ultima rilettura può essere accostata al tempo della Chiesa. Essa non è una comunità di puri, ma una realtà mista, in cui convivono buoni e cattivi. Anzi, non è possibile tracciare una linea di confine fra i due gruppi, poiché il male e il bene coesistono nel singolo credente. Il giudizio appartiene a Dio e il credente è tenuto a imitare la Sua bontà, attendendo con pazienza, tolleranza, il momento in cui il male verrà separato definitivamente dal bene. Dunque, dalla parabola emerge una lezione importante: bisogna nutrire la massima fiducia nella Parola e nell'azione di Dio, come nell'efficacia dell'annuncio del vangelo, nonostante la presenza del male nel mondo.
La seconda parabola (vv.31-32) forma una coppia con quella seguente del lievito (v.33). Sia il seme di senape che il lievito si riferiscono al ministero di Gesù, che appariva insignificante, e l'effetto, la grandezza dell'arbusto e l'enorme quantità di pasta lievitata, che tale ministero avrebbe avuto nel mondo. Però il senso di queste due parabole non si riferisce all'estensione progressiva della Chiesa, quanto piuttosto alla vitalità del vangelo e alla testimonianza della regalità di Dio annunciata dai missionari della Parola.
Nella seconda parte del discorso in parabole (vv.36-43) Gesù si rivolge solamente ai discepoli. Il Signore Gesù spiega loro la parabola della zizzania. Mentre la parabola era focalizzata sul rinvio della separazione dei buoni dai cattivi nel giorno del giudizio, la spiegazione si riferisce alla loro sorte finale. Il Maestro intende scuoterci dal torpore del peccato, prospettando la sorte che attende i peccatori con la dannazione eterna. Spetta a noi credenti, inseriti con il battesimo tra i figli del regno, assumere il dinamismo missionario del vangelo. Amen.

Commenti

Post più popolari