Meditazione di GEORG LOKAY "Mio Signore e mio Dio!"

Vorrei raccontarvi una storia. Parla di un ragazzo. Aveva una decina di anni e non sapeva
ancora cosa volesse dire essere malato. Sulla strada aveva improvvisamente notato qualcosa
che non andava. Sentiva un dolore acuto, aveva freddo e non sapeva cosa fare. Al dolore si
aggiungeva il fatto che nessuno si occupava di lui, che nessuno lo notava. Le persone

passavano senza prestargli attenzione. Finì col rientrare a casa. Tremava, e sperava che
qualcuno lo sentisse. In quel momento arrivò sua madre e se ne accorse. Gli disse: "Non stai
bene. Sei malato". E nello stesso istante, il peggio passò. Il ragazzo pensò: "Qualcuno sa e
vede come sto". Certamente è avvenuta la stessa cosa per i discepoli quando
improvvisamente è apparso Gesù in mezzo a loro e hanno detto: "Vedete, sono io".
Nell'istante stesso in cui si è mostrato a loro, la loro paura si è trasformata. Capisco che
Tommaso si sia mostrato tanto riluttante quando gli hanno detto: "Abbiamo visto il Signore".
Probabilmente non era così poco credente come sembra a prima vista. Forse aveva vagato
per la strada senza sapere cosa fare, con una grande tristezza in fondo al cuore a causa degli
avvenimenti recenti. Ed ecco che gli altri gli dicono: "Abbiamo visto il Signore e mangiato
con lui". Sentiamo che Tommaso vorrebbe vedere di persona cose ancora più grandi. Gesù
avvicina Tommaso con molta tenerezza. Tommaso può mettere la mano sulle sue ferite.
Potrebbe capitare anche a noi, che abbiamo tutti un Tommaso in noi. Perché non siamo forse
Tommaso quando diciamo: "Se non vediamo, non crediamo"?
Gesù dice a Tommaso: "Vieni, puoi toccarmi". E poiché Gesù è così vicino a Tommaso e gli
manifesta una tale tenerezza, egli non può che gridare, sconvolto: "Mio Signore e mio Dio!".
Se capitasse a qualcuno tra noi di sentire il tenero amore e la presenza di Gesù, allora anche
noi potremmo incontrarlo.
GEORG LOKAY

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