mons. Gianfranco Poma "Avete compreso tutte queste cose?"
XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/07/2014)
Vangelo: Mt 13,44-52
"Il Regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo...": tutto il discorso in parabole (Matt.13) è un invito rivolto a chi ascolta, perché
sappia vedere, comprendere e sorprendersi della inesauribile bellezza di ciò in cui è immerso. Veder Dio in tutte le cose, sentire il suo profumo, toccarlo presente nella carne fragile degli uomini, gustare il suo amore presente anche sotto un cumulo di macerie, è il cammino che Gesù propone a chi è chiamato a diventare figlio del Regno del Padre.
Non può non stupire questo infinito Regno dei cieli "tesoro" "nascosto in un campo", Dio che si nasconde per non fare violenza, che si fa trovare da un uomo che neppure lo cerca. Quando quest'uomo lo trova, lo nasconde di nuovo, non lo esibisce, non lo fa proprio, va, è pieno di gioia perché è cosciente di aver trovato un tesoro, decide di vendere tutti i suoi averi perché i suoi criteri di valutazione sono radicalmente cambiati, compra quel campo. È singolare questo "comprare il campo": adesso lo guarda con occhi nuovi, perché sa che nasconde il tesoro. Adesso il discepolo di Gesù, che per Lui ha staccato il cuore da tutto ciò in cui fondava la propria sicurezza, guarda il mondo con occhi nuovi.
"Il Regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose...". Adesso si tratta di un uomo in ricerca: sa che cosa cerca, sa valutare, sa che cosa comprare... Ha trovato "una" perla preziosa: anche quest'uomo che conosce bene le perle, va, vende tutto quello che ha e la compra. Adesso, il discepolo di Gesù, che ha gustato la forza nuova del suo Amore, sa a chi affidare la propria vita.
"Il Regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci..." Questa parabola, come le due precedenti, appartiene solo a Matteo: riprende con le stesse parole la parabola della zizzania, ma con sottolineature molto diverse. L'evangelista riassume tutto il messaggio del "Regno dei cieli" con quanto interessa particolarmente la sua comunità. Il "Regno dei cieli" è il mistero dell'Amore di Dio dentro il mondo, nella fragilità e nel limite della creazione e della carne dell'uomo: il Regno dei cieli "nascosto dalla fondazione del mondo" è manifestato in Gesù, nella sua carne umana, nel dramma della Croce, nell'Amore dentro l'oscurità, nell'infinito dentro il piccolo seme, nella forza dentro la debolezza. Il Regno di Dio è l'incontenibile mistero dell'Amore di Dio dentro il tempo e lo spazio che fanno la storia, "come una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci": la comunità di Matteo (e la nostra) vorrebbe "giudicare", "separare", anticipare ciò che "sarà al compimento del tempo", ma che sfugge all'oggi dell'uomo. L'invito di Gesù è di rimanere dentro la storia come discepoli che ascoltando la sua Parola hanno capito che la storia è il luogo fragile nel quale l'Amore di Dio rivela la sua potenza e con Lui hanno cominciato un cammino che non avrà mai termine. "Ecco, io sono con voi fino al compimento del tempo", così termina il Vangelo di Matteo, con l'invito rivolto ai discepoli a non pretendere di anticipare il compimento del tempo ma a vederlo e sentirlo presente accanto a loro in ogni attimo e in ogni situazione della vita.
"Avete compreso tutte queste cose?" È la domanda che Matteo rivolge ai suoi lettori, a noi, oggi. Tutto questo cap. insiste nel dire che i discepoli sono coloro che "comprendono", non solo con l'intelligenza ma operando un "discernimento" spirituale, perché si tratta di conoscere "i misteri" del Regno instaurato da Gesù, di vedere Dio nella carne umana, e di accoglierne la logica sconvolgente.
Anche noi siamo chiamati a dire il nostro "Si" personale alla domanda di Gesù, per cominciare il cammino con Lui, mai concluso, fatto ancora di tante incomprensioni e pure di tradimenti, e di cedimenti all'illusione di poter costruire, con le proprie forze, un mondo migliore di quello creato e amato da Dio.
La frase conclusiva può essere la sintesi di tutto il Vangelo di Matteo: "Per questo, ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei cieli..." Ad una comunità di persone che provengono dal giudaismo, a coloro che sono fedeli interpreti della Legge, Matteo propone l'incontro con Gesù, l'ascolto della sua Parola, che apre la mente e il cuore, e li rende discepoli del Regno dei cieli che scoprono e sperimentano un tesoro, l'Amore di Dio nella concretezza della storia. Li fa passare da servi della Legge a "padroni della casa", per gustare la libertà dell'Amore. L'esistenza del discepolo del Regno è l'esperienza meravigliosa dell'inesauribilità di un tesoro, l'Amore infinito, al quale attingere con la libertà di chi sente che i valori autentici sono tali perché si rinnovano sempre nel dinamismo mai concluso della storia.
Vangelo: Mt 13,44-52
"Il Regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo...": tutto il discorso in parabole (Matt.13) è un invito rivolto a chi ascolta, perché
sappia vedere, comprendere e sorprendersi della inesauribile bellezza di ciò in cui è immerso. Veder Dio in tutte le cose, sentire il suo profumo, toccarlo presente nella carne fragile degli uomini, gustare il suo amore presente anche sotto un cumulo di macerie, è il cammino che Gesù propone a chi è chiamato a diventare figlio del Regno del Padre.
Non può non stupire questo infinito Regno dei cieli "tesoro" "nascosto in un campo", Dio che si nasconde per non fare violenza, che si fa trovare da un uomo che neppure lo cerca. Quando quest'uomo lo trova, lo nasconde di nuovo, non lo esibisce, non lo fa proprio, va, è pieno di gioia perché è cosciente di aver trovato un tesoro, decide di vendere tutti i suoi averi perché i suoi criteri di valutazione sono radicalmente cambiati, compra quel campo. È singolare questo "comprare il campo": adesso lo guarda con occhi nuovi, perché sa che nasconde il tesoro. Adesso il discepolo di Gesù, che per Lui ha staccato il cuore da tutto ciò in cui fondava la propria sicurezza, guarda il mondo con occhi nuovi.
"Il Regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose...". Adesso si tratta di un uomo in ricerca: sa che cosa cerca, sa valutare, sa che cosa comprare... Ha trovato "una" perla preziosa: anche quest'uomo che conosce bene le perle, va, vende tutto quello che ha e la compra. Adesso, il discepolo di Gesù, che ha gustato la forza nuova del suo Amore, sa a chi affidare la propria vita.
"Il Regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci..." Questa parabola, come le due precedenti, appartiene solo a Matteo: riprende con le stesse parole la parabola della zizzania, ma con sottolineature molto diverse. L'evangelista riassume tutto il messaggio del "Regno dei cieli" con quanto interessa particolarmente la sua comunità. Il "Regno dei cieli" è il mistero dell'Amore di Dio dentro il mondo, nella fragilità e nel limite della creazione e della carne dell'uomo: il Regno dei cieli "nascosto dalla fondazione del mondo" è manifestato in Gesù, nella sua carne umana, nel dramma della Croce, nell'Amore dentro l'oscurità, nell'infinito dentro il piccolo seme, nella forza dentro la debolezza. Il Regno di Dio è l'incontenibile mistero dell'Amore di Dio dentro il tempo e lo spazio che fanno la storia, "come una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci": la comunità di Matteo (e la nostra) vorrebbe "giudicare", "separare", anticipare ciò che "sarà al compimento del tempo", ma che sfugge all'oggi dell'uomo. L'invito di Gesù è di rimanere dentro la storia come discepoli che ascoltando la sua Parola hanno capito che la storia è il luogo fragile nel quale l'Amore di Dio rivela la sua potenza e con Lui hanno cominciato un cammino che non avrà mai termine. "Ecco, io sono con voi fino al compimento del tempo", così termina il Vangelo di Matteo, con l'invito rivolto ai discepoli a non pretendere di anticipare il compimento del tempo ma a vederlo e sentirlo presente accanto a loro in ogni attimo e in ogni situazione della vita.
"Avete compreso tutte queste cose?" È la domanda che Matteo rivolge ai suoi lettori, a noi, oggi. Tutto questo cap. insiste nel dire che i discepoli sono coloro che "comprendono", non solo con l'intelligenza ma operando un "discernimento" spirituale, perché si tratta di conoscere "i misteri" del Regno instaurato da Gesù, di vedere Dio nella carne umana, e di accoglierne la logica sconvolgente.
Anche noi siamo chiamati a dire il nostro "Si" personale alla domanda di Gesù, per cominciare il cammino con Lui, mai concluso, fatto ancora di tante incomprensioni e pure di tradimenti, e di cedimenti all'illusione di poter costruire, con le proprie forze, un mondo migliore di quello creato e amato da Dio.
La frase conclusiva può essere la sintesi di tutto il Vangelo di Matteo: "Per questo, ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei cieli..." Ad una comunità di persone che provengono dal giudaismo, a coloro che sono fedeli interpreti della Legge, Matteo propone l'incontro con Gesù, l'ascolto della sua Parola, che apre la mente e il cuore, e li rende discepoli del Regno dei cieli che scoprono e sperimentano un tesoro, l'Amore di Dio nella concretezza della storia. Li fa passare da servi della Legge a "padroni della casa", per gustare la libertà dell'Amore. L'esistenza del discepolo del Regno è l'esperienza meravigliosa dell'inesauribilità di un tesoro, l'Amore infinito, al quale attingere con la libertà di chi sente che i valori autentici sono tali perché si rinnovano sempre nel dinamismo mai concluso della storia.
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