mons. Gianfranco Poma"Voi stessi date loro da mangiare"

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/08/2014)
Vangelo: Mt 14,13-21
Terminato il discorso in parabole, Matteo sottolinea quanto l'identità di Gesù diventi un problema sconcertante: "Ma chi è costui? Non è il figlio del
falegname...", si chiedevano proprio nella sua patria, ed "era per loro motivo di scandalo" (Mat.13,54ss).
Mentre la gente di Nazareth rimane scettica di fronte all'autorevolezza di Gesù, Erode vede in lui Giovanni il Battista risorto dai morti con il potere di compiere prodigi. Ma chi è dunque questo Gesù, così umile e così potente? "Da dove gli vengono allora tutte queste cose?" Il brano che segue, l'inizio di Matt.14 con la prima moltiplicazione dei pani, è la risposta, non teorica, che mostra chi è Gesù e da dove gli vengono queste cose.
Ciò che scandalizza la gente e impaurisce il potere, è la sua forza nuova: ma cos'è questa sua forza nuova? Dice Matteo: "Sentendo questo, Gesù si ritirò di lì, in una navicella, in un luogo deserto, da solo". Il verbo "ritirarsi" è frequente in Matteo: mentre descrive gli avvenimenti, ha pure un valore simbolico, come tutto nel linguaggio evangelico. Di fronte allo scandalo della gente e al timore dei potenti, Gesù non esibisce la sua forza, "si ritrae": è la sua novità. La sua forza non è potere, non vuole schiacciare, non è un suo possesso, un suo privilegio, non vuole suscitare gelosie: la "forza nella debolezza", dice Paolo, è la logica di Dio, dell' "Amore". Ed è proprio nel suo ritrarsi che le folle lo seguono, "a piedi, dalle città": il bisogno di Lui, del suo amore, attira le folle verso Gesù. Quando Matteo scrive per la sua comunità, è testimone del bisogno inconscio di Cristo del mondo: "uscendo" (anche questo verbo è simbolico: "ritrarsi" ed "uscire" sono le dimensioni dell' "Amore"che non può restare nella navicella mentre il mondo ne ha un immenso bisogno), "vide"..., "ebbe compassione...", "guarì...". Ecco, adesso sappiamo cos'è la forza di Gesù: l'Amore che com-patisce. E sappiamo chi è Gesù: è l' "incarnazione" che rende possibile, visibile e concreto l'Amore del Padre per il mondo.
L'episodio che segue, la "moltiplicazione dei pani", continua a mostrare la novità di Gesù e della sua forza, alla quale egli vuole rendere partecipi i suoi discepoli. Tutto è narrativo e così quotidiano, e pure tutto è simbolico, aperto ai significati più profondi: le folle bisognose di Lui, il mondo, il deserto, la fame, la sera... Ed entrano in scena i discepoli (noi!): anche loro hanno percepito il bisogno della folla, hanno fatto una diagnosi precisa della situazione ed hanno avanzato la loro proposta. "Sciogli la folla perché andando nei villaggi compri per se il cibo". Ma la logica di Gesù è l'opposto di quella dei discepoli: se essi hanno proposto l'allontanamento della folla perché ciascuno provveda a se stesso, Gesù nega la necessità dell'allontanamento e chiede ai discepoli di farsi carico della folla. I discepoli giustamente sottolineano l'imparità dei mezzi di cui dispongono, solo cinque pani e due pesci: ma proprio a questo punto appare tutta la novità di Gesù e il motivo della sua forza. Egli è venuto al mondo non per disperdere, ma per essere strumento dell'Amore che unisce le folle disperse e sofferenti. I suoi discepoli sono chiamati a partecipare a questa missione: è una missione di Amore che non si misura dalla quantità dei mezzi umani, ma dalla disponibilità ad essere solo strumento povero attraverso il quale passi l'Amore infinito. Gesù "presi i cinque pani e i due pesci, guardando verso il cielo, pronunciò la benedizione e spezzandoli, diede i pani ai discepoli, e i discepoli alla folla". Gesù è il centro attorno al quale si amplia il cerchio dell'Amore che dà senso a tutto ciò che esiste: dal Padre a Gesù, e attraverso Lui, ai suoi discepoli e ad ogni realtà, ad ogni persona chiamata a gustare e a non trattenere l'Amore, ma a trovare tutte le vie e le modalità per donarlo.
Chi è Gesù? Matteo abbonda in riferimenti all'A.T.: Gesù è il nuovo Mosè che conduce il popolo attraverso il deserto del mondo; è il profeta più potente di Eliseo; è il pastore che fa riposare il popolo stanco su erba fresca... Gesù è la carne umana, attraverso la quale passa l'Amore del Padre per il mondo: proprio nel momento nel quale i suoi lo rifiutano, egli dona se stesso per riunire il nuovo popolo di Dio. La sua potenza è solo l'Amore: amato dal Padre, dona se stesso e chiede soltanto di essere accolto perché non si fermi la catena dell'Amore. Il linguaggio di Matteo è chiaramente "eucaristico": ma l' "eucaristia" è vera perché è la realtà stessa che dall'Amore di Cristo prende il suo significato più pieno.

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