padre Antonio Rungi "Moltiplicare i gesti di pace, amore e carità"
XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/08/2014)
Vangelo: Mt 14,13-21
Un cristiano si identifica per quello che è in base alla carità e all'amore verso tutti.
Nel Vangelo di questa domenica ci viene ripresentata la moltiplicazione dei
pani e dei pesci da parte di Gesù per sfamare la fame della numerosissima folla che lo seguiva dovunque lui andasse. Cinque pani e due pesci, pari a sette elementi che Gesù ha disposizione da parte degli apostoli per moltiplicarli, fino ad essere in grado di sfamare la fame fisica della moltitudine che lo seguiva. I numeri che riporta Matteo, con una certa precisione e non senza un preciso intento di eccezionalità, ci fanno pensare effettivamente alla grandezza di questo uomo, Gesù Cristo, Figlio di Dio che va accolto e seguito. Anche il numero delle ceste che avanzarono, tutte piene, erano 12 ci indica chiaramente la soddisfazione della fame di Dio delle 12 tribù di Israele, dei dodici apostoli che seguivano Gesù nella sua itineranza di predicatore instancabile.
Un Gesù attento ai bisogni di tutti, da quelli fisici a quelli spirituali. Egli guarisce, Egli sfama, Egli sostiene il cammino dell'uomo nelle difficoltà quotidiane. Egli non abbandona mai nessuno, anche nella prova più difficile di fare l'impossibile. E qui in questo miracolo Gesù conferma la sua potenza divina e mette in essere un procedimento di chiamata-risposta all'amore, mediante il cibo materiale, che fa pensare al cibo spirituale che è l'eucaristia. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, entrambi simboli eucaristici, ci indicano il percosro di fede che il cristiano è chiamato a compiere, mettendo al centro della sua vita proprio l'eucaristia, il pane del cammino. Senza questo pane, la fatica della vita di fede, ma anche quella umana è difficile da sopportare e superare in una visione lieta e fascinosa dell'esistenza. Ciò che rende davvero felice l'uomo su questa terra è la vera comunione con Cristo e con i fratelli, la cui sorgente sacramentale è proprio il pane eucaristico che riceviamo quotidianamente e soprattutto nel giorno dedicato al Signore che la domenica. Questo pane ci fa superare ogni limite della condizione umana.
Nel brano di oggi san Paolo Apostolo ci ricorda esattamente cosa succede all'uomo, toccato dall'amore di Dio. E' una persona felice, solida, stabile, coerente, forte e capace di superare le sofferenze e le prove della vita che sono sempre più dure per tutti. Nulla, assolutamente nulla ci potrà separare dall'amore di Dio che è forte dentro di noi e se viviamo per questo amore. Chi meglio di lui può scrive queste cose. Una vita problematica e travagliata la sua prima e dopo la conversione e soprattutto durante il grande impegno apostolico profuso a larghe maniche per portare l'annuncio del vangelo ad ogni uomo, non credente, del suo tempo. Le genti e il paganesimo ebbero da Paolo di Tarso una forte spinta alla vera conversione, a fare sul serio quando è in gioco la salvezza eterna del singolo e dell'intero popolo di Dio. Gesù chiede l'impegno personale affinché questo si realizza, si concretizzi. Di fronte alla fame e la sete, Gesù dice date voi stessi da mangiare con quel poco che avete. Il gesto di disponibilità e di generosità fa scattare il resto, ovvero la Provvidenza che è nelle mani di Colui che tutto può e vuole. Non comprendere mai abbastanza quanto sia importante mettere le nostre mani in ogni progetto di amore e solidarietà. Dio senza le nostre mani e il nostro poco non interviene, come è facile capire dal vangelo di oggi. Non possiamo chiedere tutto a tutto, qualcosa di nostro dobbiamo anche metterlo a disposizione sua, perché l'amore circoli nel mondo e la carità non sia solo una proclamazione di intenti, ma sia impegno e coerenza di vita. Seguire Gesù è seguirlo sulla strada del servizio, della carità e dell'amore, che poi arriva fino al dono supremo della croce. Alternative non ce ne sono per i discepoli che vogliono sinceramente fare un cammino di santità. C'è uno stile di vita che dobbiamo tenere e mantenere sempre come ci ricorda il profeta Isaia nella prima lettura di questa domenica, riportando le parole del Signore, così come giunte al suo orecchio e soprattutto alla sua intelligenza e al suo cuore.
Andare dal Signore, ascoltare la sua parola, scegliere ciò che è davvero utile e bene per se stessi e per gli altri nella logica del distacco dalle cose del mondo e della terra, la pane che non sazia mai, dall'acqua che non disseta mai. Ciò che soddisfa davvero i bisogni dell'uomo non sono i cibi della terra, ma i cibi che aprono gli spazi infiniti del cielo. Stabilire un patto d'amore e d'onore con Cristo è quanto siamo chiamati a fare sempre e per tutta la vita. Sia questa la nostra preghiera sincera e sentita di oggi e di sempre: "O Dio, che nella compassione del tuo Figlio verso i poveri e i sofferenti manifesti la tua bontà paterna, fa' che il pane moltiplicato dalla tua provvidenza sia spezzato nella carità, e la comunione ai tuoi santi misteri ci apra al dialogo e al servizio verso tutti gli uomini".
Proprio domenica scorsa, Papa Francesco, all'Angelus ha detto parole che invitano alla conversione del cuore e della vita: "Quante persone, quanti santi e sante, leggendo con cuore aperto il Vangelo, sono stati talmente colpiti da Gesù, da convertirsi a Lui. Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano "all'acqua di rose". Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto. Puoi cambiare effettivamente tipo di vita, oppure continuare a fare quello che facevi prima ma tu sei un altro, sei rinato: hai trovato ciò che dà senso, ciò che dà sapore, che dà luce a tutto, anche alle fatiche, anche alle sofferenze e anche alla morte" E parlando della tragedia di tutte le guerre anche quelle che si stanno combattendo in questi tempi ha detto parole forti che si inquadrano perfettamente nel tema della parola di Dio di questa domenica di inizio agosto 2014, mese delle vacanze e delle ferie per quanti se le possono permettere, dimenticando i tanti drammi dei nostri giorni: "Penso -ha detto Papa Francesco - soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna, di un futuro: bambini morti, bambini feriti, bambini mutilati, bambini orfani, bambini che hanno come giocattoli residui bellici, bambini che non sanno sorridere". Tra le tante persone sfamate da Gesù con la moltiplicazione dei pani e dei pesci del vangelo di oggi, ci ricorda l'evangelista Matteo che c'erano "donne e bambini". Gesù ha dato loro un cibo vero e un sostentamento necessario, non a dato loro armi per uccidere, ma pane e pesci per sfamarsi. La vera guerra che dobbiamo combattere è contro la violenza, le guerre, la fame, la miseria, la mancanza di speranza che uccide nel cuore e nel fisico milioni di persone ogni anno nell'indifferenza generale, nella cattiveria di quanti dovrebbero operare per la pace, mentre operano solo ed esclusivamente per fare del male e fare dei danni.
Signore liberaci da chi progetta il pane dell'odio o lo mette sulla tavola dei violenti e de senza Dio. Amen.
Vangelo: Mt 14,13-21
Un cristiano si identifica per quello che è in base alla carità e all'amore verso tutti.
Nel Vangelo di questa domenica ci viene ripresentata la moltiplicazione dei
pani e dei pesci da parte di Gesù per sfamare la fame della numerosissima folla che lo seguiva dovunque lui andasse. Cinque pani e due pesci, pari a sette elementi che Gesù ha disposizione da parte degli apostoli per moltiplicarli, fino ad essere in grado di sfamare la fame fisica della moltitudine che lo seguiva. I numeri che riporta Matteo, con una certa precisione e non senza un preciso intento di eccezionalità, ci fanno pensare effettivamente alla grandezza di questo uomo, Gesù Cristo, Figlio di Dio che va accolto e seguito. Anche il numero delle ceste che avanzarono, tutte piene, erano 12 ci indica chiaramente la soddisfazione della fame di Dio delle 12 tribù di Israele, dei dodici apostoli che seguivano Gesù nella sua itineranza di predicatore instancabile.
Un Gesù attento ai bisogni di tutti, da quelli fisici a quelli spirituali. Egli guarisce, Egli sfama, Egli sostiene il cammino dell'uomo nelle difficoltà quotidiane. Egli non abbandona mai nessuno, anche nella prova più difficile di fare l'impossibile. E qui in questo miracolo Gesù conferma la sua potenza divina e mette in essere un procedimento di chiamata-risposta all'amore, mediante il cibo materiale, che fa pensare al cibo spirituale che è l'eucaristia. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, entrambi simboli eucaristici, ci indicano il percosro di fede che il cristiano è chiamato a compiere, mettendo al centro della sua vita proprio l'eucaristia, il pane del cammino. Senza questo pane, la fatica della vita di fede, ma anche quella umana è difficile da sopportare e superare in una visione lieta e fascinosa dell'esistenza. Ciò che rende davvero felice l'uomo su questa terra è la vera comunione con Cristo e con i fratelli, la cui sorgente sacramentale è proprio il pane eucaristico che riceviamo quotidianamente e soprattutto nel giorno dedicato al Signore che la domenica. Questo pane ci fa superare ogni limite della condizione umana.
Nel brano di oggi san Paolo Apostolo ci ricorda esattamente cosa succede all'uomo, toccato dall'amore di Dio. E' una persona felice, solida, stabile, coerente, forte e capace di superare le sofferenze e le prove della vita che sono sempre più dure per tutti. Nulla, assolutamente nulla ci potrà separare dall'amore di Dio che è forte dentro di noi e se viviamo per questo amore. Chi meglio di lui può scrive queste cose. Una vita problematica e travagliata la sua prima e dopo la conversione e soprattutto durante il grande impegno apostolico profuso a larghe maniche per portare l'annuncio del vangelo ad ogni uomo, non credente, del suo tempo. Le genti e il paganesimo ebbero da Paolo di Tarso una forte spinta alla vera conversione, a fare sul serio quando è in gioco la salvezza eterna del singolo e dell'intero popolo di Dio. Gesù chiede l'impegno personale affinché questo si realizza, si concretizzi. Di fronte alla fame e la sete, Gesù dice date voi stessi da mangiare con quel poco che avete. Il gesto di disponibilità e di generosità fa scattare il resto, ovvero la Provvidenza che è nelle mani di Colui che tutto può e vuole. Non comprendere mai abbastanza quanto sia importante mettere le nostre mani in ogni progetto di amore e solidarietà. Dio senza le nostre mani e il nostro poco non interviene, come è facile capire dal vangelo di oggi. Non possiamo chiedere tutto a tutto, qualcosa di nostro dobbiamo anche metterlo a disposizione sua, perché l'amore circoli nel mondo e la carità non sia solo una proclamazione di intenti, ma sia impegno e coerenza di vita. Seguire Gesù è seguirlo sulla strada del servizio, della carità e dell'amore, che poi arriva fino al dono supremo della croce. Alternative non ce ne sono per i discepoli che vogliono sinceramente fare un cammino di santità. C'è uno stile di vita che dobbiamo tenere e mantenere sempre come ci ricorda il profeta Isaia nella prima lettura di questa domenica, riportando le parole del Signore, così come giunte al suo orecchio e soprattutto alla sua intelligenza e al suo cuore.
Andare dal Signore, ascoltare la sua parola, scegliere ciò che è davvero utile e bene per se stessi e per gli altri nella logica del distacco dalle cose del mondo e della terra, la pane che non sazia mai, dall'acqua che non disseta mai. Ciò che soddisfa davvero i bisogni dell'uomo non sono i cibi della terra, ma i cibi che aprono gli spazi infiniti del cielo. Stabilire un patto d'amore e d'onore con Cristo è quanto siamo chiamati a fare sempre e per tutta la vita. Sia questa la nostra preghiera sincera e sentita di oggi e di sempre: "O Dio, che nella compassione del tuo Figlio verso i poveri e i sofferenti manifesti la tua bontà paterna, fa' che il pane moltiplicato dalla tua provvidenza sia spezzato nella carità, e la comunione ai tuoi santi misteri ci apra al dialogo e al servizio verso tutti gli uomini".
Proprio domenica scorsa, Papa Francesco, all'Angelus ha detto parole che invitano alla conversione del cuore e della vita: "Quante persone, quanti santi e sante, leggendo con cuore aperto il Vangelo, sono stati talmente colpiti da Gesù, da convertirsi a Lui. Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano "all'acqua di rose". Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto. Puoi cambiare effettivamente tipo di vita, oppure continuare a fare quello che facevi prima ma tu sei un altro, sei rinato: hai trovato ciò che dà senso, ciò che dà sapore, che dà luce a tutto, anche alle fatiche, anche alle sofferenze e anche alla morte" E parlando della tragedia di tutte le guerre anche quelle che si stanno combattendo in questi tempi ha detto parole forti che si inquadrano perfettamente nel tema della parola di Dio di questa domenica di inizio agosto 2014, mese delle vacanze e delle ferie per quanti se le possono permettere, dimenticando i tanti drammi dei nostri giorni: "Penso -ha detto Papa Francesco - soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna, di un futuro: bambini morti, bambini feriti, bambini mutilati, bambini orfani, bambini che hanno come giocattoli residui bellici, bambini che non sanno sorridere". Tra le tante persone sfamate da Gesù con la moltiplicazione dei pani e dei pesci del vangelo di oggi, ci ricorda l'evangelista Matteo che c'erano "donne e bambini". Gesù ha dato loro un cibo vero e un sostentamento necessario, non a dato loro armi per uccidere, ma pane e pesci per sfamarsi. La vera guerra che dobbiamo combattere è contro la violenza, le guerre, la fame, la miseria, la mancanza di speranza che uccide nel cuore e nel fisico milioni di persone ogni anno nell'indifferenza generale, nella cattiveria di quanti dovrebbero operare per la pace, mentre operano solo ed esclusivamente per fare del male e fare dei danni.
Signore liberaci da chi progetta il pane dell'odio o lo mette sulla tavola dei violenti e de senza Dio. Amen.
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