padre Gian Franco Scarpitta" Prima pane e acqua, poi il vino gratis"

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/08/2014)
Vangelo: Mt 14,13-21
Il Trito Isaia invita tutti coloro che hanno sete a "venire all'acqua" per soddisfare la sete inestinguibile della verità e della vita. L'acqua potrebbe essere
identificata con la materia per mezzo della quale lo Spirito Santo i
risolleva nel lavacro spirituale del Battesimo: l'acqua della salvezza, la stessa che accanto al sangue scaturiva dal costato di Gesù e che accanto ad esso inaugurava la Nuova Alleanza. Come si sa, il vino nella tradizione giudaica è elemento di gioia e di letizia, che allieta specialmente i banchetti nuziali e a tal proposito Gesù, provvedendo all'improvvisa mancanza di vino alle nozze di Cana, preannuncia se stesso come il "vino nuovo" della pienezza dei tempi. Latte e miele sono associati nella Scrittura per indicare la prosperità e il benessere grazie alla fertilità della terra.. Nel Cantico dei Cantici i due elementi simboleggiano la bellezza e l'avvenenza della donna amata (Ct 4, 10 - 11). Dio invita quindi ad accogliere la salvezza per poi trarre da essa il conseguente benestare. Ecco perché il profeta invita prima a venire all'acqua e poi, immediatamente dopo, prorompe sulla possibilità di spesa relativa al vino e latte: "Chi non ha denaro venga ugualmente a comprare senza spesa vino e latte". Accogliere la prosperità e la pace in se stesse non è possibile e non è conveniente. Il benessere va guadagnato e meritato e solamente quando si accoglie meritoriamente la salvezza è possibile ottenere la gioia, l'opulenza e la prosperità. La salvezza, e per ciò stesso la comunione con Dio, la fedeltà e la fiducia nei suoi confronti sono foriere di felicità.
Del resto la Parola di Dio non delude mai e realizza sempre quanto annuncia, apportando nel singolo e nella collettività l'effetto per il quale è stata mandata, portando a termine le promesse e conseguendo l'obiettivo della gioia imperitura dell'uomo.
La Parola di Dio si associa quindi all'acqua e al conseguimento della gioia e della prosperità nella salvezza e lo stesso Cristo promette a tutti l'acqua viva che zampilla per la vita eterna. Ma Parola si livella maggiormente con il pane, altro elemento apportatore di salvezza già per l'antico Israele che, peregrino nel deserto si nutre della manna o del panc che di giorno in giorno Dio procura ai viandanti per la sopravvivenza. Con la forza del pane Elia, sfinito e oppresso, prosegue il suo cammino per quaranta giorni e quaranta notti e in Eliseo vi è anche un singolare episodio di moltiplicazione di pane valido a sfamare cento persone (2Re 4, 42 - 44). Esso è particolarmente prefigurativo dei famosi brani evangelici di Matteo e di Giovanni quanto alla moltiplicazione dei pani operata da Gesù e manifesta assieme ad essi l'importanza della fiducia in Dio, della preghiera e della meditazione della sua Parola. A differenza che in Eliseo, Gesù infatti moltiplica certamente pani e pesci ai fini di sfamare la fame fisica di tanta gente ivi radunata, ma poiché siffatto popolo è intento ad ascoltare la sua parola di salvezza, poiché da tantissime ore pende dalle sue labbra per ottenere un messaggio di speranza e di esortazione alla vita, il pane moltiplicato si associa alla Parola moltiplicata. E soprattutto si configura con la vera Parola che è il Cristo stesso Verbo Incarnato, pane vivo disceso dal cielo mangiando del quale si avrà sempre la vita. Nella celebrazione eucaristica Cristo è anche la Parola spezzata che nel Sacramento del pane si moltiplica per saziare la fame essenziale di chiunque crede in lui. Ogni domenica l'ascolto della Parola che precede la comunione eucaristica apporta in noi la gioia e il benessere che scaturiscono immediamente dall'accoglimento della salvezza e dal dono della fede.
Come si diceva all'inizio. Non è concepibile pretendere immediatamente i vantaggi senza la volontà di sacrifici o di senza voler concedere se stesso almeno in parte; per trarre il beneficio scaturente dalla fede in Cristo occorre radicarsi in questa stessa fede e assimilare il Cristo accettando che solamente lui sia la nostra salvezza e la nostra vita; è indispensabile porre attenzione alla sua Parola perché questa diventi vita e disporci a percorrere costantemente i suoi sentieri, anche quando questi possano sembrarci tortuosi e pretestuosi. Occorre insomma lasciarsi conoivolgere da Cristo nostra salvezza, abbeverarci dell'acqua e nutrirci del pane per assaporare di conseguenza latte e miele.
Stiamo facendo queste riflessioni domenicali mentre viviamo il meritato riposo delle vacanze estive intenti a distrarci prima di tornare alle nostre consuete attività. Occorrerebbe che questo periodo venisse ulteriormente motivato dall'ascolto della Parola e dal nutrimento del pane eucaristico, perché proprio Cristo nostro pane e nostra acqua possa farci assaporare adeguatamente il gusto del sollazzo e del riposo e del resto nessuna vacanza ci dispensa dalla coerenza nell'adesione a Lui.
Senza per nulla svalutare il divertimento e lo svago, è opportuno allora approfittare di questo tempo anche per concedere adeguato spazio al raccoglimento, all'ascolto della Parola associato ai sacramenti, ondde trarre l'indispensabile per noi stessi e per gli altri.

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