Commento a cura di don Marco Simeone "questo cammino lo facciamo con Lui e per Lui."

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (24/08/2014)
Vangelo: Mt 16,13-20
Questa domenica siamo chiamati a rispondere ad una domanda che penso dovremmo farci ogni volta che entriamo in una chiesa: chi è veramente Gesù per me?
Eppure penso che non sia questo il centro della messa di oggi: secondo me, come dice la colletta all'inizio, lo scopo è diventare pietre vive che sono chiamate a costruire la chiesa di Gesù. Ma andiamo per gradi.
Gesù aveva mandato i suoi a fare i missionari, normalmente loro si
occupavano solo della "logistica", gli aveva anche concesso di fare miracoli di guarigione per confermare la loro parola; è al loro ritorno che gli chiede cosa pensava la gente; è interessante che Gesù non pensa a livello catechistico, il suo primo obiettivo non è quello di dare le risposte giuste, ma di far fare l'esperienza di quelle verità, tale che diventino sapienza del cuore e della vita, oltre che dell'intelligenza. Non erano bastati tre anni di discorsi (discorsi che facevano convertire anche i sassi...), tantomeno tre anni di miracoli di tutti i tipi, non era ancora sufficiente: era necessario che sperimentassero sulla loro pelle che Gesù è il messia, che è venuto a salvarci non dandoci regole nuove, ma un cuore nuovo trasformato dallo Spirito Santo. E di fatti l'esperienza non è scelta a caso: è andare dai fratelli ed annunciare il Regno, non solo a dire che il Regno è vicino, ma è essere testimoni della sua presenza efficace, al punto di essere diventati capaci di fare miracoli. Allora direi che un primo spunto del vangelo di oggi è questo: io credo in Gesù perché ho fatto esperienza di Lui o perché mi ricordo qualcosa del catechismo di prima comunione?
Per fare esperienza di Dio (un canzone diceva che per fare un albero ci vuole il seme...) ci vuole la disponibilità a sporcarsi le mani, solo così la voce che chiama non è la convocazione alle armi ma la voce amorevole che dall'eternità sta al lavoro perché io possa diventare un uomo / una donna secondo il cuore di Dio, felice e capace di dare felicità, una persona trasparente all'azione di Dio che è benigno e amante della vita. Se, al contrario, ho paura di mettermi in gioco, con 100 ottime scuse cercherò sempre di evitare di ascoltare Dio, cercherò di giustificarmi in ogni modo, magari facendo ogni bene possibile (di quello che costa poco), dicendomi che intanto questo può bastare perché mica sono santo, sono solo un povero peccatore, mica posso fare tutto io...
Il brano non ci dice quanta paura avessero avuto i discepoli nell'andare, ci dice solo che vanno: guardate che questa è l'obbedienza della fede. Non si obbedisce come il soldato col generale, perfetto fuori ma forse dentro in totale disaccordo, ma si obbedisce quando ci si cala nella propria vita sapendo che quello è il campo dove è nascosto il tesoro (il vangelo di qualche domenica fa), e che questo cammino lo facciamo con Lui e per Lui.
Allora ci potremo confrontare anche con quello che più ci fa difficoltà perché siamo certi che Gesù è con noi non solo per salvarci ma per trasformare noi in occasione di salvezza per gli altri: questa è la fede che aggiusta le famiglie (le montagne da spostare in confronto sono una passeggiata), che dà la forza di perdonare e di camminare insieme verso la riconciliazione, che ci fa lavorare per il bene comune invece di stare all'angoletto arrabbiati e in guerra con tutti.
Gli apostoli prima devono rispondere alla domanda su cosa avesse capito la gente, cioè tutti quelli che avevano sentito qualcosa circa Gesù, quindi era chiaro che avessero idee vaghe e confuse anche se qualcosa lo avevano fiutato; la domanda tuttavia vera è quella fatta a loro, che avevano tutti i pezzi del puzzle, e questo è il secondo spunto: sono capace di leggere tutti i segni che Dio ha seminato nella mia vita, cioè ho riconosciuto (e poi non ho dimenticato subito dopo) i momenti di salvezza, le volte che Gesù mi ha salvato? Guardate che salvezza significa ogni volta che la nostra vita era in pericolo (anche la salute? Certo!,) ma anche l'anima, le scelte, le volte che stavamo per perdere tutto con scelte sbagliate, le volte che gli abbiamo chiesto aiuto e ci ha aiutato, e anche le volte che ci ha aiutato contro il nostro volere, quando persone a noi care sono state protette, ecc. In poche parole: sono capace di magnificare (con Maria che abbiamo festeggiato da poco) Dio e con un magnificat che sia frutto di una vita vissuta con Lui?
Quando Gesù gli fa la domanda risponde Pietro per tutti, perché un po' ha il carattere spavaldo, perché ha le idee chiare, perché è un impulsivo: sì, per tutto questo ma soprattutto perché è stato onesto con se stesso e con Dio, ha avuto il coraggio di non chiudere gli occhi davanti a quello che vedeva e viveva, e in un cuore così lo Spirito santo fa capolavori "...Tu sei il Cristo", tradotto: "tu sei il mio salvatore mandato da Dio in persona e io credo in te e mi affido a te". Questa è la fede.
Non servono lauree in teologia o studi complicati; prima di tutto bisogna avere il coraggio di tenere aperti gli occhi, la mente e il cuore a quello che Dio sta facendo (è lo stile di Maria) e lasciarsi guidare dallo Spirito Santo.
Ma allora è solo un'esperienza interiore? Lo Spirito Santo continua ad agire in noi direttamente (intuizioni della mente e moti del cuore) ma anche con quegli strumenti che abbiamo davanti agli occhi e che con tanta leggerezza scartiamo: la Bibbia, la chiesa, la testimonianza dei santi, gli insegnamenti che ci vengono offerti, la nostra stessa razionalità che, usata con onestà, non può non aprirci a domande e riflessioni che immediatamente ci innalzano verso l'assoluto.
Noi pensiamo che tocca a noi la fatica di trovare Dio, quasi che fosse un ricercato che scappa e si nasconde: tutto sbagliato! È Gesù stesso che ci viene incontro; se non facesse lui il grosso staremmo freschi! Un testo per tutti è la prima lettera di Giovanni che lo ripete in continuazione: è Dio che ci ha amati per primo e che ci rende, giorno dopo giorno, capaci di accogliere e di ricambiare questo amore.
Gente così è forte e umile, forte dell'amore di Cristo ed umile perché sa che non gi appartiene ma che ogni giorno lo riceve, esattamente come la manna nel deserto. È gente così che è invulnerabile agli attacchi del maligno che prova sempre a staccarci da Dio con tutte le menzogne possibili, tutte che partono dal giardino dell'Eden: "vedi che non ti vuole bene?" Cristo ha smascherato l'inganno una volta per tutte: per questo le porte degli inferi non potranno prevalere: perché la menzogna è stata svelata, il potere che aveva è stato svuotato dall'interno, la vera fatica che ci rimane da affrontare è vivere da uomini liberi!
Questa è la chiesa: il luogo geometrico degli uomini che Gesù salva e che imparano ogni giorno a vivere insieme l'esperienza della salvezza, quindi non è il paradiso, diciamo che sono le "prove tecniche di trasmissione"!
Ultimo spunto: perché Gesù ordina di non dire a nessuno che Lui è il messia? Forse proprio per evitare che ognuno pensasse che il paradiso fosse dietro l'angolo (che in realtà ci starebbe pure) ma senza avere iniziato il lavoro su sé stessi. Mi spiego meglio: se vi dicessi che in paradiso si è felici della felicità degli altri e non della propria, come la prendereste? Gesù ci ha insegnato che c'è più gioia nel dare che nel ricevere, che solo quando ci doniamo siamo realizzati...
Capito perché dice di non sbandierarlo ai 4 venti? perché ci vuole portare piano piano ad aprire il cuore e a non avere paura di essere liberi e felici: "beato te Simone perché il Padre te lo ha rivelato".
Questo è essere pietre vive che servono a costruire un mondo nuovo, il Regno di Dio.
Pietro è il primo, a lui è rivolta la benedizione-profezia di essere il baluardo: anche se rimaneva peccatore ed esposto all'errore. La fede non è avere le risposte in tasca (allora si che non si capirebbero più gli eventuali ulteriori errori) ma è stare in relazione continua e vitale con Gesù che mi guida, che progressivamente mi salva, perdono dopo perdono, grazia dopo grazia, fino a farmi capace di tanto amore: riusciremo a non scappare via e a non rovinare questo capolavoro?

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