don Roberto Seregni"Sul monte"

Vangelo: Mt 14,22-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )
La folla è stata appena sfamata dal pane fragrante d'amore offerto dalle mani del Rabbi di Nazaret. Erano solo cinque pani e due pesci - una merenda per un pomeriggio di lavoro - ma quel poco messo nelle mani di Gesù ha sfamato la folla. Ora sono tutti lì, ai suoi piedi. Nessuno di loro aveva mai visto nulla di simile. Grande questo Gesù!

E poi che succede? Il maestro ordina ai discepoli di scendere a remare e Lui sale a pregare.
E la folla? Tutti a casa.
Mi affascina questo Gesù che non si incatena ai suoi successi per farsi mettere sul piedistallo e ricevere gli applausi di tutti. Mi incanta questo Figlio che si ritira sul monte per gustare la presenza del Padre, per riempirsi del soffio leggero e potente dello Spirito.
In questi giorni ho letto e riletto questo brano, e tutte le volte mi sono detto che anche noi - io per primo! - avremmo veramente bisogno di "salire sul monte" come Gesù. La forma della nostra fede rischia terribilmente di essere sbilanciata dal fare, dall'ansia pastorale, dall'efficientismo organizzativo, dal mantenimento di strutture vecchie ed elefantiache. Questo sbilanciamento è una terribile riduzione dell'esperienza cristiana. Il vero problema che stiamo vivendo non è essere in pochi cristiani, ma essere poco cristiani!
Anche noi come i discepoli sulla barca rischiamo di confondere Gesù con un fantasma. Chi crede non si può accontentare di avere in testa qualche bella idea su Dio, qualche teoria imparata a catechismo, ma deve fare una vera esperienza di Dio. Come facciamo a riconoscerlo quando si affaccia alla nostra vita? Come possiamo decifrare il segno del suo passaggio se non ci concediamo mai la gioia di dedicare del tempo per gustare la sua presenza?
Allora coraggio, saliamo sul monte della preghiera seguendo le orme del nostro maestro! Se non abbiamo la fortuna di avere vicino a casa una chiesa o una cappellina dove andare a pregare, inventiamoci un angolo della preghiera in casa nostra! Un angolo silenzioso, una candela, un crocifisso o un'icona, il libro della Parola, il cellulare spento. Se abbiamo un po' di dimestichezza possiamo recitare le lodi del mattino o la preghiera del vespro. Oppure, come consiglia sempre il mio vescovo Diego, possiamo leggere i Vangeli o le lettere di Paolo dall'inizio alla fine. L'importante è non avere fretta, gustare ogni Parola e ogni minuto della nostra intimità con Dio. Affidare a Lui le persone che amiamo e quelle che non amiamo ancora abbastanza. Pregare per chi lo cerca, per chi non lo cerca più e per chi non lo ha mai cercato. Mettere nelle sue mani tutte le preoccupazioni e le ansie che appesantiscono le nostre giornate. Parlare con Lui delle persone importanti che attraversano la nostra vita, di chi sta male, di chi sta vivendo un momento difficile. Ringraziare per tutti i suoi doni che riempiono di gioia e di speranza la nostra vita. Ogni giorno dieci minuti dedicati a Dio, all'intimità con Lui, danno un gusto nuovo al vivere quotidiano!

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