Enzo Bianco, sdb "SE LA VITA SI RIEMPIE DI DIO"
31 agosto 2014 | 22a Domenica A - T. Ordinario | Omelia di approfondimento
Dio non è solo un'idea. Le tre Letture di questa domenica sono a dire che non è lo stesso se si vive senza Dio, o se si lascia che Dio invada la nostra vita e la riempia.
* Ecco tre testimonianze dall'ateismo, prese a caso.
Yuri Gagarin, il primo cosmonauta in orbita attorno alla Terra, diceva ben imbeccato dal suo partito: "Sono andato fino in cielo, ma Dio non l'ho
incontrato". Il biologo Jacques Monod, che non aveva trovato sul vetrino del microscopio le tracce di Dio, sosteneva convinto: "L'uomo sa finalmente di essere solo, nell'immensità indifferente dell'universo, da cui è emerso per caso". E quel poeta italiano, Giorgio Caproni, col suo grido d'angoscia: "Ah, mio dio. Mio Dio. / Perché non esisti?".
È il malinconico vuoto interiore di tanti contemporanei. Solitudine, frustrazione, assenza di un senso con cui orientare l'esistenza.
* Ed ecco tre amici di Dio, perdutamente appassionati, come emergono dalle tre Letture di questa domenica: il profeta Geremia, l'apostolo Pietro, e l'apostolo Paolo.
GEREMIA: "MI HAI SEDOTTO, SIGNORE"
Di Geremia sappiamo che fu profeta e scrittore a Gerusalemme, nel 6° secolo a.C. Era un periodo burrascoso, pieno di violenze, con l'incombente minaccia dell'invasione babilonese sulla Palestina. Da Geremia ci sono giunte pagine infuocate, come di un diario scritto di getto: in esse il profeta apre il cuore e si sfoga quasi entrando in polemica col suo Dio.
* Geremia aveva richiamato con forza Israele a essere fedele all'Alleanza col suo Dio. Era stato la voce del Signore in quel mondo sconvolto. "Devo gridare: violenza! oppressione!" Ma che cosa aveva ottenuto? "Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me". "La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno, tutto il giorno." E infine aveva dovuto rifugiarsi in esilio.
* Nel suo scritto Geremia ricorda i tempi andati: aveva una famiglia, amici. Come tutti. Ma Dio aveva fatto irruzione nella sua esistenza, chiamandolo alla missione di profeta. E ora lui contesta il suo Dio: "Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre…".
Vorrebbe tornare alla tranquillità d'un tempo, dire a se stesso: "Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!". Ma ormai non può più tacere, perché nel suo cuore c'è "come un fuoco ardente - dice -, trattenuto nelle mie ossa".
L'incontro di Geremia con Dio lo ha gettato al di là del trantran quotidiano, rendendolo protagonista nella storia d'Israele.
PIETRO E IL PENSIERO DELLA MORTE
Poi, nel Vangelo, ecco l'apostolo Pietro, fedele accanto a Gesù. Pescatore sul lago di Tiberiade, proprietario col fratello Andrea di una piccola azienda di pesca, con barche e reti. Un giorno gli presentano Gesù: gli sembra un comune profeta itinerante, di quelli che circolavano allora, però espone una dottrina nuova e compie prodigi che nessuno ha mai detto e fatto. Pietro ne è affascinato. Lascia casa, famiglia, azienda e barche, e lo segue ovunque.
Come risposta Gesù sceglie dodici discepoli per la sua missione, e dichiara Pietro capo del gruppo, e capo della futura Chiesa.
* Ed ecco il momento decisivo, della svolta, dell'insegnamento fondamentale. Gesù dà ai dodici un annuncio sconvolgente. Dice che "doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli uomini, dai capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso. Poi "risorgere il terzo giorno".
Dice proprio "venire ucciso", ma Pietro non ci sta e si ribella. Gesù ha parlato anche di risurrezione, ma Pietro non accetta che muoia. "Dio non voglia, Signore: questo non accadrà mai!". Ma Gesù lo blocca: "Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".
* Già. Come pensano gli uomini? Ricordiamo Claudio Villa, il cantante amato degli italiani: nei suoi ultimi giorni pronunciò una frase che i media subito sbandierarono: "Vita, sei bella. Morte, fai schifo". Chiaro, nessuno vuole morire.
Invece quel giorno Gesù avvertì Pietro: "Chi vuole salvare la propria vita, la perderà… E quale vantaggio avrà un uomo, se guadagnerà il mondo intero ma perderà la propria vita?".
* Allora: come sarà il pensare secondo Dio di cui parlava Gesù? Lui stesso ha spiegato: "Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà". Gesù passerà attraverso a tante prove e alla morte, ma il Padre lo risusciterà. Primo dei risorti, Gesù andrà a preparare per gli uomini un posto, presso il Padre. Lo ha promesso (Gv 14,2).
* Per Pietro è una lezione difficile: da imparare, e soprattutto da vivere. Ma attraverso una lunga serie di contraddizioni, promesse e tradimenti, alla fine ci riuscirà. Piangerà i suoi tradimenti, gioirà di fronte al Cristo risorto, e poi annuncerà al mondo la risurrezione di Cristo e degli uomini figli di Dio.
Pietro, contagiato dal divino, si è lasciato permeare. L'incontro con Cristo l'ha reso fondamentale nella storia religiosa dell'umanità.
PAOLO: "RINNOVATE IL VOSTRO MODO DI PENSARE"
Infine, terza figura, l'apostolo Paolo: l'irrequieto incendiario, vagante per il mondo per portare Cristo ai pagani. Il suo messaggio è in quella frase: "Fratelli, lasciatevi trasformare, rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio: ciò che è buono, a lui gradito, e perfetto". Lui lo ha fatto per primo.
* Cambiare modo di pensare? Sì: Gesù ha rinnovato il senso della vita e della morte. Ora - dice Paolo - tocca a ogni cristiano.
Quelli che non hanno la fede sovente incontrano solitudine esistenziale, frustrazione. Charles de Gaulle ha raccontato che un giorno a Mosca, in una conversazione tra capi di stato, Iosif Stalin uscì a dire: "Dopo tutto, soltanto la morte è la vera vincitrice".
Senza fede non si può che pensare così. Invece Pascal in uno dei suoi pensieri immagina Cristo che gli dice: "I medici non ti guariranno, perché alla fine morirai. Sono io che ti guarisco, e rendo immortale il tuo corpo". Notare anche la logica stringente di Charles De Foucauld: "Non appena ho creduto che c'era un Dio, ho capito che non potevo fare altro che vivere per lui".
* Forse viene da pensare: ma noi mica siamo giganti nello spirito, siamo piccoli piccoli. Ebbene, anche nel piccolo avvengono le meraviglie di Dio. Si vive una volta sola, e vale la pena provarci.
Enzo Bianco, sdb
Dio non è solo un'idea. Le tre Letture di questa domenica sono a dire che non è lo stesso se si vive senza Dio, o se si lascia che Dio invada la nostra vita e la riempia.
* Ecco tre testimonianze dall'ateismo, prese a caso.
Yuri Gagarin, il primo cosmonauta in orbita attorno alla Terra, diceva ben imbeccato dal suo partito: "Sono andato fino in cielo, ma Dio non l'ho
incontrato". Il biologo Jacques Monod, che non aveva trovato sul vetrino del microscopio le tracce di Dio, sosteneva convinto: "L'uomo sa finalmente di essere solo, nell'immensità indifferente dell'universo, da cui è emerso per caso". E quel poeta italiano, Giorgio Caproni, col suo grido d'angoscia: "Ah, mio dio. Mio Dio. / Perché non esisti?".
È il malinconico vuoto interiore di tanti contemporanei. Solitudine, frustrazione, assenza di un senso con cui orientare l'esistenza.
* Ed ecco tre amici di Dio, perdutamente appassionati, come emergono dalle tre Letture di questa domenica: il profeta Geremia, l'apostolo Pietro, e l'apostolo Paolo.
GEREMIA: "MI HAI SEDOTTO, SIGNORE"
Di Geremia sappiamo che fu profeta e scrittore a Gerusalemme, nel 6° secolo a.C. Era un periodo burrascoso, pieno di violenze, con l'incombente minaccia dell'invasione babilonese sulla Palestina. Da Geremia ci sono giunte pagine infuocate, come di un diario scritto di getto: in esse il profeta apre il cuore e si sfoga quasi entrando in polemica col suo Dio.
* Geremia aveva richiamato con forza Israele a essere fedele all'Alleanza col suo Dio. Era stato la voce del Signore in quel mondo sconvolto. "Devo gridare: violenza! oppressione!" Ma che cosa aveva ottenuto? "Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me". "La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno, tutto il giorno." E infine aveva dovuto rifugiarsi in esilio.
* Nel suo scritto Geremia ricorda i tempi andati: aveva una famiglia, amici. Come tutti. Ma Dio aveva fatto irruzione nella sua esistenza, chiamandolo alla missione di profeta. E ora lui contesta il suo Dio: "Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre…".
Vorrebbe tornare alla tranquillità d'un tempo, dire a se stesso: "Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!". Ma ormai non può più tacere, perché nel suo cuore c'è "come un fuoco ardente - dice -, trattenuto nelle mie ossa".
L'incontro di Geremia con Dio lo ha gettato al di là del trantran quotidiano, rendendolo protagonista nella storia d'Israele.
PIETRO E IL PENSIERO DELLA MORTE
Poi, nel Vangelo, ecco l'apostolo Pietro, fedele accanto a Gesù. Pescatore sul lago di Tiberiade, proprietario col fratello Andrea di una piccola azienda di pesca, con barche e reti. Un giorno gli presentano Gesù: gli sembra un comune profeta itinerante, di quelli che circolavano allora, però espone una dottrina nuova e compie prodigi che nessuno ha mai detto e fatto. Pietro ne è affascinato. Lascia casa, famiglia, azienda e barche, e lo segue ovunque.
Come risposta Gesù sceglie dodici discepoli per la sua missione, e dichiara Pietro capo del gruppo, e capo della futura Chiesa.
* Ed ecco il momento decisivo, della svolta, dell'insegnamento fondamentale. Gesù dà ai dodici un annuncio sconvolgente. Dice che "doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli uomini, dai capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso. Poi "risorgere il terzo giorno".
Dice proprio "venire ucciso", ma Pietro non ci sta e si ribella. Gesù ha parlato anche di risurrezione, ma Pietro non accetta che muoia. "Dio non voglia, Signore: questo non accadrà mai!". Ma Gesù lo blocca: "Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini".
* Già. Come pensano gli uomini? Ricordiamo Claudio Villa, il cantante amato degli italiani: nei suoi ultimi giorni pronunciò una frase che i media subito sbandierarono: "Vita, sei bella. Morte, fai schifo". Chiaro, nessuno vuole morire.
Invece quel giorno Gesù avvertì Pietro: "Chi vuole salvare la propria vita, la perderà… E quale vantaggio avrà un uomo, se guadagnerà il mondo intero ma perderà la propria vita?".
* Allora: come sarà il pensare secondo Dio di cui parlava Gesù? Lui stesso ha spiegato: "Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà". Gesù passerà attraverso a tante prove e alla morte, ma il Padre lo risusciterà. Primo dei risorti, Gesù andrà a preparare per gli uomini un posto, presso il Padre. Lo ha promesso (Gv 14,2).
* Per Pietro è una lezione difficile: da imparare, e soprattutto da vivere. Ma attraverso una lunga serie di contraddizioni, promesse e tradimenti, alla fine ci riuscirà. Piangerà i suoi tradimenti, gioirà di fronte al Cristo risorto, e poi annuncerà al mondo la risurrezione di Cristo e degli uomini figli di Dio.
Pietro, contagiato dal divino, si è lasciato permeare. L'incontro con Cristo l'ha reso fondamentale nella storia religiosa dell'umanità.
PAOLO: "RINNOVATE IL VOSTRO MODO DI PENSARE"
Infine, terza figura, l'apostolo Paolo: l'irrequieto incendiario, vagante per il mondo per portare Cristo ai pagani. Il suo messaggio è in quella frase: "Fratelli, lasciatevi trasformare, rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio: ciò che è buono, a lui gradito, e perfetto". Lui lo ha fatto per primo.
* Cambiare modo di pensare? Sì: Gesù ha rinnovato il senso della vita e della morte. Ora - dice Paolo - tocca a ogni cristiano.
Quelli che non hanno la fede sovente incontrano solitudine esistenziale, frustrazione. Charles de Gaulle ha raccontato che un giorno a Mosca, in una conversazione tra capi di stato, Iosif Stalin uscì a dire: "Dopo tutto, soltanto la morte è la vera vincitrice".
Senza fede non si può che pensare così. Invece Pascal in uno dei suoi pensieri immagina Cristo che gli dice: "I medici non ti guariranno, perché alla fine morirai. Sono io che ti guarisco, e rendo immortale il tuo corpo". Notare anche la logica stringente di Charles De Foucauld: "Non appena ho creduto che c'era un Dio, ho capito che non potevo fare altro che vivere per lui".
* Forse viene da pensare: ma noi mica siamo giganti nello spirito, siamo piccoli piccoli. Ebbene, anche nel piccolo avvengono le meraviglie di Dio. Si vive una volta sola, e vale la pena provarci.
Enzo Bianco, sdb
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