Il Papa all’Angelus:" Gesù ci insegna ad anteporre le necessità dei poveri"
Il passo Vangelo sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci – ha ricordato il Papa - indica tre strade: quella della compassione, della condivisione e dell’Eucaristia. “Avere compassione – ha detto il Santo Padre - significa
immedesimarsi nella sofferenza altrui”. Non è semplicemente sentire pietà:
“Così è Gesù: soffre insieme a noi. Soffre con noi, soffre per noi. E il segno di questa compassione sono le numerose guarigioni da Lui operate. Gesù ci insegna ad anteporre le necessità dei poveri alle nostre. Le nostre esigenze, pur legittime, non saranno mai così urgenti come quelle dei poveri, che non hanno il necessario per vivere. Noi parliamo spesso dei poveri, ma quando parliamo dei poveri, sentiamo che quell’uomo, quella donna, quei bambini non hanno il necessario per vivere”?
Il secondo messaggio è quello della condivisione. E’ questa la logica di Dio, contraria a quella per cui ciascuno pensa solo a sé stesso:
“Quante volte noi ci voltiamo da un’altra parte pur di non vedere i fratelli bisognosi! E questo guardare da un’altra parte è un modo educato per dire, in guanti bianchi, ‘arrangiatevi da soli’. E questo non è di Gesù: questo è egoismo… Quei pochi pani e pesci, condivisi e benedetti da Dio, bastarono per tutti. E attenzione: non è una magia, è un ‘segno’! Un segno che invita ad avere fede in Dio, Padre provvidente, il quale non ci fa mancare il ‘nostro pane quotidiano’, se noi sappiamo condividerlo come fratelli!”.
Il terzo messaggio è quello dell’Eucaristia. Gesù dona “il pane di vita eterna”. Dona sé stesso:
“Ma noi dobbiamo andare all’Eucaristia con quei sentimenti di Gesù, cioè la compassione, e con quella voglia di Gesù – di condividere. Chi va all’Eucaristia senza avere compassione dei bisognosi e senza condividere, non si trova non bene con Gesù” …
Compassione, condivisione, Eucaristia. “Questo è il cammino – ha concluso il Papa – che ci porta ad affrontare con fraternità i bisogni di questo mondo”. Dopo l’Angelus il Pontefice ha rivolto il suo saluto ai coraggiosi fedeli -sotto la pioggia – giunti a Roma da diversi Paesi. Il Santo Padre ha salutato, infine, gli scout dell’Agesci ricordando le migliaia di scout italiani in cammino verso il grande raduno nazionale a San Rossore.
immedesimarsi nella sofferenza altrui”. Non è semplicemente sentire pietà:
“Così è Gesù: soffre insieme a noi. Soffre con noi, soffre per noi. E il segno di questa compassione sono le numerose guarigioni da Lui operate. Gesù ci insegna ad anteporre le necessità dei poveri alle nostre. Le nostre esigenze, pur legittime, non saranno mai così urgenti come quelle dei poveri, che non hanno il necessario per vivere. Noi parliamo spesso dei poveri, ma quando parliamo dei poveri, sentiamo che quell’uomo, quella donna, quei bambini non hanno il necessario per vivere”?
Il secondo messaggio è quello della condivisione. E’ questa la logica di Dio, contraria a quella per cui ciascuno pensa solo a sé stesso:
“Quante volte noi ci voltiamo da un’altra parte pur di non vedere i fratelli bisognosi! E questo guardare da un’altra parte è un modo educato per dire, in guanti bianchi, ‘arrangiatevi da soli’. E questo non è di Gesù: questo è egoismo… Quei pochi pani e pesci, condivisi e benedetti da Dio, bastarono per tutti. E attenzione: non è una magia, è un ‘segno’! Un segno che invita ad avere fede in Dio, Padre provvidente, il quale non ci fa mancare il ‘nostro pane quotidiano’, se noi sappiamo condividerlo come fratelli!”.
Il terzo messaggio è quello dell’Eucaristia. Gesù dona “il pane di vita eterna”. Dona sé stesso:
“Ma noi dobbiamo andare all’Eucaristia con quei sentimenti di Gesù, cioè la compassione, e con quella voglia di Gesù – di condividere. Chi va all’Eucaristia senza avere compassione dei bisognosi e senza condividere, non si trova non bene con Gesù” …
Compassione, condivisione, Eucaristia. “Questo è il cammino – ha concluso il Papa – che ci porta ad affrontare con fraternità i bisogni di questo mondo”. Dopo l’Angelus il Pontefice ha rivolto il suo saluto ai coraggiosi fedeli -sotto la pioggia – giunti a Roma da diversi Paesi. Il Santo Padre ha salutato, infine, gli scout dell’Agesci ricordando le migliaia di scout italiani in cammino verso il grande raduno nazionale a San Rossore.
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