Mario MORRA SDB "MA VOI CHI DITE CHE IO SIA?"
24 agosto 2014| 21a Domenica A - T. Ordinario | Omelia di approfondimento
Nel brano del vangelo odierno, Gesù pone ai suoi discepoli una domanda cruciale: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?… Voi chi dite che io sia?". Dalla risposta a questi interrogativi dipende l'accettazione di Gesù nella sua vera realtà.
La gente era piena di ammirazione per i miracoli che Gesù compiva, ma era anche sconcertata, perché il modo di fare di Gesù non corrispondeva a certi schemi entro i quali si era formata l'immagine del Messia, atteso dal popolo di Israele.
Accanto alla prime entusiastiche affermazioni: "Nessuno può fare i segni che lui fa…Un grande profeta è sorto in mezzo a noi…Insegna come uno che ha autorità… Chi è costui al quale anche il vento ed il mare obbediscono?", sorgono anche i primi sospetti e le prime malignità: "Scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni… è posseduto lui stesso da uno spirito immondo"; per questo alcuni lo abbandonano, perché trovano il suo linguaggio troppo duro e non lo comprendono.
A nome di quelli che rimangono al seguito di Gesù, Pietro fa un atto di fiducia, una professione di fede: "Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Ed alla domanda precisa di Gesù "Voi chi dite che io sia", Pietro risponde per tutti "Tu sei il cristo, il Figlio di Dio".
Pietro riconosce in Gesù il Messia ed il Figlio di Dio, e Gesù, accogliendo la dichiarazione di Pietro, conferma che essa non è frutto di considerazioni umane, ma dono di Dio, del Padre. "Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne, né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli".
In questo modo, Gesù rifiuta l'idea del Messia politico, propria dei farisei e dei Sadducei, ma corregge anche e purifica l'idea del Messia che hanno i discepoli e lo stesso Pietro, facendo loro accettare che la sua missione non è trionfalistica, ma passa attraverso la sofferenza della croce, per arrivare alla gloria della risurrezione.
Il Vangelo di Matteo continua: Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai discepoli ciò che gli doveva capitare. Diceva: "è necessario che io vada a Gerusalemme; gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della legge mi faranno soffrire molto, poi sarò ucciso, ma il terzo giorno risusciterò". A queste parole, Pietro prese da parte Gesù e si mise a rimproverarlo: "Dio non voglia, Signore! No, questo non ti accadrà mai!" Gesù si voltò verso Pietro e disse: "Va' via, lontano da me, Satana. Tu sei un ostacolo per me, perché non ragioni come Dio, ma come gli uomini".
Gesù pone ad ogni cristiano, e quindi a ciascuno di noi la domanda "Voi chi dite che io sia?" ed attende la nostra risposta. Noi non possiamo certo rispondere con il ripetere qualche semplice formula imparata a memoria dal catechismo, ai tempi della scuola, o sentita durante le celebrazioni eucaristiche; è facile dire: "Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, fatto uomo per la nostra salvezza" quando poi la nostra vita di ogni giorno, nell'ambiente in cui ci troviamo, scorre in tutt'altra direzione!
Dobbiamo dare a noi stessi la nostra risposta: chi è veramente Gesù per me? Che cosa rappresenta per me, nella mia vita quotidiana, nei miei progetti di futuro, nella mia visione dell'esistenza e del mondo? Gesù è per me fratello, amico, compagno di viaggio? È colui per il quale sono disposto a mettere in gioco la mia stessa vita?
La Madonna, per la quale Gesù è stato tutta la ragione della sua esistenza, che è vissuta in un crescere continuo di fede in Gesù Salvatore, fino al Calvario, ai piedi della croce, aiuti anche la nostra debole fede. Potremo così rispondere con la vita di ogni giorno: Gesù, tu sei per me la mia salvezza!
Mario MORRA SDB
Nel brano del vangelo odierno, Gesù pone ai suoi discepoli una domanda cruciale: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?… Voi chi dite che io sia?". Dalla risposta a questi interrogativi dipende l'accettazione di Gesù nella sua vera realtà.
La gente era piena di ammirazione per i miracoli che Gesù compiva, ma era anche sconcertata, perché il modo di fare di Gesù non corrispondeva a certi schemi entro i quali si era formata l'immagine del Messia, atteso dal popolo di Israele.
Accanto alla prime entusiastiche affermazioni: "Nessuno può fare i segni che lui fa…Un grande profeta è sorto in mezzo a noi…Insegna come uno che ha autorità… Chi è costui al quale anche il vento ed il mare obbediscono?", sorgono anche i primi sospetti e le prime malignità: "Scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni… è posseduto lui stesso da uno spirito immondo"; per questo alcuni lo abbandonano, perché trovano il suo linguaggio troppo duro e non lo comprendono.
A nome di quelli che rimangono al seguito di Gesù, Pietro fa un atto di fiducia, una professione di fede: "Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Ed alla domanda precisa di Gesù "Voi chi dite che io sia", Pietro risponde per tutti "Tu sei il cristo, il Figlio di Dio".
Pietro riconosce in Gesù il Messia ed il Figlio di Dio, e Gesù, accogliendo la dichiarazione di Pietro, conferma che essa non è frutto di considerazioni umane, ma dono di Dio, del Padre. "Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne, né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli".
In questo modo, Gesù rifiuta l'idea del Messia politico, propria dei farisei e dei Sadducei, ma corregge anche e purifica l'idea del Messia che hanno i discepoli e lo stesso Pietro, facendo loro accettare che la sua missione non è trionfalistica, ma passa attraverso la sofferenza della croce, per arrivare alla gloria della risurrezione.
Il Vangelo di Matteo continua: Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai discepoli ciò che gli doveva capitare. Diceva: "è necessario che io vada a Gerusalemme; gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della legge mi faranno soffrire molto, poi sarò ucciso, ma il terzo giorno risusciterò". A queste parole, Pietro prese da parte Gesù e si mise a rimproverarlo: "Dio non voglia, Signore! No, questo non ti accadrà mai!" Gesù si voltò verso Pietro e disse: "Va' via, lontano da me, Satana. Tu sei un ostacolo per me, perché non ragioni come Dio, ma come gli uomini".
Gesù pone ad ogni cristiano, e quindi a ciascuno di noi la domanda "Voi chi dite che io sia?" ed attende la nostra risposta. Noi non possiamo certo rispondere con il ripetere qualche semplice formula imparata a memoria dal catechismo, ai tempi della scuola, o sentita durante le celebrazioni eucaristiche; è facile dire: "Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, fatto uomo per la nostra salvezza" quando poi la nostra vita di ogni giorno, nell'ambiente in cui ci troviamo, scorre in tutt'altra direzione!
Dobbiamo dare a noi stessi la nostra risposta: chi è veramente Gesù per me? Che cosa rappresenta per me, nella mia vita quotidiana, nei miei progetti di futuro, nella mia visione dell'esistenza e del mondo? Gesù è per me fratello, amico, compagno di viaggio? È colui per il quale sono disposto a mettere in gioco la mia stessa vita?
La Madonna, per la quale Gesù è stato tutta la ragione della sua esistenza, che è vissuta in un crescere continuo di fede in Gesù Salvatore, fino al Calvario, ai piedi della croce, aiuti anche la nostra debole fede. Potremo così rispondere con la vita di ogni giorno: Gesù, tu sei per me la mia salvezza!
Mario MORRA SDB
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