Monastero Domenicano Matris Domini Commento su Rm 12,1-2


Brano biblico: Rm 12,1-2 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )
Collocazione del brano
Con il branetto che leggiamo oggi si apre la seconda parte della lettera ai Romani, chiamata dagli studiosi parenetica, cioè esortativa. Esauriti gli argomenti di tipo teologico Paolo introduce le sue esortazioni ricordando ai cristiani di Roma che la loro religiosità non si esprimerà più con i sacrifici di animali o di vegetali che caratterizzavano i culti pagani, ma con l'offerta della loro stessa vita attraverso un culto spirituale. Tale culti si esprime nella ricercare e compiere la volontà di Dio. Un programma valido per tutti i tempi.

Lectio
Fratelli, 1 vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Questo versetto iniziale nel testo riporta un dunque, che la versione liturgica ha tolto. Questo dunque collega il discorso con quanto è stato detto precedentemente, cioè la parte teologica. Questa seconda parte invece è esortazione, preghiera e incoraggiamento nei confronti dei Romani, in nome della sua autorità di apostolo. Tale esortazione è fatta in nome della misericordia di Dio, di cui ha parlato qualche versetto prima (11,32) parlando del perdono che il Signore ha riversato sui pagani e riverserà anche su Israele. A cosa esorta Paolo? A compiere un atto liturgico. Un atto liturgico che non si compie nel tempio ma nella vita di ogni giorno. I Romani vengono chiamati ad entrare in relazione con Dio, ad essere un offerta vivente con il proprio corpo, con la propria vita quotidiana. Paolo chiama questa offerta culto spirituale. Questo termine era già diffuso in alcuni ambienti religiosi del mondo giudaico ed ellenistico, che ritenevano inutili i sacrifici cruenti degli animali e sostenevano l'importanza di un sacrificio costituito da una condotta morale esemplare.
2 Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
Paolo continua specificando come si debba realizzare questo sacrificio spirituale: vi è un comando negativo e uno positivo. I Romani devono abbandonare la mentalità del mondo. Il termine mondo è inteso qui in senso apocalittico: il mondo presente, destinato alla distruzione, contrapposto al mondo nuovo, al Regno di Dio che lo dovrà sostituire. I credenti sono stati liberati da questo mondo in forza del sacrificio di Cristo. Quindi non sono più schiavi della vita di prima, ma devono tenersi un po' a distanza per non lasciarsi di nuovo coinvolgere.
Essi però non devono diventare eremiti. Semplicemente devono cambiare mentalità, lasciarsi trasformare dalla presenza di Dio nella loro vita. Nelle loro attività quotidiane devono lasciare spazio alla volontà di Dio, cercare di conoscerla e di discernere ciò che è meglio per loro, in modo da vivere pienamente la loro nuova condizione di figli di Dio.
Meditiamo
- Ho mai pensato alla mia vita come a un atto liturgico, un'offerta a Dio, in tutto quello che faccio?
- Mi capita talvolta di conformarmi ancora a questo mondo?
- Come cerco di discernere la volontà di Dio?


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