Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM"SE TI ASCOLTERA’ AVRAI GUADAGNATO IL TUO FRATELLO "

XXIII TEMPO ORDINARIO – 7 settembre 2014
Mt 18,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di
te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non
ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di
due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro,
dillo alla comunità; e se non ascolterà
neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che
scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere
qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre
riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Dopo aver parlato dello scandalo della comunità verso i piccoli, cioè gli emarginati, che possono essere
scandalizzati da quello che vedono all’interno della comunità in termini di ambizione, di superiorità,
Gesù ora arriva a parlare dello scandalo dei dissidi all’interno della comunità. E’ quanto scrive Matteo al
capitolo 18, versetti 15-20.
“«Se tuo fratello»”, quindi si tratta di un componente della comunità, “«commetterà una colpa contro di
te, va’ e …»”, non ammoniscilo, come riporta questa traduzione, ma “«convincilo»”. Non è la posizione
di un superiore verso un inferiore per ammonirlo, ma è la posizione del fratello che cerca di ricomporre
l’unità, cerca di superare il dissidio. Sempre ricordando quanto Gesù già ha ammonito, cioè che prima di
guardare la pagliuzza nell’occhio del fratello, occorre stare attenti che uno non abbia la trave conficcata
nel suo (trave che deforma la sua realtà).
“«Tra te e lui solo»”, quindi al dissidio non deve essere data pubblicità, si deve risolvere il problema. Ed
è la persona offesa che deve andare verso l’offensore, perché chi sbaglia, chi offende spesso non ha il
coraggio, non ha la forza di chiedere scusa, di chiedere perdono. Allora deve essere la parte lesa, la
persona offesa, che va verso l’offensore e ricomporre il dissidio.
1“«E se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi con te una o due persone»”;
sono quelli che nella comunità svolgono il ruolo di costruttori di pace, “«perché ogni cosa sia risolta
sulla parola di due o tre testimoni»”. Secondo quanto affermava il libro del Deuteronomio, capitolo 19,
versetto 15, sulla validità di una testimonianza.
“«Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità»”. Il termine greco è ecclesia che rappresenta la
comunità dei convocati, l’assemblea dei convocati da Gesù, “«E se non ascolterà neanche la comunità,
sia per te»”, quindi non per la comunità, ma per te, “«come il pagano e il pubblicano»”. Cosa significa?
Non significa che quest’individuo, causa del dissidio, vada escluso dall’amore della comunità, e neanche
dal tuo amore, ma significa che questo amore sarà a senso unico.
Mentre nella comunità l’amore donato viene anche ricevuto, perché i fratelli si scambiano
vicendevolmente questo amore, verso la persona che è causa del dissidio, l’amore va dato come quello
verso i nemici. Gesù dirà di amare i nemici, dirà di pregare per i persecutori. Quindi non significa
escludere questa persona dal tuo amore, ma amarlo in perdita, a senso unico.
E sempre parlando della tematica del perdono, Gesù assicura: “«In verità io vi dico: tutto quello che
legherete sulla terra sarà legato in cielo»”. Si tratta sempre del perdono, chi non perdona lega il
perdono di Dio, “«E tutto quello che scioglierete in terra sarà sciolto in cielo»”. Si tratta del perdono, Il
perdono di Dio diventa operativo ed efficace quando si traduce in perdono verso gli altri. Quindi chi non
perdona lega il perdono di Dio, mentre chi perdona lo scioglie.
Al termine del capitolo, al versetto 35, infatti, Gesù dirà: “Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno
di voi se non perdonerete di cuore il vostro fratello”. Quindi questa affermazione di Gesù non riguarda la
concessione alla sua comunità del potere di legiferare in ogni materia e in ogni campo, ma della
responsabilità nel concedere il perdono: se non perdoni leghi il perdono di Dio.
E poi Gesù conclude: “«Ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo»”, il verbo mettere
d’accordo è Sinfoneo, da cui la parola “sinfonia”. E’ importante perché indica la vita della comunità.
Sinfonia significa che diverse voci, diversi strumenti suonano ciascuno dando il meglio di sé. Non ci deve
essere una uniformità di voci e di suoni, ma c’è una varietà nell’unico spartito che è quello dell’amore.
Quindi è l’amore vissuto nelle varie forme, fiorito nelle varie modalità.
“«Per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove due o tre …»”,
ecco ritornano i due o tre che sono stati fautori della pace, coloro che sono andati a eliminare il dissidio,
la loro funzione di costruttori di pace, rende manifesta la presenza del Signore. “«… sono riuniti nel mio
nome io sono in mezzo a loro»”.
E ritorna la tematica cara all’evangelista, quella del Gesù, il Dio con noi. Mentre nella tradizione ebraica
si diceva che dove due o tre si riuniscono per studiare la Torah, la legge, la Shekinà, cioè la gloria di Dio è
in mezzo a loro, Gesù si sostituisce alla legge. L’adesione a Dio non avviene più attraverso una legge
esterna all’uomo, ma nell’immedesimazione con una persona: Gesù, il Figlio di Dio, il modello
dell’umanità. Gesù assicura che quando c’è questa unità, quando si ricompongono i dissidi all’interno
della comunità, la sua presenza è ininterrotta e crescente.

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