Commento a cura di don Eduard Patrascu"Figlio dell'uomo, ti ho posto come sentinella"

COMMENTO ALLE LETTURE
Nell'era dell'informazione che corre da tutte le parti, tante volte senza contare da dove le notizie vengano oppure se esse sono reali, dove ciò che conta è il parlare, il dire tante parole, non importa se magari si rovina una persona o addirittura una intera società, perché oltre tutto, l'importante è la libertà di "dire la mia" - guai se si tocca la libertà dei mass-media! -, il vangelo di questa domenica non sarà sicuramente gradito a chi è appassionato o addirittura dipendente dalla lettura delle tante informazioni di gossip che girano in tv o ancor di più su internet. Mi spiace dover polemizzare contro queste informazioni, ripeto, le cui fonti tante volte si dimostrano non verificate (trasgredendo così una delle più elementari regole del
giornalismo), ma in nome del tanto invocato diritto ad esprimersi, "dico anche io la mia!": chi si fa responsabile delle tante vite rovinate a causa delle informazioni fuori contesto, erronee e addirittura con cattiveria inventate che i mezzi di comunicazione trasmettono e che la gente consuma quasi come una droga? Chi? La legge di libertà di stampa? Chi va punito per i tanti suicidi e i tanti morti a causa delle notizie "da campo di guerra" che sentiamo, troviamo tutti i giorni sui media? Certo, a chi gestisce queste fabbriche economicamente molto efficaci non gli interessano queste cose: basta che si riempiono i conti. Ma quando faranno i conti con Dio... si stringeranno i denti. Non bisogna scordare questo! Mai.
Davanti a tanta abbondanza di informazioni, talvolta di grossissime e tendenziose bugie, come si fa a discernere la verità? Come si fa a non lasciarsi influenzare e condizionare da queste notizie? Oggigiorno non si può vivere in un mondo parallelo: è questo il nostro mondo ed è in questo che, noi cristiani, dobbiamo introdurre la nostra buona notizia, il Vangelo. La fuga mundi non è, a mio avviso, il metodo migliore. Bisogna darsi da fare per trasformare questo mondo in un mondo migliore. E credo che la prima lettura ci dia una pista per una soluzione straordinaria. Quale? L'immagine della sentinella penso sia molto suggestiva. Cosa è una sentinella e cosa fa?
Il tema della sentinella presente nella prima lettura non è una novità nella Bibbia. Basti ricordare quel "sentinella, quanto resta della notte?" di Is 21. Se normalmente la sentinella era quella persona che stava sulla torre della città - giorno e notte - per sorvegliare i dintorni e scorgere se si fosse avvicinato qualche nemico (vedere 2Sam 18 o 2Re 9), il cap. 3 del Libro del profeta Ezechiele dimostra uno sviluppo interessante dell'immagine (si veda anche Ez 33). Ed è la prima lettura di questa domenica, dove si può vedere come il profeta diventa sentinella d'Israele non per difendere dai nemici in senso politico, ma per quelli in senso religioso: dunque, c'è una sfumatura teologica dell'idea della sentinella, che si incontra anche in Osea 9. Allora, possiamo capire perché "fare la sentinella" può essere la soluzione alle tante informazioni distorte che dobbiamo consumare tutti i giorni.
A questo punto, bisogna chiedersi cosa fa una sentinella. La stessa prima lettura di oggi ci indica il primo atteggiamento della sentinella, ed è quella dell'ascolto: "Quando sentirai dalla mia bocca una parola". Quindi ciò che deve fare una sentinella è sentire. Mi viene in mente il brano di Is 50: "Ogni mattina [il Signore] fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro". La sentinella sulla torre, soprattutto di notte, deve saper ascoltare. Nel buio della notte, il nemico può avvicinarsi senza alcun cenno di luce, quindi una sentinella che non sa ascoltare può rovinare la vita non solo sua, ma di tutta la città. Ma la nostra sentinella "teologica", cosa deve ascoltare? Ebbene, per non lasciarsi sopraffare dalle informazioni sbagliate e per poter discernere la cosa da fare nella vita, l'unica cosa che bisogna ascoltare e che è sicura guida nella vita è la Parola di Dio. Il contatto quotidiano con la Scrittura è guida sicura contro qualsiasi visione distorta della vita, così come tante volte ce la presenta la stampa.
Poi, una sentinella deve vedere bene. Se ha sentito il minimo rumore nei dintorni, deve poi scorgere anche nel buio il pericolo. Se dovesse capitare che non sente il pericolo e lo vede prima, potrebbe essere già troppo tardi: il nemico potrebbe essere troppo vicino è non farebbe in tempo suonare la campana o il corno per avvertire i suoi protetti. Ma così verrebbe meno alla sua missione e metterebbe ancora una volta in pericolo la vita della città. Per quanto riguarda l'informazione dei nostri tempi come si fa a non vedervi le tante bugie che si scrive solo per fare scoop e per vendere quel prodotto?
Per ultimo, la sentinella deve saper avvertire... parlare. Se volete, qui abbiamo a che fare con la testimonianza. Ma è per ultimo. Mi pare che oggigiorno tante volte capita che questa successione sia capovolta: si parla tantissimo, ma senza aver percorso le prime due tappe: quella dell'ascolto e quella del vedere (vale a dire: quella della verifica, del discernimento).
Dunque, l'immagine della sentinella, a parte la provocazione per un'atteggiamento critico di fronte alle tante informazioni della stampa, credo abbia ancora un'altra sfumatura, in ciò che deve fare la sentinella - ascoltare, vedere, testimoniare - si può vedere una bella parabola della vita di fede, la quale si fonda prima di tutto sull'ascolto della Parola (fides ex auditu), cresce con il vedere la presenza di Dio nella storia e arriva alla maturità nella testimonianza. Capovolgere questa successione potrebbe portare alla mistificazione della stessa vita di fede e addirittura ad un fondamentalismo pericolosissimo. E la storia anche recentissima ci svela quanto sia pericoloso questo tipo di fede.
Scatta qui allora l'invito di pregare il Signore che ci doni la triplice grazia: quella dell'ascolto, quella del saper vedere e poi quella del testimoniare la bellezza di vivere in sua presenza, l'unica cosa certa, l'unica bella e vera notizia. Che diventiamo tutti sentinelle del terzo millennio, così come il santo papa Giovanni Paolo II invitava i giovani a Tor Vergata!

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