Don Paolo Zamengo SDB"Un uomo aveva due cuori"

   Mt 21, 28-32
Un uomo aveva due figli. Il padre chiede ai figli di occuparsi della sua vigna. Perché gli operai a salario non bastano, perché ci vuole occhio e cuore per i lavori di famiglia. La vigna richiede una cura che solo chi ama può dare.  Solo una passione familiare assicura a quella vigna presenza attenta e dedizione assoluta.
Alla richiesta del padre il primo dei figli risponde garbatamente di sì ma non va a
lavorare. Egli vive con il padre ma il suo cuore è lontano. Vince l’apparenza, la finzione. Immaturo e narcisista quel figlio non si accorge di ciò che succede oltre la siepe della propria vita. Usa e abusa di suo padre. Si riempie la bocca di cose sacre ma la sua correttezza è esteriore e la sua adesione è puramente verbale. Dice di sì ma solo con le labbra, il suo amore è spento da tempo.

“Non ne ho voglia” è la risposta del secondo figlio. Sincero e impietoso. Uno strappo in piena regola. Un atto di rivolta. Una contestazione esplicita. Ma questo no così frettoloso nasconde un intimo tormento. Il suo rifiuto oltre ad offendere il padre si trasforma in boomerang e, lentamente, cambia la sua spavalderia in amarezza. “Ma poi si pentì e andò nella vigna”.

Il figlio sgarbato e irriverente compie la volontà del padre mentre quello educato e rispettoso si allontana sempre più. Per quest’ultimo non c’è un “ma poi”. Mentre per quello da cui non ci si aspettava nulla, la pausa di riflessione è servita come cammino di verifica e di ripensamento.

Senza vera e profonda conversione l’adesione di fede resta fredda e annoiata. Dio va guardato in faccia.

La conclusione di Gesù colpisce quanti si nascondono dietro le belle parole ma intanto se ne infischiano della  volontà di Dio Padre. I farisei di allora e di oggi hanno avuto e hanno varie opportunità per credere me le hanno snobbate e la loro religiosità di facciata non salva.

“Chi dei due figli ha compiuto la volontà del padre?” chiede Gesù. “L’ultimo” è la risposta. E Gesù conferma che non è preclusa a nessuno la strada della salvezza e nomina due categorie di persone che tutti consideriamo le ultime, l’estremo avamposto del male. La corruzione e la prostituzione. L’anima e il corpo immolati sull’altare del denaro.

Bisogna fermarsi, riflettere e convertirsi da una osservanza puramente fittizia. Il perbenismo borghese ha narcotizzato le coscienze e ha stretto corazze che impediscono al cuore di battere. Ma chi ritorna al Signore si restituisce, prima di tutto,  anche a se stesso.

Oggi Gesù ci indica la sua strada. La verità è anche questo: un sì che di fatto diventa no, e un no che, per grazia, diventa un sì.


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