don Roberto Rossi" Riuniti nel Suo nome"
XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (07/09/2014)
Vangelo: Mt 18,15-20
Dice Gesù: "Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà".
Perché Gesù assicura che la preghiera "concorde" viene ascoltata?
Perché è fatta nella carità, nel perdono, nella comprensione, nella condivisione, in quell'amore che è capace di dare la vita per la persona amata.
Gesù ci indica una preghiera vissuta nell'amore, non nell'individualismo, nell'illusione di un proprio raccoglimento. Bisogna sempre unirsi agli altri. Non per niente la Messa è l'unità del Corpo di Cristo che è la Chiesa. E la preghiera personale, l'adorazione silenziosa, la contemplazione? Sono molto necessarie per divenire capaci di amare, di unirci agli altri, di percepire che ogni atto di amore al Signore è vero se è nello stesso tempo amore concreto ai fratelli.
Ma soprattutto il motivo per cui la preghiera "concorde" è ascoltata è perché Gesù stesso è in mezzo a noi, il suo Spirito d'amore prega con gemiti inesprimibili.
"Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro". Dov'è Gesù, dove lo incontriamo, dove facciamo esperienza di Lui, dove troviamo la sua grazia di salvezza? Quando siamo riuniti nel suo Nome, nel suo amore, Lui è in mezzo a noi, con noi, per noi.
Cristo, vivente nei cieli, Cristo presente nell'Eucarestia e nella Parola, Cristo presente nel prossimo bisognoso... è presente e operante in mezzo a noi, "riuniti nel suo nome", nella comunione fraterna, nella comunità cristiana.
Quale miracolo di grazia, di forza, di potenza è la presenza di Cristo con noi!
"Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro". "Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la "mistica" di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po' caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiudersi in sé stessi significa assaggiare l'amaro veleno dell'immanenza, e l'umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo". (papa Francesco, La gioia del Vangelo, n. 87) .
Vangelo: Mt 18,15-20
Dice Gesù: "Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà".
Perché Gesù assicura che la preghiera "concorde" viene ascoltata?
Perché è fatta nella carità, nel perdono, nella comprensione, nella condivisione, in quell'amore che è capace di dare la vita per la persona amata.
Gesù ci indica una preghiera vissuta nell'amore, non nell'individualismo, nell'illusione di un proprio raccoglimento. Bisogna sempre unirsi agli altri. Non per niente la Messa è l'unità del Corpo di Cristo che è la Chiesa. E la preghiera personale, l'adorazione silenziosa, la contemplazione? Sono molto necessarie per divenire capaci di amare, di unirci agli altri, di percepire che ogni atto di amore al Signore è vero se è nello stesso tempo amore concreto ai fratelli.
Ma soprattutto il motivo per cui la preghiera "concorde" è ascoltata è perché Gesù stesso è in mezzo a noi, il suo Spirito d'amore prega con gemiti inesprimibili.
"Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro". Dov'è Gesù, dove lo incontriamo, dove facciamo esperienza di Lui, dove troviamo la sua grazia di salvezza? Quando siamo riuniti nel suo Nome, nel suo amore, Lui è in mezzo a noi, con noi, per noi.
Cristo, vivente nei cieli, Cristo presente nell'Eucarestia e nella Parola, Cristo presente nel prossimo bisognoso... è presente e operante in mezzo a noi, "riuniti nel suo nome", nella comunione fraterna, nella comunità cristiana.
Quale miracolo di grazia, di forza, di potenza è la presenza di Cristo con noi!
"Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro". "Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la "mistica" di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po' caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiudersi in sé stessi significa assaggiare l'amaro veleno dell'immanenza, e l'umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo". (papa Francesco, La gioia del Vangelo, n. 87) .
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