Ermete TESSORE sdb "Le strade del regno"

 28 settembre 2014 | 26a Domenica A | T. Ordinario | Omelia di approfondimento
L’azione descrittaci dall’odierno brano evangelico avviene nel Tempio di Gerusalemme. Gesù è
perfettamente conscio che la sua vita è in pericolo. Gli scribi ed i farisei sono assatanati contro di
Lui. Lo attaccano ripetutamente in pubblico, ma vengono puntualmente scornati. Sta capitando
quello che di peggio può succedere ad un uomo mediorientale: la perdita della faccia. La rivalità si
sta trasformando in odio.

Gesù non indietreggia. Ribatte colpo su colpo, anzi rilancia la sfida.
Davanti a Dio è meglio rispondere affermativamente ai suoi appelli solo per salvare le apparenze, e
poi fregarsene in privato, oppure apparire poco docili nel diniego apparente e poi ubbidirlo nel
segreto della propria coscienza? In altre parole, per Dio è più importante una religione fatta di
formalismi esteriori, che fanno da schermo ad una incredulità reale, oppure è meglio non badare
troppo ai salamelecchi bigotteschi e vivere nei fatti concreti i comandamenti? La rispostaè ben
conosciuta dagli antagonisti di Gesù.
Sanno a memoria le parole di Isaia: “Non voglio sacrifici, ma
giustizia!” Com’è possibile conciliare la fede in Dio con la corruzione, l’ingiustizia, il disprezzo,
l’aridità del cuore, l’arrivismo, l’ipocrisia, il male, l’oppressione, lo sfruttamento, la falsità? Il regno
dei cieli è per pubblicani e prostitute, cioè proprio per coloro che sono alla cima della scala del
disprezzo di chi si reputa santo solo perché salva le apparenze. Gesù non vuole elogiare il mestiere
esercitato da pubblicani e prostitute: tutt’altro! Semplicemente vuol dire che Dio non è così babbeo
da accontentarsi dell’apparenza, ma sonda il cuore e l’intimo della persona. E dietro un
comportamento sconveniente si può celare un grande cuore, conscio della propria debolezza e
vulnerabilità, ma aperto a ricevere e dare perdono Al contrario dietro un’apparenza di santità si può
nascondere un cuore pietrificato dall’odio, incrostato dall’egoismo e reso arido dall’incapacità di
amare.

La strade del regno di Dio non sono abitate da mandolinari perennemente inneggianti ai
potenti di turno e proni davanti alla più svariate autorità di passaggio. I costruttori del Regno
smoccolano magari, ma non tradiscono; dicono parolacce ma non maldicenze; sono magari
ignoranti di liturgia ma conoscono bene gli atteggiamenti caritatevoli. Il profeta Ezechiele ci
ricorda che il nostro Dio è dio della vita e dei vivi. Chiaramente non si riferisce solo alla vita in
senso strettamente biologico. Vivo è colui che riconosce i propri peccati e si converte; chi
abbandona l’iniquità e l’ingiustizia ed abbraccia giustizia e rettitudine. Il regno dei cieli non è
popolato da zombie cinici ed autoreferenziali, da gatte morte adulanti ed arriviste, da baciapile
formali ed egotisti.

Gli uomini del regno hanno la faccia scavata dalla fatica dello sforzo continuo
di vivere alla luce dell’amore e della compassione. Il loro cuore porta le cicatrici della caduta e
della debolezza, ma non è solcato dagli abissi dell’ipocrisia e della falsità. La coscienza della
propria debolezza e del proprio peccato impedisce loro di impancarsi a giudici del prossimo. Gli
uomini del regno sono coloro che , soprattutto, oggi sono chiamati a porre un freno alla deriva
collettiva a cui assistiamo.

L’immane valanga di sporcizia che si è abbattuta sulla società civile e
sulla chiesa non li lascia indifferenti. Loro non giudicano le persone: le affidano al tribunale di Dio.
Sono implacabili contro l’immoralità, contro la banalizzazione della sessualità, contro l’orribile
crimine della pedofilia, contro coloro che manipolano le coscienze… Nel silenzio e con
determinazione, come Gesù, spogliano se stessi perché l’umanità intera risvegli la propria coscienza
di essere figlia di Dio e riprenda a vivere in modo conforme all’insegnamento ed alla testimonianza
ricevuta in eredità da Cristo morto e risorto.

                                                                                    Ermete TESSORE sdb |

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