mons. Antonio Riboldi"La bellezza di essere sempre veri"

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) 
Vangelo: Mt 21,28-32 
Capita a tutti, credo, di sentire giudizi o commenti sulle persone che sono vicine o che incontriamo o frequentiamo. È molto difficile, per non dire impossibile, che qualcuno si salvi da un errato giudizio verso qualcuno.
Siamo portati, per difetto, a vedere il
male più che ammirare il bene che vi è in tutti noi.
E tante volte sottolineiamo appunto ciò che riteniamo male, ma difficilmente siamo attenti al bello che è in tanti, anche perché a volte è difficile distinguere in una persona cattiveria o semplicemente un modo di comportarsi o le conseguenze del carattere.
Purtroppo anche noi cristiani, che dovremmo avere occhi puliti nel valutare il comportamento del
Prossimo, ricordando la Parola saggia di Gesù: 'Non giudicate e non sarete giudicati', di fatto lasciamo che i nostri occhi siano appannati dalla prima impressione, che si ha di qualcuno, dai pregiudizi, che albergano in noi e nella società che ci circonda, dall'opinione pubblica modaiola e 'gregge'.
Del resto sappiamo anche quanto sia difficile, per ciascuno, riconoscere fino in fondo se in noi prevalga la bontà o la leggerezza nel giudicare noi stessi e gli altri - quante volte inganniamo noi stessi sulle vere motivazioni che ci spingono ad agire!
Eppure il vero dialogo, o se volete la vera convivenza, dovrebbe avere le sue basi sulla verità e la compassione verso gli altri... e anche verso se stessi, consapevoli di essere tutti 'grandi' nel destino, ma, pur sempre creature limitate.
Tutti facciamo esperienza della nostra fragilità, che ci porta a volte, anche se non vogliamo, ad essere ed apparire quello che non vorremmo - quando siamo consapevoli e alla ricerca della verità.
E ci fa tanto male che altri vedano in noi quello che non siamo o non vogliamo essere.
Tutti aspiriamo ad essere, più che giudicati, compresi, conosciuti nelle nostre vere aspirazioni, e soprattutto amati, soprattutto nei momenti difficili, in cui abbiamo bisogno di comprensione e non di giudizi errati o senza spazio all'amore.
Dice oggi il profeta Ezechiele:
"Voi dite: 'Non è retto il modo di agire del Signore'. Ascolta, dunque, popolo d'Israele: non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia per commettere l'iniquità, a causa di questa muore: ed egli muore appunto per l'iniquità che ha commesso. Ma se l'ingiusto desiste dall'iniquità, che ha commessa, e agisce con giustizia e rettitudine, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto e si è allontanato da tutte le colpe commesse; egli
certo vivrà e non morirà". (Ez. 18, 25-28)
Capitava spesso a Gesù di trovarsi a parlare davanti ad una folla, che ripeteva i nostri stessi sbagli e
giudizi. C'era chi si riteneva giusto, come i farisei. Loro, almeno in apparenza, osservavano la Legge, fino a spaccare - esternamente - il pelo! Tanto da arrivare a giudicare persino Gesù, il Giusto per eccellenza, da loro considerato un peccatore, perché guariva in giorno di sabato!
Una pretesa da folli, assomigliavano al primo figlio, di cui parla il Vangelo oggi. La loro è una giustizia di forme, priva di amore. Non solo giudicavano spietatamente gli altri, ma addirittura stabilivano la condanna a morte per chi aveva sbagliato.
Ricordiamo il fatto dell'adultera, colta in fragrante reato. Viene portata da Gesù, trascinata da una folla, che attraverso la condanna della donna, mira alla condanna di Gesù.
Tutto dipendeva da quello che il Maestro avrebbe risposto.
E questa è davvero ipocrisia, mascherata con un falso desiderio di giustizia.
Gesù inizialmente risponde con il silenzio, come se il caso non lo riguardasse... crea uno spazio 'vuoto', da riempire con calma e riflessione, per poi semplicemente riportare tutti alla realtà: "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra".
È impressionante la scena evangelica successiva... tutti, dai più anziani ai più giovani... se ne andarono. Quella dei farisei è una terribile ipocrisia, che possiamo trovare anche oggi in tanti casi, che generano solo tante, ma tante sofferenze.
Ricordo un fatto personale. Un giorno su 'Il Mattino', giornale napoletano, uscì un articolo, che cercava di mostrare come la mia battaglia alla camorra fosse finta e di fatto un modo per difendere i camorristi. Chiamai il direttore del giornale, che si scusò, mettendo la testata a mia disposizione, per
affermare la verità... rinunciai, anche se simili attacchi ed accuse, fanno un grande male.
Per Gesù la giustizia è altra cosa, cosi come ogni virtù. Giustizia è un atto di amore da parte del Cuore di Dio, che sostiene la nostra volontà ed attende una risposta che sia amore, non apparenza.
Può sembrare duro questo affidarsi all'Amore, che ci mette alla prova.
Venne chiesto una volta a Madre Teresa di Calcutta: 'Se rinascesse, rifarebbe la stessa vita?' Tra lo sbigottimento generale, rispose: 'Oggi sapendo quanto può essere duro fare la volontà di Dio, sarei tentata di dire di no'. Nell'assemblea ci fu un vero smarrimento. Non si aspettavano queste scarne parole della Madre, che evidenziavano la durezza della croce. Ma dopo alcuni istanti di silenzio totale, improvvisamente Madre Teresa, sorridendo, sorprese tutti ... "ma sapendo quanto Dio mi voglia bene e quanto gliene voglio io, credo Gli direi nuovamente di sì". Vi fu un applauso scrosciante ed entusiasta dei giovani presenti.
Che il nostro sia il tempo del "Sì", per chi è veramente discepolo di Cristo, dovrebbe essere chiaro per tutti. Il mondo sfacciatamente evidenzia la sua mostruosa faccia di falsità.
Inganna, offrendo ciò che non è bello agli occhi, non solo di Dio, ma di ogni uomo, tanto più se uomo di fede, illudendoci che la vera felicità sia in suo possesso: falsità, inganno, menzogna.
È coinvolgente per noi il Vangelo di oggi, stretti come siamo dalla volontà di restare fedeli a Dio e la tentazione continua di 'non considerarlo' o, Dio non voglia, voltargli le spalle...
Scrive l'evangelista Matteo:
"In quel tempo Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 'Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli: rivoltosi al primo disse: 'Figlio, và oggi a lavorare nella vigna'. Ed egli rispose: "Sì, signore" ma non andò.
Rivoltosi al secondo gli disse lo stesso. Ed egli rispose: 'Non ne ho voglia, ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Dicono: 'L'ultimo',
E Gesù disse loro: "In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano davanti nel Regno di Dio. E' venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli". (Mt. 21, 28-32)
Una bella lezione per tutti noi e sulle nostre scelte che, a volte, assomigliano alla risposta del primo figlio. Scrive con efficacia Paolo VI:
"Il grande fallo di tanti cristiani moderni è l'incoerenza e la mancanza di fedeltà alla Grazia, ricevuta nel Battesimo e successivamente in altri sacramenti, e agli impegni solenni e salutari, assunti verso Dio, verso la Chiesa nella celebrazione di un patto, di una alleanza, di una comunione di vita soprannaturale, che non mai avrebbe dovuto essere trascurata o tradita. Quale grande vantaggio di avere tenuto fede lealmente a quegli impegni che danno senso, virtù e merito alla vita cristiana" (1974)
Gesù ci aiuti ad essere sempre nella vita testimoni viventi della fede e dell'amore a Lui, distinguendoci da questo mondo, che non ha più riferimenti e non sa più 'volare alto', poiché si affida a ciò che non lascia spazio alla Grazia.
"O Divin Redentore, che hai amato e ami la Chiesa e per essa hai dato te stesso,
al fine di santificarla e farla comparire innanzi a Te, risplendente di gloria,
rendi, questa tua Chiesa, Una nella tua carità,
Santa nella partecipazione alla tua santità.
Sia ancora oggi, nel mondo, vessillo di salvezza per gli uomini,
centro di unità di tutti i cuori, ispiratrice di santi propositi.
Che i suoi figli, lasciata ogni divisione e indegnità,
le facciano onore, sempre e ovunque,
affinché tutti gli uomini, che ancora non le appartengono,
guardando ad essa, trovino Via, Verità, Vita,
e in Te siano ricondotti al Padre, nell'unità dello Spirito Santo".

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