D. Mario MORRA SDB"Amerai il Signore tuo Dio e il tuo prossimo come te stesso"

26 ottobre 2014| 30 a Domenica A - T. Ordinario | Omelia di approfondimento
Domenica 30a - Tempo Ordinario
Dobbiamo essere grati a quel dottore della legge che, per mettere alla prova Gesù, gli pone la domanda tranello "Maestro, quale è il più grande comandamento della legge?"; egli ci ottiene così da Gesù una risposta chiara ed estremamente importante anche per noi. "Il più grande ed il primo dei comandamenti è: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente" "Il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti
dipende tutta la Legge e i Profeti", da essi cioè si possono far derivare tutti gli altri comandamenti.
Nella sua risposta Gesù ripete quasi alla lettera le parole contenute nella Bibbia riguardanti l'amore di Dio e l'amore del prossimo, che i suoi ascoltatori conoscevano bene, ma la sua originalità sta nel fatto di aver fissato con chiarezza la priorità dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo, su tutti i tanti altri precetti. Tutto deve essere fatto per amore di Dio e del prossimo, dalle azioni più normali di ogni giorno, in famiglia o sul lavoro, alle attività più impegnative di carattere civile, sociale o ecclesiale.
Un ulteriore aspetto di novità e di originalità nella risposta di Gesù sta nel fatto che Gesù aggancia l'amore del prossimo all'amore di Dio, ad indicare che l'amore del prossimo è il prolungamento dell'amore di Dio. Anzi non può esserci vero amore di Dio senza un vero amore del prossimo.
E per prossimo Gesù non intende, come i suoi ascoltatori, solo chi fa parte della propria nazione, della propria razza o religione. Per Gesù prossimo è ogni uomo, senza alcuna discriminazione, con l'unica preferenza per chi è nel bisogno, nella necessità.
Per questo Gesù ha narrato la parabola del buon Samaritano che si ferma a soccorrere l'uomo sul ciglio della strada, senza considerare a quale categoria esso appartenga; per questo il Vangelo ci riporta le parole di Gesù giudice: avevo fame, avevo sete, ero nella necessità, e mi avete dato da mangiare, da bere, mi avete aiutato; quando? Quando lo avete fatto al più piccolo dei miei fratelli.
Queste parole di Gesù hanno una risonanza particolare in questo mese di Ottobre (che si chiude) dedicato alle Missioni.
Siamo stati invitati a sostenere le iniziative che la Chiesa, attraverso l'opera dei Missionari, porta avanti a favore di tanti nostri fratelli che sono in difficoltà ed in necessità.
Il Concilio Vaticano II ci esorta: "Dovunque c'è chi manca di cibo o di bevanda, di vestito, di casa, di medicine, di lavoro, di istruzione, dei mezzi necessari per condurre una vita veramente umana…ivi la carità cristiana deve cercarli e trovarli, consolarli con premurosa cura e sollevarli, porgendo aiuto" (Ap. Ac. 8).
È un aiuto per sensibilizzare la nostra carità a soccorrere le necessità di chi è più povero di noi.
S. Paolo però, nel brano della lettera ai Cristiani di Tessalonica, che abbiamo sentito nella 2a lettura, ci ricorda che tutti noi abbiamo un altro dovere nei riguardi delle Missioni: quello di essere modello di fede per i credenti, come i Tessalonicesi erano di esempio non solo agli abitanti della Macedonia e dell'Acaia, ma di tutti i luoghi.
S. Paolo afferma con soddisfazione che i Tessalonicesi sono diventati imitatori di Cristo e degli Apostoli, "avendo accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande tribolazione, così da diventare modello a tutti i credenti che sono nella Macedonia e nell'Acaia. Infatti la parola del Signore rieccheggia per mezzo vostro non solo in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, di modo che non abbiamo più bisogno di parlarne."
L'impegno di ogni cristiano, di ciascuno di noi quindi, è quello di essere missionario attraverso la propria vita di fede. Vivendo da cristiani convinti noi siamo di appoggio sicuro ai missionari che affrontano pericoli e difficoltà per portare l'annuncio della parola del Signore in regioni lontane.
Che i Missionari in Africa, in Asia, in Cina, in tutto il mondo possano sempre indicare ai loro ascoltatori, come esempio, la fede della vecchia Europa, dell'Italia, di Torino, di ciascuno di noi, come S. Paolo porta come esempio la fede dei Tessalonicesi.
Ci aiutino la Madonna e don Bosco ad essere dei missionari convinti nel nostro ambiente, attraverso la nostra vita, vissuta con coerenza al Vangelo che professiamo.



D. Mario MORRA SDB

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