don Giovanni Berti" Se non ami non credi"

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (26/10/2014)
Vangelo: Mt 22,34-40 
Una delle trappole retoriche delle prediche domenicali sono le frasi fatte...
Chissà quante volte ci sono cascato anche io, ma per fortuna ogni tanto qualche paziente fedele me lo dice o me lo fa capire.
Mi ricordo che una volta in una predica insistevo sul "bisogna amare Dio sopra ogni cosa", proprio come nella frase del
Vangelo di oggi. Dicevo con enfasi e convinzione che la cosa più importante per un cristiano è avere "il proprio cuore rivolto a Dio" e "amarlo in ogni momento e occasione della vita"...
Un caro amico alla fine della messa mi avvicina e con un sorriso mi dice "Sei rimasto per aria durante la predica!", spiegandomi in sintesi che tutto il mio parlare dell'amore per Dio era bello ma privo di concretezza. Alla fine non avevo risposto alla domanda che più importante: come si ama Dio?
Nel racconto del Vangelo di questa domenica, a Gesù viene posta la domanda delle domande, proprio dai farisei che avevano nel culto e nella fedeltà a Dio e alle sue leggi il centro della loro vita spirituale: quale è il comandamento principale, quello che riassume tutte le leggi, tradizioni, insegnamenti della religione basata sulla Legge e i Profeti? Gesù dà una risposta che sembra doppia ma in realtà è unica: il grande comandamento è proprio amare Dio con cuore, anima e mente, e amare il prossimo come se stessi. Due parti dello stesso comandamento che Gesù fonde insieme come le due facce dell'unica medaglia che non possono mai stare separate.
Amare Dio è amare il prossimo, amando il prossimo amo Dio. Non è possibile separare queste due realtà: se voglio amare Dio non posso non amare chi di Dio è ad immagine e somiglianza, cioè l'essere umano; se amo l'essere umano in modo vero non posso non arrivare ad amare il suo Creatore, anche se non lo conosco o magari ne nego a parole l'esistenza.
Il non amare è una sorta di ateismo della vita, anche se con la mente e le labbra affermo di credere in Dio e lo prego. Parlare tanto dell'amore di Dio senza andare verso l'uomo rischia davvero di essere un concentrato di frasi fatte ma inutili e spesso irritanti.
Gesù quando parla di amare il prossimo come se stessi, non dice "più di se stessi", ma "COME se stessi".
Nel prossimo non posso che vedere me stesso, le mie esigenze profonde di amare ed essere amato, compreso, ascoltato, soccorso e sostenuto. Nel prossimo vedo me stesso, come Dio vede se stesso proprio in me che porto la sua immagine da sempre.
Gesù indubbiamente amava Dio Padre sopra ogni cosa, con tutto il cuore, l'anima e la mente, e lo insegnava ai suoi discepoli proprio prendendosi cura di chi era più lontano, solo e malato, vedendo se stesso persino nei più piccoli e rifiutati.
Davvero la via di Dio è la via dell'uomo: per trovare Dio e amarlo, devo cercarLo nell'uomo e chinarmi su di lui... e non è una frase fatta, ma un insegnamento da vivere, concretamente come Gesù ha fatto.

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