don Roberto Seregni " Il primato di Dio"
XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) Vangelo: Mt 22,15-21
Proprio un bel tranello! Ma il nostro Maestro - come sempre... - non si lascia imbrigliare nelle maglie strette dei ricatti dei suoi oppositori. Dopo le tre parabole sull'accoglienza e il rifiuto di Gesù, il racconto di Matteo ci propone una serie di dispute in cui i farisei, i sadducei e gli erodiani sottopongono al Rabbì di Nazareth
alcune delle questioni più scottanti del momento.
Sia chiaro: a nessuno interessa il Suo parere, vogliono solo trovare il pretesto per puntare il dito contro di Lui.
Un tranello, dicevo. In qualunque modo Gesù avesse risposto alla domanda maliziosa dei farisei e degl'erodiani, si sarebbe tirato la zappa sui piedi. Se avesse risposto che è lecito pagare il tributo a Cesare, avrebbe perso tutta la simpatia delle folle e soprattutto sarebbe stato accusato d'infedeltà verso il Dio di Israele che è l'unico che deve essere servito (cfr Dt 6,4-13). Se invece avesse risposto che non è lecito pagare il tributo, avrebbe sollevato le autorità romane e la relativa accusa di ribellione e di istigazione delle folle contro il potere costituito.
Insomma: Gesù si trova in un bel pasticcio!
Ma la risposta del Rabbì di Nazareth è completamente inattesa e disarmante. Gesù evita brillantemente di scivolare nelle pieghe del tranello, supera la logica dello schieramento e porta i suoi interlocutori a fare un passo indietro.
Gesù chiede una moneta.
Qual'è l'immagine stampata su di essa? Chi è il proprietario?
Cesare!
Ok, è roba sua, restituiscila a lui.
E fino a qui mi sembra un ragionamento evidente. Sulla seconda parte della risposta, invece, troviamo tutta la carica profetica di Gesù: "a Dio quello che è di Dio".
La preoccupazione del Rabbì di Nazareth è tutta tesa nel fare emergere il primato di Dio. In nessuna situazione politica lo stato può erigersi a valore assoluto. Nessun uomo di potere può arrogarsi i diritti di Dio o sostituirsi alla coscienza degli uomini.
L'autorità di Cesare è sulla circonferenza della moneta, perché lì è la sua immagine.
Il primato di Dio è sul cuore dell'uomo, perché lui è la Sua immagine.
Il tesoro di Cesare sono le sue monete.
Il tesoro del Dio Vivente è il nostro cuore.
Buona settimana
don Robi
Proprio un bel tranello! Ma il nostro Maestro - come sempre... - non si lascia imbrigliare nelle maglie strette dei ricatti dei suoi oppositori. Dopo le tre parabole sull'accoglienza e il rifiuto di Gesù, il racconto di Matteo ci propone una serie di dispute in cui i farisei, i sadducei e gli erodiani sottopongono al Rabbì di Nazareth
alcune delle questioni più scottanti del momento.
Sia chiaro: a nessuno interessa il Suo parere, vogliono solo trovare il pretesto per puntare il dito contro di Lui.
Un tranello, dicevo. In qualunque modo Gesù avesse risposto alla domanda maliziosa dei farisei e degl'erodiani, si sarebbe tirato la zappa sui piedi. Se avesse risposto che è lecito pagare il tributo a Cesare, avrebbe perso tutta la simpatia delle folle e soprattutto sarebbe stato accusato d'infedeltà verso il Dio di Israele che è l'unico che deve essere servito (cfr Dt 6,4-13). Se invece avesse risposto che non è lecito pagare il tributo, avrebbe sollevato le autorità romane e la relativa accusa di ribellione e di istigazione delle folle contro il potere costituito.
Insomma: Gesù si trova in un bel pasticcio!
Ma la risposta del Rabbì di Nazareth è completamente inattesa e disarmante. Gesù evita brillantemente di scivolare nelle pieghe del tranello, supera la logica dello schieramento e porta i suoi interlocutori a fare un passo indietro.
Gesù chiede una moneta.
Qual'è l'immagine stampata su di essa? Chi è il proprietario?
Cesare!
Ok, è roba sua, restituiscila a lui.
E fino a qui mi sembra un ragionamento evidente. Sulla seconda parte della risposta, invece, troviamo tutta la carica profetica di Gesù: "a Dio quello che è di Dio".
La preoccupazione del Rabbì di Nazareth è tutta tesa nel fare emergere il primato di Dio. In nessuna situazione politica lo stato può erigersi a valore assoluto. Nessun uomo di potere può arrogarsi i diritti di Dio o sostituirsi alla coscienza degli uomini.
L'autorità di Cesare è sulla circonferenza della moneta, perché lì è la sua immagine.
Il primato di Dio è sul cuore dell'uomo, perché lui è la Sua immagine.
Il tesoro di Cesare sono le sue monete.
Il tesoro del Dio Vivente è il nostro cuore.
Buona settimana
don Robi
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