don Roberto Seregni"Amare, ma per davvero"

  
XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/10/2011)
Vangelo: Mt 22,34-40
Ci risiamo: farisei e sadducei, dopo un paio di figuracce, ci riprovano.
A tutti i costi vogliono incastrare il Rabbì e gli tendono un tranello.
Poverini...
La domanda che viene sottoposta all'attenzione di Gesù, riguarda l'ordine e la gerarchia dei comandamenti, un tema di moda per i rabbini del tempo. Dalle Scritture Sacre erano stati estratti ben
613 comandamenti ed era quindi necessario stabilire una gerarchia. Ogni buon maestro dava la sua interpretazione e Gesù viene chiamato a fare lo stesso.
Bisogna però osservare che la domanda non vuole semplicemente introdurre un dibattito tra esperti della Legge, ma è un tentativo subdolo di cogliere Gesù in errore o in contraddizione. Ciò che le autorità religiose vogliono saggiare è l'atteggiamento del Rabbì Gesù verso il Decalogo.
Farisei e sadducei vogliono verificare l'ortodossia del Figlio di Dio...
La risposta - loro... - la sapevano benissimo: il comandamento più importante è senza ombra di dubbio il riposo del sabato, l'unico osservato da Dio stesso (Es 20,11; Gen 2,3). L'osservanza di questo precetto equivaleva all'adempimento di tutta la legge e la sua trasgressione era punita con la morte (Es 31,14). Infatti, la prima volta che in Matteo i farisei stabiliscono di condannare Gesù a morte, è proprio in conseguenza della violazione del comandamento del sabato (Mt 12,14).
Ma il Rabbì di Nazareth, come sempre, lascia tutti senza parole. Il Suo atteggiamento è diverso, la Sua risposta scardina il sistema legalista in cui sono imprigionati i Suoi interlocutori. Quello che Gesù propone non è semplicemente il primo comandamento a cui seguono tutti gli altri, ma è quel comandamento a partire dal quale tutto il resto prende forza, direzione e significato.
Gesù unisce due notissimi testi dell'Antico Testamento (Dt 6,4-8 e Lv 19,18), che in questo accostamento geniale rappresentano la dimensione verticale e orizzontale dell'amore.
Il cuore del vero discepolo è in tensione fra queste due direzioni: Dio e il fratello. Ma ciò che rende fecondo e irrinunciabile questo incrocio è l'amore.
L'altra mattina stavo andando in bici a fare la spesa. In Piazza San Martino ho incrociato una signora, una di quelle che hanno sempre una parola buona e sanno tradurre il Vangelo in piccole frasi ricche di saggezza e di profonda umanità. Non ricordo più per quale motivo ci siamo messi a parlare della fatica di stare vicino ad una persona malata, dei sacrifici che questa attenzione richiede. E dopo un attimo di silenzio, la saggia signora mi disse: "E' vero, si fa fatica, ma se si ama per davvero bisogna dimenticarsi di se stessi".
Che il nostro cuore abbia questa passione.
Che l'amore per Dio e per il fratello ci faccia dimenticare di noi.
Che il Cristo, Dio e fratello, riempia la nostra vita di bellezza.

Buona settimana
dR

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