Enzo Bianco, sdb"C'È UNA SOLA TRISTEZZA: NON ESSERE SANTI"

1 Novembre 2014 | 30a Tutti i Santi A  -  T. Ordinario | Omelia di approfondimento
Forse noi pensiamo ai santi in paradiso con una certa curiosità, e ci vengono in mente tante domande: chi sono, dove sono, cosa fanno, quale rapporto possono avere con noi che siamo ancora in terra...
Oggi vanno di moda le inchieste, facciamo anche noi un'inchiesta veloce sui santi, cercando di rispondere a qualcuna di quelle domande. Le Letture udite ci aiutano a trovare le risposte.
QUANTI SONO I SANTI?
Potremmo andar a vedere dove sono elencati.

- Nelle Litanie dei santi ne contiamo qualche decina.
- Sfogliando un calendario, ne troviamo qualche centinaio.
- C'è poi nella Chiesa un libro detto Martirologio Romano che contiene l'elenco ufficiale dei santi della Liturgia, e ne presenta alcune migliaia.
- Ma Giovanni nell'Apocalisse (ricordiamo la Prima Lettura) ci ha detto: "Apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua"!
E allora? Dobbiamo concludere: sono santi tutti quelli morti nell'amicizia del Signore.

Naturalmente non saranno tutti santi alla stessa maniera: altro è un martire generoso come padre Massimiliano Kolbe, e altro un furfantello che domanda perdono a Dio all'ultimo momento. I nostri ragazzini potrebbero suggerirci un paragone sportivo: esistono i grandi campioni di Serie A, e poi quelli di B, e poi gli altri... D'accordo. Ma è consolante in questa riflessione, che possiamo immaginare un posticino anche per noi.

COME E DOVE SONO I SANTI?

Come. Nei quadri delle nostre chiese li troviamo sovente raffigurati sulle nuvole. Ma non è che un'immagine di fantasia.
Un'altra immagine, molto bella, ce l'ha offerta san Giovanni in una visione dell'Apocalisse: "Stavano in piedi davanti all'Agnello (cioè davanti a Gesù), avvolti in vesti candide, e portavano palme nella mano". Veste candida, ramo di palma: sono i simboli della vittoria sul male e sulla morte.
Ma Giovanni nella Seconda Lettura ci ha messi in guardia, precisando: "Ciò che noi saremo, non è stato ancora rivelato". È un chiaro invito a non lavorare troppo di fantasia. Come sono i santi, è nascosto nel mistero di Dio.

Il dove, ci resta ancora più difficile da comprendere. O impossibile. Si dice: in cielo. Nel cielo degli astronomi e degli astronauti?
A volte ai ragazzi nella scuola viene insegnato a fare il loro Indirizzo Completo, con tutti i dati. Che sarebbe così. Supponiamo: Mario Rossi / Via Garibaldi numero tal dei tali / comune di Roccacannuccia / provincia di Cuneo. Non basta. Per l'indirizzo completo si deve aggiungere: Italia / Europa / Pianeta Terra / Sistema solare. Gli astronomi aggiungono: Costellazione Via Lattea (anzi, Braccio di Orione della Via Lattea). E allargando ancora il giro: Gruppo Locale di Galassie (che è poi… un piccolo ammasso di galassie). Il quale si trova nel Superammasso Locale (uno dei tanti). Il quale a sua volta è situato in qualche parte dell'Universo.
Ecco l'Indirizzo Lungo e completo! Intanto questo Universo secondo gli astronomi è in continua espansione da 13,7 miliardi di anni, uno più uno meno, da quando è echeggiato quello che chiamano il Big Bang, la grande esplosione iniziale.

È questo il cielo dei santi? Ebbene no. L'Universo degli astronomi, per quanto vertiginosamente grande, lo possiamo immaginare come una pallina nel palmo della mano del Creatore. I santi dovremo pensarli collocati in una dimensione diversa, fuori dello spazio che conosciamo, quello studiato dagli astronomi, fuori del tempo calcolato e misurato dai nostri orologi. La fede ci dice solo che sono in Dio, raccolti nel mistero ineffabile di Dio. E anche noi non possiamo dire di più, il resto è fantasia.
Ma abbiamo ancora altre domande importanti.

CHI SONO I SANTI? PERCHÉ SONO SANTI?

In che modo sono diventati santi? Ora la risposta a queste domande la troviamo nel Vangelo, ce l'ha data Gesù. Il santo - lo abbiamo udito nel Vangelo - è l'uomo delle beatitudini.
Ricordiamo l'episodio: Gesù in Galilea, gli apostoli, la folla, un monte. Gesù si colloca in posizione elevata, perché tutti possano vederlo e sentirlo, e pronuncia il "Discorso della montagna". Discorso sul Regno dei Cieli, che si apre appunto con la proclamazione delle Beatitudini.
Esse sono un po' la "magna charta" del cristiano, la Costituzione del Regno di Dio. Una strana Costituzione, che chiama beati i poveri in spirito, gli afflitti, i mansueti, quelli che hanno fame e sete della giustizia, gli operatori di misericordia, i puri di cuore, quelli che lavorano per la giustizia e la pace. Una Costituzione che parla soprattutto di doveri, e sembra dimenticarsi dei diritti.

BEATITUDINI DEL SENSO COMUNE, E BEATITUDINI DI GESÙ

Che Gesù chiami beate quelle persone così provate nell'esistenza, può sembrare strano. Il buon senso, di noi uomini terra terra, porterebbe a enunciare delle beatitudini di segno opposto. Le Beatitudini del senso comune suonerebbero così:
Non beati i poveri, ma beati i ricchi.
Beati quelli che ridono e se la spassano.
Beati i furbi che la fanno franca.
Beati quelli che pretendono, chiedono e ottengono "tutto e subito".
Beati i prepotenti.
Beati gli operatori di guerra, che conquistano.
Beati i violenti e i persecutori degli altri...
Nella nostra Italia beati quelli che al Nord si dividono le tangenti e al Sud riscuotono il pizzo.
Queste le Beatitudini del senso comune. E diciamo la verità: sono così praticate!

Ebbene, Gesù ha rovesciato queste beatitudini. Ha presentato anzitutto per sé, e poi ha proposto per i suoi discepoli, per i cristiani, quei comportamenti diametralmente opposti: situazioni di distacco, atteggiamenti di generosità, impegno, dedizione. I santi, per Gesù, sono quelli che vivono così.

E ci sono. Sono in mezzo a noi. Persone magari famose, pensiamo per esempio a madre Teresa, la suora che a Calcutta si prodigava per i lebbrosi e i più poveri.
Un giorno intervistarono Madre Teresa, le domandarono: "Dicono che lei è santa. E' vero?" Era una domanda provocatoria. Proviamo a immaginare la sua risposta. Si sarà confusa, avrà balbettato, protestato la sua fragilità eccetera. Niente affatto. Rispose: "Tutti i cristiani sono impegnati a diventare santi". E puntando il dito sui suoi intervistatori aggiunse: "Anche voi." Mettendoli in imbarazzo.
E forse mette in crisi anche noi. Eppure in quella circostanza madre Teresa non ha fatto altro che applicare il Vangelo. Da Gesù viene la chiamata di tutti gli uomini alla santità.

Guardando alla moltitudine immensa dei santi, contemplata da san Giovanni, vengono in mente le parole di Léon Bloy: "Al mondo c'è una sola tristezza: quella di non essere santi". La festa di oggi è un invito a diventare anche noi "uomini delle Beatitudini" in mezzo ai nostri fratelli.

                                                                                   Enzo Bianco, sdb

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