GIOVANNINI Attilio sdb "Regnare"

  19 ottobre 2014 | 29a Domenica A - Tempo Ordinario| Omelia di approfondimento
Nell'anno 6 Cesare Augusto aveva unito la Giudea, togliendola al malgoverno di Antipa, alla provincia di Siria, portandola così sotto la diretta amministrazione romana.
All'epoca il potere di un sovrano si estendeva tanto quanto la sua moneta. Così da allora in Palestina ebbe corso il denarium d'argento con l'effigie dell'imperatore. Questa effigie, oltre che un problema politico, creava ai Giudei anche un problema religioso: nella Legge di Mosè c'era la proibizione di farsi
delle immagini (a scanso di tentazioni idolatriche). Proprio per questo i governatori romani di Giudea avevano anche coniato delle monete senza l'effigie. Ma per il tributo era comunque necessario il denarium d'argento. Allora ecco il problema per i Giudei: rimaniamo fedeli al nostro unico sovrano Dio JHWH rifiutando perfino di toccare la moneta romana, dove l'imperatore è detto divus... o accettiamo l'inevitabile potere di Roma, per non far distruggere la nazione?
La tormentosa questione viene lanciata a Gesù, con il segreto piacere di metterlo nei guai: se dice no, si schiera con i sovversivi e si inguaia con i Romani; se dice sì, delude la gente che non gli crederà più quando dirà di essere il messia e il liberatore.
Ma Gesù se ne esce come al solito ribaltando il problema sugli interlocutori. "Mostratemi la moneta" e così loro la tirano fuori di tasca, facendo vedere che la tengono, la usano, dunque non se ne fanno poi un così grosso problema. Poi Gesù, sempre facendo l'ingenuo, chiede: "Di chi è questa faccia... e questa scritta?". Risposta: "Di Tiberio Cesare, figlio di Augusto, Pontifex Maximus".
Il divino Tiberio, naturalmente, è anche lui un uomo. Ma le Sacre scritture non dicono che l'uomo è l'immagine di Dio? Dunque Tiberio è solo una immagine di Dio come tutti gli altri, e sottomesso come tutti a Dio. Allora date a lui quello che è suo (il che, sottilmente potrebbe anche significare: se vi fa schifo avere la moneta con l'immagine di Tiberio, restituitegliela!), e poi date a Dio, di cui tutti sono immagine, quello che è di Dio. E questa è la cosa seria, qui è il vero punto della questione.
Voi volete riconoscere solo Dio come vostro sovrano? Bene, allora ubbiditegli. Se per es. in questo momento Dio vi chiede di accettare il suo Regno così come ve lo presenta il suo inviato (che sono io), perché gli resistete? Perché non gli dite di sì? Se entrerete nel Regno, sarete liberati non solo dai Romani, ma da tutti gli idoli. Solo il Dio vero infatti si fa adorare senza schiavizzare, perché è lui a farsi servo di tutti noi. Chi non adora il vero Dio, finirà per adorare un qualche idolo e diventarne schiavo. Ne conosciamo tanti di idoli: il potere, il prestigio, il successo, il denaro, il piacere, la violenza...
Questo è il vero problema. I Romani non sono un problema, se voi davvero vi preoccupate di Dio. Perché Dio vi libera in modo semplicissimo: egli sconfigge l'oppressione del potere, del denaro, del prestigio, ecc., con la legge del servizio: chi è il primo, si fa il servo di tutti. Fine del potere!
Provate. E vedrete che questo risolverà anche il problema dei Romani.
Certo essi pretendono per il loro imperatore onori divini. Ma tutti i regni di questo mondo tendono a divinizzarsi (dai faraoni figli degli dei fino ai fuhrer del Got mit uns scritto sui cinturoni, fino alle nostre laicissime democrazie occidentali, che sviluppano ideologie e miti del progresso per darsi una sacralità e richiedere adesione). Solo la legge del servizio li disarma. Non la spada, che porta soltanto a sostituire un tiranno con un altro (un idolo con un altro). E Gesù, proprio rifiutando la guerra santa contro l'impero romano come volevano i Galilei, ha definitivamente vinto la tentazione (demoniaca) di fondare il Regno di Dio sulla forza. Così ha demitizzato e laicizzato per sempre il potere politico e smascherato il demoniaco che c'è nei regni di questo mondo.
Dare a Dio ciò che è di Dio, cioè tutta la vita, e siamo liberi. Solo se si riesce a servire Dio, si riesce anche a fare di questo mondo il Regno di Dio. Cioè un mondo dove tutti sono immagine di Dio e figli di Re.

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