GIOVANNINI Attilio sdb"Amerai"

    26 ottobre 2014 | 30a Domenica A - Tempo Ordinario| Omelia di approfondimento
* Ascolta, Israele. Il Signore Dio è uno.
È lui l'unico autore di tutta la realtà. Lui l'ha voluta, dunque la ama. Altrimenti non la creava. Era libero.
Perché poi comprendessimo questo suo amore, ha trovato il modo di dimostrarcelo: nella storia di Israele ci ha fatto vedere tutta la vicinanza e la cura appassionata con cui alleva, difende, nutre, coccola la sua creatura.
Soprattutto con il grande dono della Legge dà agli Israeliti il senso e la direzione della vita, li guida alla piena realizzazione di una vera umanità.

E se Israele smarrisce questa direzione, se tradisce l'amore del suo Creatore, lui non l'abbandona, ma lo perdona, dandogli così la prova insuperabile del suo amore.
Questa passione acquista un realismo inaudito in Gesù di Nazaret. Egli letteralmente incarna la passione di Dio per l'uomo, il suo correre a ricuperarlo e salvarlo dalla perdizione, come il padre per il figlio scappato di di casa. Egli dà carne e sangue al Dio che si annulla, che rinnega la sua giustizia pur di rialzare l'uomo dalla sua caduta.
È sulla croce di Gesù che appare al vivo cosa è l'amore di Dio, o che Dio è amore.
Dio è amore, e di questo amore vive l'uomo. La carità di Cristo è il suo vero pane, quello che non lascia morire la sua anima nell'aridità dell'egoismo, nel veleno dell'odio, nella tenebra di un destino che va verso il nulla.
Questo pane che non lascia morire si fa accessibile sotto il segno della santa cena, si dona nell'eucaristia, che ci fa sperimentare l'unione "fisica" con Dio, l'essere una cosa sola con lui.
Questo pane, riempiendoci di lui, ci innesta nella dinamica del suo amore: siamo invasati della sua stessa passione per l'uomo, ne vogliamo la salvezza ad ogni costo.
Ecco come nasce l'imperativo di amare il prossimo. Siamo contagiati da Dio. E la comunione di tutti con Dio diventa per forza comunione tra di noi.
Ecco come il primo comandamento comprende il secondo. L'amore può essere comandato perché prima è donato. Essere amati ci fa diventare capaci di amare.
A sua volta poi amare il prossimo diventa via per arrivare ad amare Dio. Lo spiega bene Gesù quando dice:

* Qualunque cosa avete fatto al più piccolo... l'avete fatto a me.

Nel prossimo si incontra Dio, il Dio che si è fatto piccolo, che si è abbassato e svuotato per noi. Il Dio che mendica il nostro amore. Il secondo comandamento diventa il primo.
Del resto, l'amore diventa comandato anche perché unisce le volontà: se ti amo, farò quello che vuoi tu; ciò che piace a te diventa legge per me.
Ma non mi faccio solo ubbidiente; divento anche simile a te. I miei giudizi, i miei sentimenti si modellano sui tuoi, i miei comportamenti riproducono i tuoi. Mi identifico.
Infine l'amore è sempre prima ricevuto, ma poi subito donato, perché per sua natura deve essere partecipato agli altri. Cosicché ci unisce progressivamente, finché veniamo trasformati in un NOI. Un Noi sempre più grande, e alla fine Dio sarà tutto in tutti.
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