D. Mario MORRA SDB "Dio viene come nostro Redentore"

   30 novembre 2014| 1 a Domenica di Avento B | Omelia
Domenica 1a - Tempo di Avvento B
Il nuovo anno liturgico si apre oggi con l'Avvento che comprende quattro domeniche e relative settimane, in preparazione del S. Natale.
L'Avvento, secondo il significato della stessa parola, ha lo scopo di prepararci alla venuta del Signore.
S. Bernardo ci ricorda che la "venuta" del Signore è triplice: la prima venuta è costituita dal S. Natale, quando il Figlio di Dio "apparso nell'umiltà della nostra natura umana…portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell'eterna
salvezza" (Prefazio);
l'ultima, quella futura, sarà la venuta di Gesù giudice dell'universo, alla fine del mondo, "quando verrà nello splendore della sua gloria, potremo alla fine ottenere, in pienezza di luce, i beni promessi che ora osiamo sperare vigilanti nell'attesa" (Prefazio);
vi è però una "venuta intermedia", nascosta, intima, interiore: è la venuta di Gesù nel cuore degli uomini, "nella potenza dello Spirito Santo".
Gesù nel Vangelo di Giovanni ci dice infatti: "Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola e mio Padre lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora in lui " (Gv 14,23).

Il profeta Isaia, nel brano della 1a lettura, constata la condizione di oppressione e di disgregazione del suo popolo, e scopre che la causa ultima di tale stato è il peccato, l'infedeltà a Dio, l'indurimento del cuore ed il vagare lontano da Dio. "Abbiamo peccato contro di Te da lungo tempo e siamo stati ribelli…Siamo diventati tutti come cosa impura; …tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come foglie al vento…ci hai messo in balia delle nostre iniquità".
Sono parole di un realismo molto espressivo, che mettono in evidenza la forza distruggitrice del peccato che sbriciola l'interiorità dell'uomo, togliendogli ogni capacità di resistenza al male ed ogni volontà di bene.
È necessario che intervenga Dio; senza di lui nulla si rinnova nel cuore dell'uomo…solo lui può plasmare, come l'argilla, il cuore dell'uomo e rinnovarlo dal di dentro.
Il profeta Isaia esprime tutta la sua fiducia nell'intervento di Dio, perché Dio è Padre, "e noi siamo argilla" fragile, ma plasmata da lui, "siamo opera delle sue mani" e Dio non può lasciar perire le sue creature.
Come è attuale il messaggio di Isaia! Lo possiamo applicare perfettamente al nostro tempo ed alla nostra società, che sembrano più che mai in fase di disfacimento proprio dal loro interno; ci sentiamo anche noi "in balia delle nostre iniquità". Ed anche noi dobbiamo riconoscere che la causa di questa disgregazione è ancora e sempre il peccato, l'allontanamento cioè da Dio, la dimenticanza, o addirittura il disprezzo della sua legge.
Anche noi constatiamo la necessità che Dio venga in nostro aiuto, ed imploriamo la venuta del Salvatore, che venga a cambiare il cuore dell'uomo di oggi: "Se tu squarciassi i cieli e scendessi!".
Ma noi, più del profeta, dobbiamo essere pieni di fiducia, perché sappiamo quanto Dio ha già fatto per noi, sacrificando il suo Figlio, inviato a salvarci.
Dio Padre, ci dice S. Paolo nella lettera ai cristiani di Corinto, ci ha già fatto dono del suo Figlio, e con lui ci ha già fatto dono di ogni grazia, per liberarci definitivamente dal peccato.
Noi dobbiamo però collaborare con il nostro impegno personale ed operare per il trionfo del bene sul male, in noi ed attorno a noi.

Nel Vangelo Gesù ci esorta alla vigilanza, in attesa della sua venuta. Vigilanza che non è disimpegno, ma che anzi è senso di responsabilità, perché il Signore, come nella parabola, ha assegnato ad ognuno di noi un compito da eseguire, del quale ci chiederà conto; vigilanza che implica impegno nella lotta per vincere il male con il bene, e comporta attenzione e prontezza nel cogliere i segni attraverso i quali Egli ci parla, cioè: la sua Parola ed i Sacramenti, la voce della Chiesa, le buone ispirazioni, il fratello, la sorella che ci chiede un aiuto, il nostro dovere quotidiano che pesa, le piccole gioie da gustare, le tribolazioni che mettono alla prova la nostra fedeltà.
È sempre Lui che bussa alla nostra porta in tutti questi modi.
Rendiamoci allora familiare, nella nostra giornata, la preghiera con la quale abbiamo iniziato questa assemblea liturgica: "O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché Egli ci chiami accanto a sé nella gloria".
Abbiamo iniziato, in questi giorni, la Novena in preparazione alla festa dell'Immacolata.
La Madonna che ci porta Gesù nel Natale, ci aiuti a preparare il nostro cuore per la sua venuta, perché lo trovi ricco di buone opere e caldo di amore.


D. Mario MORRA SDB

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