D. Severino GALLO sdb"ASCOLTIAMO LA VOCE DEI NOSTRI MORTI"
Siamo qui raccolti attorno all'altare per pregare insieme, nel ricordo dei nostri Defunti; nel ricordo di coloro che ciascuno di noi porta in cuore.
E' un appuntamento tanto desiderato e, direi, quasi festoso.
Se siamo veramente cristiani, nessuna tristezza dovrebbe offuscare questa nostra assemblea liturgica. Infatti, ricordare i cari Defunti, cioè coloro che hanno raggiunto la patria, significa rinfocolare in noi la fede e la speranza. Significa contemplare quella meta cui siamo diretti: il Paradiso. Significa metterci in ascolto dei nostri cari Defunti.
Sì, cari Fratelli e Sorelle, ascoltiamo la voce dei nostri morti. Siccome essa proviene dal regno di Dio, dal regno della verità, è una voce autentica: è una voce che dice il vero.
E' voce della verità, quella che proviene dai nostri Cari. Inoltre è una voce piena d'affetto, piena d'amorosa preoccupazione per il nostro vero bene. Ascoltiamola volentieri.
1. Comunione che continua.
Innanzi tutto essi ci dicono: - Sentiteci presenti. Sentiteci vivi!
Convincerci di questa realtà, significa riaffermare la nostra fede nella vita eterna. Nella vita che non ha fine.
Dobbiamo perciò sentire i nostri Cari vicini a noi, con il loro affetto, la loro preghiera. In certo modo essi sono il tramite della nostra comunione con Dio, essi Lo vedono a faccia a faccia e ne sono colmi fino a traboccarne.
I nostri Cari sono vicini a noi, perché sono vicini a Dio. Dio ci avvolge; Dio ci riempie: ebbene in Lui noi troviamo tutti i nostri Cari, che sono con Lui.
2. E' una vita meravigliosa.
Inoltre i nostri Morti ci assicurano che la loro è una vita meravigliosa.
La Bibbia parla di un "cielo nuovo e di una terra nuova" (Apoc. 21,1). I nostri Defunti ci ripetono questo messaggio, ci trasmettono questa fede, con la forza della loro esperienza e del loro affetto.
Essi, infatti, sono nel cielo nuovo e nella terra nuova. Essi sono nel regno dove non ci sarà più né pianto né morte. Sono nella gioia, che non avrà più fine.
3. "Pregate per me!"
Noi però oggi vogliamo essere realisti e rivolgere con la Chiesa il nostro pensiero alle Anime del Purgatorio. Con grido angosciante esse ci dicono: "Pregate per me!". Non possiamo fare i sordi al loro grido d'angoscia.
Noi sappiamo che se uno muore in grazia di Dio, ma con qualche peccato veniale non perdonato, o con qualche debito di pena, è trattenuto in Purgatorio, finché non abbia pienamente soddisfatto alla divina giustizia: Dio, santità in persona, non tollera accanto a sé in Paradiso nessuna macchia.
A Nizza Mare Don Bosco "in un momento di libertà, volle visitare la cucina, tenuta dalle Suore. Mentre egli osservava qua e là, Suor Caterina Cei, muovendo una pentola, n'ebbe il modestino un po' macchiato di brodo.
Allora il Santo, dopo averle detto che quella macchiolina rendeva impresentabile il modestino, sebbene fosse candido, soggiunse: - Così l'anima che in morte avesse anche solo una macchiolina, non sarebbe ammessa nella gloria del Cielo, ma dovrebbe purificarsi in Purgatorio" (MB 16,40).
Ecco come Don Bosco spiegava con semplicità l'esistenza del Purgatorio.
Niente di più naturale e ragionevole che Dio, con le anime difettose e ancora macchiate di peccati veniali, faccia come l'orefice che ha trovato un pezzo d'oro ancora impuro. Egli accende una viva fiamma, vi pone sopra il crogiolo con dentro l'oro.
Sotto l'azione del fuoco, l'oro si liquefa e depone l'immondezza; allora l'orefice lo cola tutto risplendente.
Appunto così fa il Signore per purificare quelle anime, che sono molto più preziose dell'oro, perché costano il Sangue di Gesù; ma cono oro impuro per le macchie contratte sulla terra.
Noi però conosciamo anche un'altra verità che è molto consolante. Siccome noi - vivi e defunti - formiamo tutti ancora una sola famiglia nella Chiesa, possiamo placare Dio anche per i nostri cari Defunti.
Nel Purgatorio essi soffrono gravissime pene e noi possiamo e dobbiamo aiutarli!
Don Bosco ardeva di una tenerissima carità verso le Anime del Purgatorio. Alla morte di un giovane o di un benefattore o di un amico della casa, ordinava subito pubbliche preghiere, la Comunione generale, la recita della terza parte del Rosario, la celebrazione della Messa della comunità in loro suffragio.
Per i defunti faceva recitare speciali preghiere tutti i giorni, nell'Esercizio mensile della Buona Morte e nell'ultimo giorno di carnevale. Il 2 novembre celebrava un ufficio funebre per tutti i fedeli defunti.
Animava gl'infermi e gli afflitti a soccorrere quelle povere anime, offrendo per loro a Dio le proprie tribolazioni; egli stesso offriva le sue unite a continue preghiere.
Quando una persona gli domandava un consiglio generico, di solito egli suggeriva di fare una Comunione o di recitare la terza parte del Rosario, o ascoltare la S. Messa in suffragio di quell'anima del Purgatorio cui mancava solo il merito di quell'opera per volare in Paradiso.
Anche S. Maria Domenica Mazzarello aveva molta fede nei suffragi delle Anime del Purgatorio ed esortava a pregare per loro.
Era diligentissima nel far celebrare le Messe prescritte per le consorelle defunte.
Era attentissima nell'evitare anche le più piccole mancanze dicendo: "In Purgatorio non ci voglio andare…".
4. Suffragare le Anime del Purgatorio è un dovere.
E' sempre un dovere di carità verso Dio, perché pregando per quelle anime che gli sono infinitamente care, gli facciamo un gran piacere.
E' un "dovere di carità" verso Gesù, di cui accresciamo la gloria. Dice un autore che "liberando un'anima dal Purgatorio, si glorifica Dio come con la conversione di un infedele".
Può essere anche un "dovere di giustizia e di riconoscenza", se si tratta dei nostri parenti, amici, benefattori, Consorelle.
Infine è un "dovere di interesse personale", perché ci procuriamo potenti avvocati in Cielo che peroreranno per noi, ottenendo che altri ci usi poi la stessa misericordia.
NB/ Qui si possono avere due conclusioni…:
1. Conclusione:
Le Anime del Purgatorio sono oltremodo riconoscenti e ottengono da Dio segnalatissime grazie per coloro che le ricordano. Se non ci crediamo, facciamone la prova.
Un giorno il Padre Bosso, Superiore della Pia Opera del Cottolengo, aveva un urgente bisogno di 120 mila lire (di allora…) e non sapena dove prenderle. Si rivolse alle Anime del Purgatorio: fece scrivere da una Suora una lettera, in cui esponeva il bisogno. La lettera recava il seguente indirizzo: "Signore Anime residenti in Purgatorio".
Fu imbucata. Due giorni dopo, arrivano in busta chiusa, le 120 mila lire, con queste parole: "Le Anime del Purgatorio, a nome della Divina Provvidenza".
Acquistiamo anche noi una tenera devozione verso le Anime del Purgatorio, e toccheremo con mano che cosa sono i miracoli.
Una povera giovane cercava lavoro; non riuscendo a trovarlo, stabilì di far celebrare una S. Messa per l'anima del Purgatorio più bisognosa. Vi destinò le poche lire di cui disponeva.
All'uscita dalla chiesa, le si fece innanzi un giovane, che le domandava:
- Che cosa cercate?
- Un posto di lavoro.
- Andate dalla parte opposta della città; cercate la tale via ed il numero tale. Troverete una vedova che desidera una serva.
Quando la giovane si presentò alla vedova, si sentì dire: - Ma chi è stato a indirizzarvi qui?
Rispose: - Uscendo dalla chiesa del Carmine, mi ha parlato un giovane sui vent'anni. Aveva il volto pallido con una cicatrice in fronte, i capelli biondi, gli occhi azzurri.
La vedova corse a prendere un ritratto e glielo mostrò.
- Rassomigliava a costui?
- Era proprio lui!
La vedova scoppiò in pianto: - Allora è stato mio figlio a mandarvi qui! Ma mio figlio è già morto da un mese!
La giovane disoccupata rispose: - Ora comprendo. Avevo fatto celebrare una Messa per un'anima del Purgatorio!
Il fatto avvenne a Parigi nel 1817.
Un bambino, ricevuta la S. Comunione, si reca sulla tomba della mamma: bacia la lapide, si segna e ritorna a casa.
- Dove sei stato?
- Sono andato a portare Gesù alla mamma!
Carei Fratelli e Sorelle, la Madonna - che viene anche invocata come "Nostra Signora del Purgatorio" - poterà noi a Gesù, e sarà gioia per sempre, accanto alla nostra divina Mamma.
2. Conclusione:
Le Anime del Purgatorio sono oltremodo riconoscenti e ottengono da Dio segnalatissime grazie per coloro che le ricordano.
Un sacrificio, anche piccolo, compiuto con l'intenzione di aiutare le Anime del Purgatorio, ottiene il suo effetto.
Una Suora era afflitta per la morte di un'amica. Un giorno, sentendo sete, mentre stava già per bere, ebbe l'ispirazione di privarsene per dare suffragio alla defunta.
Lo stesso giorno le apparve l'amica e la ringraziò: "Quell'acqua di cui ti sei privata per me, è caduta come pioggia refrigerante sopra le mie fiamme. Sono venuta a ringraziarti del tuo atto pietoso".
Quanti piccoli sacrifici si potrebbero compiere a beneficio dei Defunti! Basta volerlo!…
Privasi di un frutto. Rinunziare a un rinfresco… Frenare uno sguardo di curiosità… Leggere con un po' di ritardo una lettera desiderata… Mortificare la simpatia… Non evitare la compagnia di una persona antipatica…
Ubbidire prontamente in qualche cosa spiacevole... Frenare la collera… Mortificare la lingua nell'impazienza, tacendo…
Perdonare un'offesa… Fare un favore a chi non lo meriterebbe… Ricevere in silenzio un rimprovero… Portare abiti modesti… ecc.
Ci sono delle persone che si offrono anche come vittima per le Anime purganti. Il Signore gradisce molto quest'atto di generosità.
Santa Lutgarda volle applicare tutte le sue opere buone in suffragio del suo confessore defunto. Gesù le apparve e le disse: "Continua pure, figlia mia, ad offrire atti di suffragio; io terrò conto di queste tue intercessioni. Il tuo confessore presto uscirà dal Purgatorio".
Invogliata da queste parole, la Santa si offrì vittima di espiazione in luogo del defunto. Trascorso qualche tempo, le apparve il confessore che le disse: "Sono in Paradiso! Senza le tue mortificazioni avrei dovuto penare in Purgatorio ancora per undici anni".
A Santa Caterina da Siena era morto il padre; mentre il cadavere si deponeva nella cassa, la Santa disse: "O Gesù, se mio padre dovesse soffrire in Purgatorio, preferisco scontare io per lui, anche per tutta la vita!".
"All'improvviso - dice la Santa - mi sopraggiunse un fortissimo dolore al fianco che m accompagna da anni notte e giorno".
Gesù aveva accettato l'offerta
Siamo generosi di suffragi con i nostri cari Defunti.
NB/ Qui si potrebbe concludere con l'episodio del bimbo riportato sopra…:
Un bambino, ricevuta la S. Comunione, si reca sulla tomba della mamma: bacia la lapide, si segna e ritorna a casa.
- Dove sei stato?
- Sono andato a portare Gesù alla mamma!
Cari Fratelli e Sorelle, anche noi soccorriamo i nostri Defunti: portiamoli a Gesù!
E allora la Madonna - che viene anche invocata come "Nostra Signora del Purgatorio" - poterà noi a Gesù, e sarà gioia per sempre, accanto alla nostra divina Mamma.
D. Severino GALLO sdb
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