D. Severino GALLO sdb"ATTESA DI GESU' - VIGILANZA"

  30 novembre 2014 | 1a Domenica di Avvento B | Omelia
Con questa prima domenica d'Avvento siamo all'inizio del nuovo anno liturgico.
Avvento significa VENUTA. Ogni anno noi ricordiamo:
*  La venuta storica di Gesù, che si è fatto Uomo per noi, in Palestina.
*  La venuta spirituale di Gesù nella sua Chiesa e in ciascuno di noi, con la grazia.

*  La venuta finale, quando Gesù verrà a rendere completo il suo trionfo, portandoci tutti con Sé.
In tutte queste tre venute del Signore, attendiamo Gesù che si fa vicino a noi per salvarci.
Il motivo dominante di questa prima domenica d'Avvento è la "veglia" nel timore della fine e l'attesa della venuta del Signore.

Questa vigilanza è una caratteristica del cristiano e in questo periodo essa è sottolineata con maggior vigore. Innanzi tutto:

1. TIMORE DELLA FINE

La prima lettura ci ha detto: "Davanti a te tremavano i popoli, quando tu compivi cose terribili, che non attendevamo".
Nei secoli scorsi il futuro poteva apparire senza sorprese. Che cosa potevano prevedere di sconvolgente Cicerone, Giulio Cesare, o Carlo Magno?
Il solito branco d'umanità si dibatteva con la realtà di sempre: carestie, epidemie, qualche cataclisma, terremoti, e qualche guerra.

Proviamo a riflettere su ciò che ci prospetta, per esempio, la:

a) Politica dei nostri giorni: governi che installano missili e dimostrazioni popolari contro i medesimi; gara Est e Ovest, Nord e Sud nella produzione di armi nucleari. Dodici bombe all'idrogeno passeggiano sul nostro capo: 20 mila tonnellate di tritolo per ogni abitante della terra. Fin troppo! La nostra epoca ribolle d'avvenimenti da finimondo.
Come potrebbe l'uomo, una volta smarrita la strada verso Dio, non perdersi lungo le strade del mondo?

L'accademico francese Henry de Montherland, non molto tempo fa, confidava ad un amico: "Chi ha ben osservato il mondo, si accorge che non rimangono che due realtà: il suicidio o Dio". Alcune settimane più tardi il grande scrittore sceglieva il suicidio. Dio non aveva trovato posto nella sua vita. Di fronte alla prova egli non fu capace di colmare il suo vuoto interiore.
b) La paura del vero cristiano si deve risolvere nel "santo timore di Dio", che spinge a credere alla parola di Gesù; ci porta alla conversione e ad implorare l'infinita misericordia divina, che ci conduce alla
2. SALVEZZA PER MEZZO DI GESU'

Ci ha detto, infatti, la seconda lettura: "Noi aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo". Troppe volte la nostra crescita si compie senza un riferimento a Lui, la cui presenza piena d'amore ci avvolge completamente.

Sono sorprendenti le ammonizioni che si davano al pio pellegrino, che nei tempi passati navigava verso la Terra Santa, perché non si lasciasse cogliere da intempestivi spaventi. Gli si diceva così:
"Ascolta tutto quello che dicono i marinai. Se tacciono: tutto è incerto. Se bestemmiano: tutto va bene. Se invocano Dio, ci siamo: c'è la tempesta". E il pio pellegrino, nelle notti burrascose, tendeva l'orecchio. Se udiva imprecazioni da scardinare le stelle, esclamava: "Meno male!", e tranquillo, nel letto, si voltava dall'altra parte.

Se li sentiva invocare Dio, la Madonna e i Santi, esclamava: "Andiamo male!"; allora gemeva e raccomandava la propria anima a Dio.
Non capita un po' così anche ai nostri giorni? E' proprio vero che le situazioni di fallimento e d'angoscia, molto spesso, ci riconducono a Dio!
Gesù, con insistenza piena di preoccupazione per noi, insiste sulla vigilanza: "Vegliate", ci dice con accoramento, "poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà" (Mc 13,35).
Egli ci vuol convincere di vivere sempre nelle disposizioni da Lui volute, pronti ad accoglierlo quando verrà.

E' profondamente esemplare la risposta di S. Luigi Gonzaga che, interrogato in ricreazione, che cosa avrebbe fatto se un Angelo gli avesse comunicata imminente la sua morte. Egli rispose: "Continuerei a giocare!".
Noi sappiamo bene chi dobbiamo attendere e sappiamo pure che Egli ci porterà ad una festa nella Casa del Padre, se ci troverà vigilanti.

Come dobbiamo attendere Gesù?

Ce lo indica molto chiaramente il Vangelo d'oggi:

* Dobbiamo attendere Gesù senza paura.

Gli amici si aspettano con gioia, con amore e con un po' d'impazienza. Gli amici non si aspettano mai con paura, perché se un amico ci fa paura, non è certamente un amico.
Gesù ci salva da ogni male, da qualunque parte venga, perché Lui è veramente nostro Amico.

Un uomo camminava per la strada deserta insieme al suo bambino. Gli diceva:
- Cammina innanzi a me.
Quando vide delle persone poco rassicuranti venirgli incontro, disse:
- Cammina dietro di me.
Quando si accorse che un lupo affamato li seguiva, disse:
- Mettiti di fianco a me.
Ma siccome il camminare ai bordi della strada era disagevole e il bambino camminava a fatica, il padre prese il suo bambino e se lo mise sulle spalle.

E' proprio ciò che fa Gesù con noi: quando Gli vogliamo sinceramente bene, Egli ci porta sulle sue spalle.
* Dobbiamo attendere Gesù senza pigrizia

Dobbiamo lavorare come servi fedeli, che sanno di aver ricevuto un incarico molto importante dal loro padrone.
Qual è l'incarico più importante che Gesù ci ha affidato? E' quello di essere annunciatori della sua salvezza e del suo amore per gli uomini. Ognuno svolgerà questo incarico con i doni che ha ricevuto.
Dobbiamo conoscere sempre meglio Gesù: non si ama uno sconosciuto, e poi pregare più intensamente e con maggior frequenza durante questo Avvento.
Dobbiamo aiutare gli altri per far conoscere attraverso i nostri gesti di bontà , quanto è buono il Signore.
Il fanciullo Guido di Font-galland, noto in tutto il mondo cattolico per una vita che ha del prodigioso nella sua semplicità, se ne volò al Cielo a soli 12 anni, nel 1925.
Ebbene, fin dall'età di cinque anni, quando faceva l'elemosina, aggiungeva sempre una stretta di mano al poverello.
A chi gli domandò il motivo, rispose ingenuamente: - Voglio dare qualcosa di mio. Il denaro è di papà e di mamma; ma la stretta di mano è mia. Vedete come il povero mi sorride? E' segno che gli fa piacere. Far piacere al povero, è far piacere a Gesù…

Cari Fratelli e Sorelle, per giungere a simili sfumature di bontà, dobbiamo anche noi amare immensamente la Madonna,

come Guido di Font-galland, che della Madonna era letteralmente innamorato.
Infatti un giorno nella sua semplicità uscì in questa espressione:
"Che bella idea ha avuto Gesù di portare in Cielo la Sua Mamma in anima e corpo, così lassù potrò posare il mio capo sul suo cuore e dirle più da vicino che io L'amo immensamente".
Con una simile fiducia e confidenza nella Madonna, neppure noi temeremo l'incontro con Gesù nella morte, perché Lui sarà per noi un dolce Paradiso.                                            

                                                                                  D. Severino GALLO sdb

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