GIOVANNINI Attilio sdb "Un tempio mai visto"

 9 nov. 2014 | 32a Domenica: Dedicazione Basilica Lateranense A - T. Ordinario| Omelia
* Distruggete questo tempio
Il gesto clamoroso e memorabile di Gesù può lasciarci l'impressione di un fatto un po' strano, ma episodico, circoscritto della sua vita. I Vangeli in realtà ci dicono che quel gesto è tanto essenziale che in esso Gesù si è giocato la vita. Proprio per quel fatto i sommi sacerdoti lo hanno condannato a morte.
E il Vangelo di Giovanni ci spiega perché. Osserviamo da vicino.

Intanto per Giovanni quel gesto è così importante che non lo mette alla fine del suo libro, ma all'inizio. Non lo situa nell'ultimo viaggio a Gerusalemme, ma nel primo. Subito dopo il segno di Cana e subito prima dell'incontro con Nicodemo.
Ora Cana (acqua in vino) proclama la sostituzione dell'antica alleanza con la nuova.
A Nicodemo Gesù proclama la sostituzione dell'antica legge con la nuova (lo Spirito). Nel tempio Gesù proclama la sostituzione dell'antico santuario (di mattoni) con il nuovo (di carne).
Insomma, Gesù proclama
la fine della Legge,
la fine del culto,
la fine dei sacrifici,
la fine della Pasqua dei giudei…
la fine di tutte le istituzioni del giudaismo.
Possiamo ben capire la reazione violenta del sinedrio e dei sommi sacerdoti: stava scalzando tutto il loro potere, stava facendo crollare tutto il loro mondo.
E però stava sorgendo un mondo nuovo. E per quanto il mondo vecchio tentasse di respingerlo, esso andava avanti lo stesso. Perché quello vecchio era fallito.

Nella versione di Giovani, Gesù non butta fuori solo i venditori, ma anche tutti gli animali sacrificali; e rovescia tutti i banchi dei cambiavalute, che convertivano le monete con effigie in monete del tempio. Insomma, sbaracca tutto. E le parole che Gesù porta a spiegazione, non si riferiscono, come negli altri evangelisti, alla purificazione del tempio. Gesù non cita qui Isaia e Geremia, ma Zaccaria e Malachia, i profeti che parlano del "giorno del Signore", il giorno dell'intervento definitivo di Dio. In altre parole, il tempio va svuotato perché è finito.

Iniziano i tempi nuovi, o "ultimi", in cui la presenza del Signore in mezzo al suo popolo è così diretta e totale, che non c'è più bisogno di un luogo particolare per incontrarlo. Né c'è più bisogno di sacerdoti che facciano da mediatori tra Dio e l'uomo. Né c'è più bisogno di sacrifici, perché il perdono di Dio è già dato e reso irreversibile da quel giusto che con la sua santità e obbedienza ha realizzato la definitiva alleanza con Dio. Il regime antico è finito, perché Dio ha sostituito la vecchia baracca con un palazzo d'oro.
Giustamente i giudei chiedono un segno per poter credere a tutto questo.
Giustamente Gesù risponde che il segno, la prova della nuova creazione, sta nella sua morte di giusto, che perdonando conferma la grazia offerta da Dio.

Dunque in questi nuovi tempi, abbiamo un nuovo luogo santo per incontrare veramente Dio, che si chiama Gesù.
Ora l'edificio dove trovarsi, il tempio da costruire e adornare è il Corpo di Gesù.
La santità da rispettare è quella della comunità di Gesù.
Il mercato da abolire con sdegno è quello della contrattazione con Dio, del mercanteggiamento dei suoi favori, quasi che non ci avesse già dato tutto.
Il sacrificio da celebrare è l'auto-consegna di Gesù al Padre sulla croce.
L'alleluia da cantare è quello per la risurrezione di Gesù tempio vivo.
Il tempo da vivere è quello della definitiva amicizia di Dio, che dura in eterno.

GIOVANNINI Attilio sdb

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