Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM"ECCO CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE "

IV DOMENICA AVVENTO – 21 dicembre 2014
Lc 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata
Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe.
La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è
con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come
questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco,
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio
dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla
casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose
l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua
ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta,
tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per
lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del
Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Nulla è impossibile a Dio. E’ con queste parole che si chiude l’episodio dell’annunciazione dell’angelo
Gabriele a Maria. Perché nulla sia impossibile a Dio si esige l’ascolto della sua parola, fidarsi di questa e
poi ci vuole l’azione. L’evangelista chiude con questa assicurazione – che nulla è impossibile a Dio –
l’episodio dell’annunciazione perché veramente la strada è tutta in salita.
San Paolo nella prima lettera ai Corinzi dice che Dio ha scelto quello che è disprezzato, quello che è
ignobile al mondo, quello che noi mai avremmo scelto per le nostre imprese. E’ quello che ha fatto Dio.
Leggiamo il vangelo di Luca. Al sesto mese l’angelo Gabriele …. Gabriele in ebraico Gabri-el significa “la
forza di Dio”, quindi è la forza della creazione che è capace di vincere qualunque resistenza. Fu mandato
da Dio in una città della Galilea. Ecco cominciano già le difficoltà perché l’angelo di Dio non viene inviato
1nella regione santa della Giudea, che aveva il nome del capostipite delle 12 tribù d’Israele, Giuda, il
luogo dove risiedeva la presenza di Dio, nel tempio di Gerusalemme, ma in una regione talmente
disprezzata che deve il nome al profeta Isaia che nel suo libro, al capitolo 28, versetto 23, indica questo
posto come “il distretto dei Gentili”, cioè dei pagani, dei miscredenti.
“Distretto” in ebraico si dice Ghelil, da cui Galilea. Quindi è la regione disprezzata, la regione delle
persone che si credeva neanche sarebbero potute risuscitare, comunque esclusa dall’azione di Dio. E
questa città della Galilea è chiamata Nazaret, mai nominata nell’Antico Testamento, mai nominata nella
Bibbia. Un borgo selvatico abitato da trogloditi, vivevano nelle grotte, gente bellicosa.
Giuseppe Flavio, contemporaneo dei vangeli, dice che i Galilei sono bellicosi fin da piccoli. Ma c’è ancora
di più … a una vergine, sposata … L’indicazione che ci dà l’evangelista facciamo difficoltà a comprenderla
perché gli usi matrimoniali del tempo sono tanto lontani e diversi dai nostri. Il matrimonio avveniva in
due tappe, una prima tappa chiamata sposalizio, quando la donna aveva 12 anni e il maschio 18, e dopo
un anno la seconda fase del matrimonio chiamate nozze.
Quindi qui abbiamo questa ragazza che era nella prima fase del matrimonio, quando ancora non era
possibile che i coniugi vivessero insieme e avessero rapporti tra di loro.
Questa donna è sposata. Quindi l’angelo è inviato a una donna. Dio mai aveva rivolto la parola a una
donna, anche questo è tutto in salita, dice la Bibbia che dalla donna ha inizio il peccato e per causa sua
tutti moriamo.
Sposata a un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Ecco ancora la
strada in salita, tra tanti nomi che si potevano scegliere per questa ragazza che doveva dare alla luce
Gesù viene scelto proprio il nome che nella Bibbia portava sfortuna. Perché? E’ il nome della sorella di
Mosè, donna ambiziosa, castigata, punita severamente da Dio con la lebbra. E da quella volta il nome
Maria non compare più nella Bibbia.
E’ come un po’ nel nostro mondo cristiano il nome Giuda, che è un bellissimo nome e tra l’altro è il
nome di uno degli apostoli (non solo il traditore di Gesù), ma siccome ricorda il tradimento nessuno
mette al bambino il nome Giuda.
E così non si metteva a una bambina il nome Maria perché ricordava una donna castigata da Dio. Quindi
come vediamo la strada è tutta in salita. In Galilea, a Nazaret, una donna con questo nome che porta
sventura; Entrando da lei, disse: “Rallegrati”, cioè gioisci, “Piena di grazia”, che non è una constatazione
che l’angelo fa delle virtù di Maria, ma dice “riempita dalla grazia”.
Dio non è attratto dai meriti di Maria, ma la riempie del suo amore. “Il Signore è con te”, è l’espressione
con la quale Dio confermava la sua presenza a coloro che chiamava a compiere le sue azioni, come per
esempio Gedeone. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto
come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, ecco hai trovato grazia presso Dio.” Quindi è Dio
che la riempie del suo amore. “Concepirai un figlio”, e qui cominciano le novità che poi matureranno
lungo la vita di Gesù e il suo insegnamento.
2“Lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. Ma questo è inaudito, la donna non può dare il nome al
bambino che nasce. E poi il nome del bambino che nasce è lo stesso del padre, qui invece è la donna che
è chiamata a rompere con la tradizione, a rompere col passato, ad aprirsi al nuov.
E’ lei che deve dare il nome al bambino e non lo deve chiamare con il nome del marito, Giuseppe, come
da tradizione, ma lo deve chiamare con questo nome Gesù. L’angelo dice che questo bambino “sarà
grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono”, non erediterà il trono, ma è
un’azione nuova. “Di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non
avrà fine”.
Questa è la promessa che l’angelo fa a Maria. Ebbene Maria non si scompone di fronte a questa novità e
chiede soltanto le modalità. Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco
uomo?” appunto perché non era passata alla seconda fase del matrimonio, le nozze, quando cominciava
la convivenza.
Le rispose l’angelo ... l’evangelista racchiude l’esistenza di Maria tra le due discese dello Spirito Santo,
all’annunciazione e nel cenacolo con la Pentecoste. “Lo Spirito Santo scenderà su di te”, in Maria c’è una
nuova creazione, una nuova generazione, “e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò
colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”. Modi di dire per far comprendere che colui
che nascerà sarà il messia, l’inviato da Dio, il liberatore del popolo.
Quindi su Maria scende lo Spirito Santo come al momento della creazione, quello che nasce è qualcosa
di completamente nuovo. Perché l’angelo esclude in tutto questo Giuseppe? Perché il padre
trasmetteva al figlio non soltanto la vita biologica, ma anche la tradizione religiosa, morale. Ebbene Gesù
non seguirà i padri d’Israele, ma Gesù seguirà il padre, che è Dio.
E l’angelo conferma: “Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un
figlio e questo è il sesto mese per lei che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Le parole che Dio
aveva detto a Sara, anche lei anziana, con Abramo che non credeva nella possibilità di poter mettere al
mondo un bambino, l’angelo le conferma a Maria, nulla è impossibile a Dio.
L’azione di Dio con la sua forza creatrice non ha limiti, ma, come ricordavamo all’inizio, ha bisogno
dell’ascolto da parte dell’uomo, di fidarsi di questa parola e poi la sua collaborazione. Allora Maria disse:
“Ecco la serva del Signore”, non una serva. “Serva del Signore” era uno dei titoli che aveva il popolo di
Israele, quindi Maria per l’evangelista identifica il popolo. “Avvenga di me secondo la tua parola”. E
l’angelo si allontanò da lei.
Maria si fida, si fida completamente del Dio dei suoi padri, ora l’aspetta il compito più difficile: accogliere
ed accettare il Dio di suo figlio, Gesù.

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