Commento a cura di don Paolo Matarrese"Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe "

 Commento su Luca 2,22-40(Anno B) (28/12/2014)
Qualche giorno fa, facendo la consueta visita per i reparti dell'ospedale, una signora di una certa età che già più volte avevo visitato, mi guarda e mi dice: "Don paolo si ricorda il mio nome?". Io restai imbarazzato perché non lo ricordavo e lei, cogliendo il mio imbarazzo, mi disse con rammarico ma senza severità "Allora tu fino adesso sei venuto solo a vedermi ma non mi hai mai incontrato"... Loreta, questo il suo nome, aveva
profondamente ragione! Io non incontro nessuno se non parto dal suo nome che gli permette di esistere per me e io esistere per lui.
La domenica successiva al Natale, della sacra famiglia di Nazareth, ha proprio come centro l'incontro. Nel vangelo ascoltato c'è Simeone che aspetta l'incontro con il consolatore, abbiamo Anna che attende un senso di fecondità e di redenzione nella sua vita da vedova. Uomini e donne che certo credevano all'Alleanza tra Dio e il suo popolo, ma che per dare compimento alla loro vita hanno bisogno di incontrare il Signore, farne un'esperienza personale e profonda! Ed ecco allora Maria e Giuseppe che portano al tempio il bambino GESU' per presentarlo al Signore non sapendo che in questo gesto rituale lo presentano e offrono a tutta l'umanità.
"Il bambino GESU'" nome proprio di persona che definisce un'identità e permette di entrarci in relazione. Natale è questo: la gioia di Dio di poter essere chiamato da ogni uomo e donna con un nome proprio di persona: Gesù! Non solo il bambino avvolto in fasce come segno per i pastori, non solo il re dei Giudei annunciato da una stella ai Magi ma GESU', un Dio a cui possiamo dare del "tu" ed entrarci in una relazione, fare esperienza della vita nuova che vuole donarci! Oggi la famiglia dell'umanità diventa sacra perché abitata ed incontrata da un Dio-uomo di nome Gesù che svelando il suo nome, ci aiuta a svelare anche il nostro nome più profondo di ciò che siamo e che siamo chiamati ad essere, che aiuta a svelare il nome più profondo delle nostre famiglie e magari accorgersi che tutti gli uomini portano il nome di Dio! E' proprio quello che accade a Simeone ed Anna che, incontrando personalmente Gesù, portano a compimento la loro vita, dando un nome alle loro attese e alle loro speranze!
Senza cadere in sentimentalismi ma questo vangelo ci invita a lasciarci andare con Dio, chiamarlo per nome e prendere più confidenza con Lui, lasciare che Lui prenda più confidenza con noi, prenda più confidenza con la vita frenetica e faticosa della nostra famiglia!
Questa domenica più che meditare questo vangelo, dovremmo provare a contemplarlo immaginando la scena di Simeone che, mosso dallo Spirito Santo vede Gesù nelle braccia di sua madre e, con un desiderio inarrestabile, "anch'egli lo accolse tra le braccia". Come Simeone, anche noi siamo chiamati a prendere in braccio Dio, prendere in braccio Gesù e lasciare che lui ci comunichi, ci coinvolga e ci rigeneri nella sua stessa Vita.
La festa della Sacra famiglia di Nazareth porta con se un invito ad un incontro personale con Gesù. Un invito a prenderlo in braccio per portarlo dentro la nostra famiglia, renderlo presente con la sua Parola, per lasciare che compia quello che ha compiuto con Simeone: donargli pace e consolazione, quello che ha compiuto con Anna: riscattarla dalla sua condizione rendendo la sua vita feconda e redenta, quello che compiuto con Maria:
saper vivere la spada della contraddizione dell'amore crocifisso e risorto!
Ma in fondo tutto questo, senza neanche troppa immaginazione, non è quello che viviamo ogni domenica nell'eucarestia dove Gesù si consegna nelle nostre mani?
Auguri di un Santo Natale!

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