D. Gianni Mazzali SDB"Maria Immacolata "

  08 dicembre 2014 | Maria Immacolata - Anno B | Omelia
Il nuovo anno liturgico appena sbocciato ci stupisce per la bellezza, la forza e il dinamismo di Maria: la Madre di Gesù, l'Immacolata. Noi, come popolo di Dio, ne godiamo in modo tutto particolare perché da
sempre, lungo l'arco di tanti secoli, abbiamo guardato alla Madre di Gesù come a colei in cui la forza malsana del peccato non ha avuto, neanche per un solo attimo, alcuno spazio. La convinzione che Maria abbia ricevuto da Dio questo dono singolare viene, per così dire, dal basso, dalla fede semplice, essenziale del popolo di Dio. I dubbi, le contrarietà, gli ostacoli hanno occupato e preoccupato i saggi, i sapienti, i dotti. La verità sull'Immacolata ha albergato nel cuore del popolo fin dai primordi prima di diventare retaggio della riflessione teologica e verità della fede.

1. La triste esperienza del peccato delle origini

La pagina del Genesi ci presenta l'esperienza del peccato delle origini. Nel giardino interagiscono i protagonisti: Adamo ed Eva, Dio, il serpente. Dio è alla ricerca dell'uomo e della donna che vergognosamente si nascondono. La bella nudità di due corpi meravigliosi che ha caratterizzato la loro prima stagione nel Paradiso Terrestre è divenuta improvvisamente motivo di vergogna. Hanno paura di Dio, vogliono evitare di incontrarlo, ma la sua voce li raggiunge cogliendoli in un meschino tentativo di far ricadere su altri la responsabilità dell'atto che li ha cambiati nel rapporto con se stessi, tra di loro e con Dio: Adamo incolpa Eva, Eva incolpa il serpente.
Il peccato delle origini ha reso l'uomo nudo, falso, distruggendo la meravigliosa armonia del creatore. L'unione perfetta, il riconoscimento di reciprocità diviene stizzoso e vile rifuggire dalla propria responsabilità. L'uomo e la donna nudi si nascondono, temono il dialogo con Dio e il serpente strisciando è consapevole di aver creato la divisione e distrutto l'armonia primigenia. L'atto di ribellione e di superbia direttamente nei confronti di Dio è diventato per i nostri progenitori una vergognosa perdita, una paura colpevole.
Il peccato intristisce, diminuisce l'uomo che si sente dominato e complice di un male che limita la sua libertà e lo rende schiavo. Porta con sé un senso di perdita, di paura, di vergogna, di solitudine. Ma il peccato non è l'ultima parola nel vocabolario di Dio che "ha compiuto meraviglie e si è ricordato del suo amore".

2. Maria figura chiave nel progetto di amore di Dio in Cristo

In un progetto costante di amore creativo Dio ha consegnato all'umanità la Parola vivente, la parola creatrice, il Verbo. Gesù è la definitiva parola del disegno del Padre che "ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati di fronte a lui nella carità, mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà".
L'esperienza del peccato si è inserita trasversalmente sovvertendo il progetto di amore espansivo del Creatore nei confronti di tutto il creato ed in modo particolare nei confronti dell'uomo, l'amico con cui conversava e s'intratteneva sul far della sera.
Maria è una figura chiave di cui Dio ha avuto bisogno per ricuperare in pienezza il suo progetto di amore. La pagina intensa e costantemente suggestiva di Luca descrive la ricerca di collaborazione da parte di Dio che chiede, in Maria, all'umanità (uomo e donna), di collaborare per ricuperare il dialogo di amore delle origini.
Maria accetta di essere una sovversiva, una ribelle all'incontrario e impresta al Creatore il suo grembo perché possa generare Gesù, la definitiva Parola d'amore del Padre, fatta carne. Riviviamo nel vangelo dell'annunciazione la scena del Genesi all'incontrario. Mentre Adamo ed Eva vergognosi e paurosi si nascondono, Maria si espone, accetta il dialogo, indaga sulle parole misteriose dell'angelo e si rende totalmente disponibile.
In Maria la nostra umanità nuda, vergognosa e paurosa viene rivestita di grazia, di benevolenza, di disponibilità al dono. In Maria Dio ricrea l'uomo nel suo Figlio, il Verbo Incarnato, l'uomo Gesù Cristo. Gesù e Maria sono gli epigoni di una nuova umanità, restaurano il disegno di Dio concepito ancor prima della creazione e compromesso dalla ribellione dei progenitori.

3. Guardiamo a Maria, la prima redenta

In questa solennità dell'Immacolata Concezione guardiamo a Maria, la prima redenta, il primo frutto, la primizia dell'uomo e della donna rinnovati in Cristo. Davvero Maria è una di noi, ma in modo sublime, in modo unico; prima ancora di generarlo, è stata mirabilmente redenta da Cristo Gesù.
Immaginiamo un dialogo tra Satana e Maria, di fronte al Figlio inchiodato alla croce:
Satana : "Donna, guarda tuo figlio! Donna, puoi ancora mangiare del frutto dell'albero. Donna, tuo figlio è in balia del male. Liberati da questo figlio incomprensibile, dimenticalo. Ha tradito il tuo affetto di madre. Fa' cessare la tua schiavitù e vieni a regnare con me".
Maria: "Simeone, ora capisco! La spada mi ha trafitto ed è giunta fino al cuore. Satana, sappilo, la donna, la madre è forte, perché Dio abbatte coloro che si ritengono potenti. Il tuo arco maledetto si è spezzato. Mio figlio l'ha spezzato sul legno. Gli umili, gli schiavi, sono rivestiti di potenza…".
Maria, il tuo peregrinare volge al termine. Contempla il frutto del tuo grembo, preparato per l'estremo dono. Vogliamo entrare nel tuo dolore, per essere sopraffatti dalla tua gioia. La gioia di una donna che ha regalato a Dio, il volto di un uomo. Maria, egli è l'uomo. Ecco il figlio, ecco l'uomo dei dolori. Ecco la croce dove nella sua carne è inchiodato il peccato. Satana, sei sconfitto. Maria è la donna nuova, la donna senza macchia. Maria è la madre universale. Nel suo grembo ci sentiamo abbracciati come suoi figli.

D. Gianni Mazzali SD

Commenti

Post più popolari