D. Mario MORRA SDB NATALE : " Oggi è nato per noi il Salvatore!"

25 dicembre 2014 | Natale di Gesù - B | Omelia
La nota della gioia e dell'esultanza pervade oggi tutta la Liturgia della Solennità del S. Natale:
"Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete, come si esulta quando si divide la preda" scrive il profeta Isaia.
"Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo" dice l'Angelo ai pastori.
"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli
uomini che Egli ama" cantano gli Angeli sulla capanna, ad esprimere la lode gioiosa non solo della terra, ma anche del cielo.
E ci viene spiegata la ragione di tanta gioia: "Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio", un bimbo ed un figlio eccezionale perché "sulle sue spalle è il segno della sovranità" è Re. "È chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace".
Il Vangelo di Luca ci rivela che questo Bambino e questo Figlio straordinario è Gesù che nasce a Betlemme. È lui che realizza la profezia di Isaia, è lui l'Emmanuele, il Dio con noi; è lui il Salvatore, il Principe della pace.

L'annuncio, da parte degli Angeli, della nascita del Salvatore, è diretto, per primi ai pastori, una categoria di persone poco considerata, anzi disprezzata dai Rabbini, perché, a motivo del loro lavoro svolto in mezzo alle greggi, non erano certo assidui alle riunioni della sinagoga, né erano tanto scrupolosi nell'osservare le prescrizioni della legge, specialmente quelle riguardanti la pulizia e l'igiene.
Proprio a questa categoria di persone viene recato il lieto annuncio, prima che a tutte le altre: "Vi annuncio una grande gioia … oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore".
I pastori simboleggiano i "poveri", gli umili, i "piccoli": a loro, dirà Gesù, il Padre ama rivelare i suoi misteri, perché essi non sono chiusi nel loro orgoglio e non sono prigionieri dei loro pregiudizi.
Ai pastori l'angelo dà un segno per riconoscere il neonato salvatore; nulla di straordinario, anzi un fatto molto comune: "Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia".
I pastori ritengono sufficiente questo segno, lo accolgono senza riserve, perché il loro cuore è semplice, senza pretese, sgombro da qualsiasi preconcetto. "Andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia".
Gesù si lascia sempre trovare da chi lo cerca, ma ogni ricerca esige di "mettersi in cammino", richiede la volontà di andare incontro a colui che si cerca.
Nella fragilità e nella piccolezza di un bimbo si rivela la presenza di Dio, e i pastori non si meravigliano, non si scandalizzano, ma hanno, nella loro semplicità, gli occhi per riconoscerlo. Noi ci aspetteremmo da Dio manifestazioni di gloria e di potenza, ma Dio, per realizzare la salvezza dell'umanità, ha scelto la via della più sconcertante e sconvolgente povertà ed umiltà.

"Dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro": i pastori sono coscienti di aver visto qualcosa di immensamente grande e sentono il bisogno prepotente di comunicarlo a tutti; suscitano stupore e meraviglia in tutti coloro che li ascoltano. "Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano", ma non seguirono l'esempio dei pastori, non andarono ad onorare il Bambino.
Anche per noi esiste il rischio che il Natale si riduca al solo stupore ed alla semplice emozione di un momento che passa, senza lasciare traccia nel profondo della nostra anima.
Molto diverso è l'atteggiamento di Maria: "Serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore".
Maria collega e mette in relazione le cose udite dai pastori con quanto già le era stato rivelato del bambino, e con quello che le Scritture ed i profeti avevano preannunciato di lui. Il racconto dei pastori fa comprendere meglio anche a Lei il piano di Dio intorno a quel suo bambino, ed Ella lo approfondisce nella fede.
"I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto".
Nel comportamento dei pastori e di Maria abbiamo indicate le grandi linee per la nostra vita cristiana: ascolto e riflessione del messaggio di Dio; annuncio della salvezza a tutti gli uomini; lode e ringraziamento a Dio per tutti i benefici che ci ha concesso donandoci il Figlio suo Gesù.

Da questa nostra gioiosa celebrazione natalizia di lode e di ringraziamento, deriva per ciascuno di noi l'impegno ad annunciare al mondo d'oggi con le parole e le opere, che in Cristo Gesù veramente "si sono manifestati la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini", che Dio ci ha realmente salvati "per sua misericordia, mediante un lavacro di rigenerazione" (battesimo) e che ci vuole tutti "eredi della vita eterna". (S. Paolo a Tito)
Maria, la Vergine Madre, che ci ha dato Gesù, ci aiuti a conservare a lungo il frutto di questo Santo Natale!

D. Mario MORRA SDB

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