D. Mario MORRA SDB"Giovanni Battista il Testimone di Gesù"

14 dicembre 2014| 3a Domenica di Avvento B | Omelia
3a Domenica di Avvento - Anno B 2014
Il personaggio che domina la Liturgia della Parola di questa 3a Domenica di Avvento è Giovanni Battista, il Testimone della "luce vera, quella che illumina ogni uomo che viene in questo mondo", cioè testimone di Gesù.
Di lui il Vangelo dice: "Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui".

Giovanni rende testimonianza a Gesù con l'austerità della sua vita (veste peli di cammello, mangia locuste e miele selvatico), con la sua predicazione infuocata che attira le folle e l'avversità dei potenti; rende testimonianza con il suo martirio, ma soprattutto con la sua lealtà ed onestà.
La gente lo ritiene il Cristo, il Messia, o il profeta Elia, il profeta che deve venire alla fine dei tempi, ma egli dice apertamente di non esserlo.
La sua testimonianza è fatta di umiltà profonda: non si lascia montare la testa dal favore popolare, ma dichiara apertamente di essere solo una voce che grida nel deserto "preparate la via del Signore".
Non gli interessa la propria persona, guarda unicamente a Colui del quale deve preparare la venuta; è cosciente della propria missione di precursore, di colui cioè che "corre avanti", viene prima e prepara l'arrivo di un altro; non si ritiene neppure degno di sciogliere i lacci dei calzari al Messia.

La figura di Giovanni Battista ci è presentata come modello nostro, per insegnarci quali disposizioni d'animo dobbiamo avere noi per prepararci degnamente alla venuta del Signore.
Dobbiamo prima di tutto riconoscerci quello che realmente siamo: da soli siamo nulla. Se siamo qualcosa lo siamo non per merito nostro, ma per dono di Dio e per i meriti di Gesù Cristo. La nostra vita ha senso solo in rapporto a Dio, che ci è Padre; il nostro operare ha valore se orientato verso Dio, sull'esempio di Gesù, Via Verità e Vita.
Di conseguenza dobbiamo abbandonare il nostro io orgoglioso per far posto a Dio; dobbiamo spogliarci delle nostre false sicurezze, della nostra presunzione, della nostra vanagloria, e porre ogni nostra certezza e fiducia solo in Dio.
Per questo sarà necessario imitare Giovanni Battista anche nella sua austerità ascetica, praticando un tenore di vita sobrio, distaccando il cuore dalle cose terrene, limitandoci al necessario e lasciando il superfluo per chi ha meno di noi.
Riusciremo così ad essere anche noi "testimoni di Gesù luce, perché tutti credano in Lui"; saremo credibili come cristiani, nei fatti e non solo a parole.
S. Paolo, scrivendo ai cristiani di Tessalonica, indica il modo in cui possiamo essere testimoni di Gesù: "siate sempre lieti" siate cioè testimoni della gioia cristiana, che non è gioia fatua e superficiale, di facciata, ma gioia profonda dell'anima; gioia che non proviene dalla abbondanza dei beni terreni, ma dalla consapevolezza di essere amati da Dio, di essere liberati da Gesù dalla schiavitù del peccato e dall'angoscia della morte; gioia che ci rende capaci di rapporti di amicizia vera e di fratellanza con tutti gli uomini, nostri fratelli.
I nostri Santi e le nostre Sante di Torino (Don Bosco, il Cottolengo, il Cafasso e i tanti altri) ci hanno trasmesso la testimonianza della loro serenità, fondata proprio sulla fiducia in Dio, sulla certezza che Dio cammina con noi e dirige la nostra storia. Quanto più erano gravati da preoccupazioni e difficoltà, tanto più erano lieti.
A conclusione della sua lettera, S. Paolo ci esorta ancora: "Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. State lontani da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo."
Siano questi sentimenti ad accompagnarci nella nostra preparazione al Natale che si avvicina.
Ci sostengano nel nostro cammino la Madonna ed i nostri Santi.


D. Mario MORRA SDB

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