Don Paolo Zamengo"Fiorisce il deserto "

  Mc 1, 1-8
Il deserto, caro a Dio, dove ha custodito e formato Israele sottoscrivendo con lui un’alleanza, diventa lo stadio del Battista. Nel deserto Dio riapre il dialogo con l’umanità. Il deserto non la città diventa il campo di gioco di Dio. E Giovanni si allontana da Gerusalemme perché non cerca curiosi ma interlocutori seri,
disposti a uscire dai propri stretti perimetri. Si allontana dal banale quotidiano e si fa raggiungere dalla gente che non ha paura di cercare, che preferisce la provvisorietà del deserto alla sonnolenta sazietà delle umane sicurezze.
L’Avvento ci pone davanti al tempo con uno sguardo diverso. Il tempo agli occhi di Dio cambia volto. La fretta e il rifiuto dei ritmi della vita che spesso ci travolgono con formidabili accelerazioni e altre con perduranti lentezze ci portano a pensare che a volte  il tempo sia un tempo perso del quale bisogna andare alla ricerca.
L’attesa del Signore ci pone di fronte alla verità del tempo che è l’esperienza della libertà. Quando il tempo è di Dio, non è mai perduto, ma sempre salvato e salvaguardato per essere per noi strada di passione, di pazienza, di preghiera e santità.
Nel deserto le parole vengono lavate dalla monotonia e dall’abuso e ritrovano la loro forza originaria.  Qui nel deserto è più facile incontrare Dio e lo spazio si dilata fino all’incontro con il prossimo.

Giovanni predica un battesimo di conversione, non chiede pulizie approssimative e frettolose ma sollecita una vera inversione di rotta, un cambio di mentalità, un nuovo progetto di vita.

Invita a convertire i pensieri, a liberarli dalla dispersione orientandoli verso colui che, solo, è in grado di dare dignità e pienezza alla propria vicenda personale. Solo a queste condizioni è possibile entrare nell’orbita di Dio.

La conversione è il primo e fondamentale contenuto della sua predicazione. È forte la sua richiesta mediante quel battesimo di acqua che esprime la disponibilità dell’uomo a lasciarsi inondare e purificare dalla misericordia del Signore.

Anche oggi, a ognuno di noi, è offerto un tempo adeguato di guarigione a condizione di lascarsi raggiungere e medicare. “Preparate la strada del Signore e raddrizzate i suoi sentieri”. Ci sono sempre monti da abbassare e voragini da colmare e i mutamenti da operare riguardano la vita privata e quella pubblica, la durezza del cuore e il divario sociale che continua a far arrossire di vergogna il mondo.

Fino a quando le distanze e i percorsi tortuosi dell’ingiustizia non verranno raddrizzati, Dio resterà a debita distanza dalle piazze della politica e dai centri di potere e continuerà ad abitare nel deserto o dentro i cuori dei poveri e dei miti.

La parola ‘conversione’ è la chiave. È la prima parola usata da Giovanni e la prima parola adoperata anche da Gesù.

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