Enzo Bianco, sdb"ANCHE NOI PRECURSORI DEL SIGNORE?"

07 dicembre 2014 | 2a Domenica di Avvento - Anno B | Omelia
Avvento tempo d'attesa, per festeggiare un compleanno. A Natale faremo gli auguri a Gesù, nato per noi. Nei compleanni in famiglia di solito portiamo in tavola la torta con le candeline e diciamo al festeggiato: "Ti vogliamo bene, tu sei importante per noi!". Ancor più lo dovremmo dire nel Natale, e ci occorrerebbe - per il Signore Gesù - una torta con duemila candeline.
Dunque, attesa. Di che cosa?

Scimmiottando un vecchio proverbio si può dire: dimmi cosa aspetti e ti dirò chi sei.
- C'è chi non si aspetta nulla. Deluso dalla vita, sconfortato, amareggiato. Si sente ridotto a uno straccio. La vita per lui è una pena.
- C'è gente immersa in un'affannosa ricerca che si svolge terra terra, di cose che sembre-rebbero dare senso all'esistenza: i soldi, la casa, l'auto, il bancomat, le ferie, la pensione. Ma non bastano per i desideri del cuore. E intanto s'invecchia, e infine si muore.
- Ma c'è chi orienta le proprie aspirazioni verso Dio, e cerca il Signore. È il vero cristiano. Per il cristiano è sempre Avvento, è sempre tempo di attesa, il tempo di andare incontro al Signore Gesù.

La testimonianza del Battista

Concretamente, come colmare la nostra attesa del Signore? Come andare verso di lui? E testimoniarlo nella vita? Il Vangelo ci propone oggi un modello, che è risultato valido lungo i secoli: Giovanni il battezzatore, il precursore di Gesù.

- Per prima cosa il Vangelo offre di questo singolare personaggio un ritratto a tutto tondo. Risultava vestito con un ruvido tessuto di peli di cammello, con cintura di pelle. Il suo menù è fatto di locuste e miele selvatico, leccornie che raccoglie solitario nel deserto, perché non riceve e non accetta nulla da nessuno. Sua residenza è il deserto, nei paraggi del fiume Giordano.
E noi, lo dovremmo imitare in questo suo bizzarro stile di vita? No, ma imitarlo nel suo modo di rendere testimonianza appassionata ed eloquente al Signore.

- Sulla riva del Giordano lui predica un battesimo di penitenza per il perdono dei pec-cati, e quando vede nella gente qualche segno di conversione, battezza. Con quel gesto simbolico del lavare - "operazione mani pulite" per le coscienze sporche dei suoi contem-poranei - riconosce la conversione interiore, cioè la morte a sé e ai propri vizi, e il deside-rio di una vita nuova.

Corre innanzi, e annuncia

Il Battista si è fatto precursore del Messia. Corre innanzi, e annuncia: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!". Il Messia risultava da qualche tempo in circolazione per le strade della Palestina, e lui lo segnala alla gente.
- Per Giovanni Battista il Messia è così importante, che dice: "Io non sono degno di chi-narmi per slegare i lacci dei suoi sandali". Era il gesto pieno di deferenza che i servi com-pivano verso il loro padrone.
- Il Messia è così importante, che non battezzerà come fa Battista con un po' di semplice acqua, ma per immersione dell'uomo nello Spirito di Dio, che è Spirito di santità e di vita.
- Il Messia è così importante che il Battista un giorno dirotterà verso di lui i suoi discepoli perché passino alla sua scuola. E tra i primi, ci saranno i fratelli Pietro e Andrea apostoli.

- Intanto la gente che fa? Corre a frotte, ascolta, si fa battezzare. A poco a poco si sta formando attorno a lui una scuola di spiritualità e ascesi, detta dei scuola dei discepoli del Battista. Questo movimento spirituale sopravvivrà a lungo, anche dopo la morte del maestro, con centri disseminati qua e là nel medio oriente. E gli storici continuano a tro-varne le tracce.

Il Battista, un modello

Giovanni Battista che cos'ha d dire agli uomini d'oggi? È modello per ogni cristiano che vive tra le due venute di Cristo. Ha saputo testimoniare fino alla morte cruenta, la decapitazione. Faceva notare Primo Mazzolari: "La testa di Giovanni Battista ha più ragione sul piatto che sul collo".

* Il vero cristiano sarà come lui - anche senza locuste e miele selvatico - precursore e testimone tra la gente. La società sta smarrendo tanti valori. Tra mafie e tangentopoli e corsa al consumismo, sono molte le cose che vanno storte. Per non parlare delle guerre, dei civili sterminati dalle bombe dei militari. O degli emigrati che muoiono di stenti.
I cristiani saranno testimoni con la vita. "Non basta essere credenti, bisogna anche es-sere credibili" (Gilbert Cesbron). Occorre che per il cristiano parli la sua vita, piuttosto che il bla-bla-blà, le sole sue parole.
Così, sull'esempio di colui che gridava nel deserto, a ciascuno è dato di preparare, nel suo ambiente, nel suo piccolo, la strada al Signore che viene anche nell'anno 2014.

                                                                                   Enzo Bianco, sdb

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