Ermete TESSORE sdb Giovanni Battista: un modello in preparazione al Natale"

14 dicembre 2014|3a Domenica di Avvento B | Omelia
L'odierna liturgia traccia una specie di identikit del vero cristiano che si prepara seriamente al prossimo Natale. La condizione essenziale è quella di sintonizzarsi sulla lunghezza dello Spirito. E' un prerequisito che obbliga a scelte controcorrente. Le prossime festività non possono essere vissute solo nella confusione del dilagante materialismo consumistico. La caciara mediatica della sovraesposizione
pubblicitaria deve essere tacitata. Non è la montagna di regali, da dare e ricevere, che qualifica il periodo natalizio. I doni hanno senso se si radicano, e veicolano, valori da rivivere e da riscoprire. La liturgia della Parola ce ne offre oggi un lungo elenco. Il profeta Isaia ci rammenta che è lo spirito che dobbiamo attivare. Non si tratta dello spirito inteso nel suo aspetto più spirituale e lontano, ma di quello che si fa storia quotidiana.

Il suo incarnarsi nella realtà comporta cambi di comportamenti radicali da parte nostra. Innanzitutto dobbiamo riscoprire una francescana letizia di vita che è l'indispensabile quadro in cui si deve inserire l'annuncio natalizio del Dio che si fa uomo.

Il semplice sapere che Dio non si è dimenticato di noi rallegra il cuore. Tuttavia questa letizia non può essere confinata in una semplice disposizione d'animo, ma deve concretizzarsi in progetti di vita concreta da realizzare. Essa comporta un deciso impegno a fasciare le ferite dei tanti cuori spezzati dall'egoismo, dalla violenza, dallo sfruttamento e dalla cattiveria.

Deve innestare un grande sforzo di liberazione per tutti i moderni schiavi dell'avidità, dell'avarizia, del denaro, del sesso, della smodata bramosia del potere e del successo, del presenzialismo, dell'apparire a tutti i costi. Deve fare saltare i chiavistelli delle porte blindate che non tranquillizzano affatto davanti alle paure della vita, della solitudine, dell'anzianità opulenta ma disperata degli ospizi di lusso, dell'angoscia del futuro percepito come incubo, della precarietà del lavoro e del vivere.

L'impegno cristiano che ognuno di noi deve ravvivare durante il cammino d'avvento si colora di alcune caratteristiche ben precise: quelle dello sposo e della sposa nel giorno del matrimonio. Il diadema di lui ed i gioielli di lei devono trasformarsi in preghiera assidua e costante; in profondo atteggiamento di intensa gratitudine per tutto quanto gratuitamente ci è stato donato; in serio impegno a non spegnere e soffocare lo spirito in noi; nella realizzazione costante di opere di bene, astenendosi sempre da quelle che portano al male; nella ricerca appassionata e sincera della santità che, sola, ci rende irreprensibili nella vita. Giovanni, nel brano evangelico, ravvisa in Giovanni il Battista, il modello incarnato di ogni seria preparazione al prossimo Natale. Come Lui, è assolutamente necessario avere il coraggio di addentrarsi nel deserto del cuore, per fare opera di pulizia radicale nelle intenzioni e nei comportamenti. Dobbiamo riorientare la bussola che guida e regola il nostro andare nella vita e, se è il caso, raddrizzare i sentieri storti che ci portano verso lo smarrimento e la confusione.

Dobbiamo far risuonare forte la nostra voce, per bucare le dense cortine del vivere banale, dissipando le fitte nebbie dell'omologazione culturale tentando di rialzarci dall'appiattimento del conformismo. Solo spacchettando il Natale da tutti gli orpelli e dai più svariati miasmi dolciastri di un inutile sentimentalismo fatto di niente, riusciremo a ridargli il suo vero significato: quello di essere il momento della sincera riappropriazione della nostra reale identità cristiana che dobbiamo rivitalizzare nella presa di coscienza che il Bambinello non è consegnato ai nostri volatili sentimenti, ma è il Messia portatore di quella salvezza di cui sentiamo un bisogno che le attuali difficoltà del vivere moderno enfatizzano in modo eclatante. Abbiamo tutto, materialmente parlando, ma questo ci ha schiacciato ed ha devitalizzato le nostre potenzialità che ci derivano dalla certezza di essere chiamati ad una vocazione che profuma di cielo, di spiritualità, di giustizia, di sobrietà e di pace.


Ermete TESSORE

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