Ermete TESSORE SDB"LA SANTA FAMIGLIA"

28 dicembre 2014 | 1a Domenica: S. Famiglia - Anno B | Omelia
Tutti concordano che uno, fra i tanti, dei problemi che si nascondono fra le pieghe dell'apparente tranquillità della moderna società è la situazione della famiglia.
Ogni giorno i mass media riversano nelle nostre
case notizie che ci fanno toccare con mano che il modello familiare stile "Mulino Bianco" esiste solo nella fantasia dei pubblicitari.

Nel vissuto sociale reale ognuno può attingere a piene mani il modello di vivere che maggiormente gli piace; famiglia tradizionale a stampo religioso o laico, coppie di fatto, legami stabili o instabili o indifferenti, coppie omosessuali, famiglie allargate o ristrette, poligamie o poliandrie varie ben mascherate…

Il canto angelico della solennità del Natale. "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà" suona così alto e lontano da sfiorare appena l'istituto familiare. La pace, troppe volte, non è la caratteristica delle famiglie e non infrequentemente, quanto succede fra le mura domestiche non è per nulla degno di gloria.

Per questo motivo, in questa domenica, la liturgia ci presenta, come modello, la famiglia di Gesù. E' una famiglia normale, che affronta l'esistenza così come è, senza sconti da parte di Dio.

In essa si riversano tutti i problemi e le difficoltà che caratterizzano le nostre.

Deve affrontare problemi

* sociali (l'esilio in Egitto),
* esistenziali (disagio del parto),
* politici (sfuggire alla follia di Erode),
* religiosi (atti rituali di purificazione post-partum),
* spirituali (concepimento verginale inconcepibile per i più e da accettare nella fede più pura da parte di Giuseppe),
* economici (legati al vivere lontano dal normale luogo di residenza di Nazaret).

La prima lettura, tratta dal libro della Genesi, attraverso la personale esperienza del nostro padre nella fede Abramo, aggiunge a queste difficoltà anche quelle legate all'impossibilità di avere figli con tutte le relative conseguenze legate all'onorabilità della moglie Sara (la sterilità era motivo di vergogna in quell'epoca) e alla successione nel possesso dei beni.

Eppure, nonostante tutti i problemi è nella famiglia che la Parola e le promesse di Dio trovano la loro realizzazione concreta nella storia. Basta avere fede e credere, aldilà delle apparenze ed avversità, che Dio non bara e non si dimentica della sua Alleanza, ci ricorda la seconda lettura tratta dalla lettera agli Ebrei.

Naturalmente questa fede dobbiamo viverla non nel senso magico che Dio intervenga a toglierci le castagne dal fuoco dell'esistenza concreta. Non è questo il significato della Berith (Alleanza). Dio non ci abbandona mai, ma ci accompagna e non ci carica a spalle evitandoci la fatica del camminare. Anzi…

Avere fede in Lui, comporta

* avere fede in noi,
* nelle nostre capacità di resistenza alla fatica del vivere,
* nell'intelligenza di trovare soluzioni,
* nella maturità di provare sentimenti profondi nell'alveo

della correttezza,
della lealtà,
del rispetto,
dell'amore e
del perdono.

Nel tentativo di realizzare famiglie pienamente umane Dio c'è nella misura in cui, attraverso una fede coerente, gli permettiamo di aiutarci nel perdonarci e di sostenerci nella prova


Ermete TESSORE

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