fr. Massimo Rossi Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (28/12/2014)

Commento su Luca 2,22-40 Vangelo: Lc 2,22-40 
Oggi, solennità della Sacra Famiglia, le letture ci insegnano che i figli sono un dono del Cielo e, come tali bisogna accoglierli, amarli, crescerli, e poi lasciarli andare per la loro strada.
Le parole del vecchio Simeone annunciano la sorte del Bambino, ma anche la sorte di coloro che incontreranno Gesù sul loro cammino. Incrociare Gesù, anche sono per pochi istanti, ti cambia la vita, radicalmente: se prima eri convinto di bastare a te stesso, di stare in piedi con le tue
forze, davanti a Gesù, ti trovi improvvisamente prostrato a terra; l'esperienza di Paolo sulla strada di Damasco ci insegna che può succedere davvero. Se invece ti sentivi ko, incontrando il Signore, risorgi a vita nuova. Insomma, il Figlio dell'Uomo non lascia mai indifferenti.
Gesù ha il dono raro, forse unico, di farci cadere in contraddizione, nella misura in cui ciò che pensiamo e diciamo è difforme da come viviamo.
Le prime due persone che il Signore mandò in crisi sono proprio i suoi genitori, Maria e Giuseppe: una crisi che non si poteva quasi sopportare, una spada che trafisse loro l'anima da parte a parte.
"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre e la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me; (...) chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà travato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà" (Mt 10, 34-39). Che Gesù amasse Dio più di suo padre e più di sua madre, ce ne dà prova, quando a soli dodici anni face perdere le sue tracce - abbiamo ancora davanti agli occhi l'ennesima tragedia di un bambino, Loris Stival, otto anni, trovato 20 giorni fa, strangolato e ucciso nelle campagne del Ragusano -. Immaginate lo sgomento di Maria, quando all'apice della gioia, gustata al momento della circoncisione di suo figlio, il vecchio Simeone le predisse il martirio dell'anima; immaginate la disperazione di Maria e Giuseppe, che vagarono per tre giorni, prima tra i parenti e poi per le vie della Città Santa, cercando il loro bambino...
Chi ama suo padre e sua madre più di me non è degno di me...
Il Verbo si è fatto carne, è diventato uno di noi, ma non ha mai perduto di vista il motivo per il quale il Padre celeste lo ha inviato a noi, a costo di disobbedire ai suoi genitori; più tardi avrebbe deluso le attese di Giovanni il precursore, (avrebbe deluso) le convinzioni degli amici, avrebbe deluso coloro che lo volevano a capo di una rivolta armata per rovesciare il governo di Roma... Tutti si aspettavano qualcosa da Lui; anche i due discepoli di Emmaus... speravano che fosse lui a liberare Israele (cfr. Lc 24). Ma Lui no, Lui andava dritto per la sua strada
Il suo regno non è di questo mondo, se fosse stato di questo mondo, i suoi servitori avrebbero combattuto perché non fosse consegnato ai Giudei: Gesù parla così a Pilato. E continua, "Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce" (Gv 18, 36ss).
Curioso, riflettendo sulla sentenza del vecchio Simeone: "Ecco, egli è qui affinché siano svelati i pensieri di molti cuori", mi è tornato in mente il dialogo tra Gesù e Pilato...
C'è un nesso tra la verità e lo svelamento dei pensieri dei cuori. Gesù è la verità e chi non aderisce a Lui con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze, non è dalla parte delle verità, sta mentendo a Dio, sta mentendo al mondo e sta mentendo anche a se stesso. "Io sono la via, io sono la verità, io sono la vita" (Gv 14). Non ci sono mezze misure, con Gesù non si può negoziare... o lo si accetta così com'è e si vive come Lui, oppure lo si toglie di mezzo, si uccide.
Vi confesso che non avevo mai avvertito tutto il peso, tutta la portata di un messaggio del genere: in Dio verità e bontà coincidono e Gesù Cristo ce le ha mostrate nella sua persona.
Questo è il grande messaggio! pensate: se le parole del Signore fossero state dette da uno dei dominatori di questo mondo, l'esito sarebbe stato a dir poco catastrofico...altro che conflitto mondiale: "Se tu stai dalla mia parte, OK! se non stai dalla mia parte, ti elimino"; i fondamentalisti la pensano così.
Ma Gesù è anche bontà infinita! Dice: "Se tu stai dalla mia parte, dalla parte della verità, OK! se non stai dalla mia parte muoio io per te!": in questo sta il segreto della verità, e Gesù non lo dice soltanto, Gesù lo fa per davvero! Gesù che è la Verità, Gesù muore per la Verità, e morendo la rafforza, la manifesta, la rende oggettiva. In questo modo, Gesù svela i pensieri dei cuori, denuncia tutti gli integralismi che si impongono con la violenza. E così la spada di Cristo si affonda nel cuore di tutte le ideologie che esaltano la forza, lo scontro armato, la guerra santa...
Preghiamo per le famiglie: sacrificare la pace sull'altare dei principi, delle tradizioni, della morale corrente - o forse è solo moralismo -, è una tentazione, anche per le migliori famiglie. Non voglio suscitare facili allarmismi; è un accorato invito alla prudenza. Il bene della pace (familiare) è troppo importante per metterlo in pericolo, imponendo le proprie ragioni, i propri punti di vista. Non sarà superfluo ricordare che la pace non è l'amore del quieto vivere.
È in nome della vera pace che il Signore brandisce la spada della Parola e fa saltare i falsi equilibri, appunto, il quieto vivere che si avvelena di parole taciute, di rancori latenti, di silenzi ipocriti...
È ora di concludere; lasciamo in pace la sacra famiglia; dopo l'exploit nel Tempio, Maria e Giuseppe tornarono con il loro bambino a Nazareth. Gesù cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Dodici anni di vita nascosta, prima che si senta ancora parlare di loro (cfr. Lc 2,41ss); e poi, di nuovo silenzio, in (apparente) totale anonimato.
Trent'anni, circa, ci vollero al Signore per maturare la vocazione di Messia.
Auguro a tutte le famiglie cristiane di fare tesoro della Grazia di Dio che sempre accompagna i doni del Cielo, come sono i figli.

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