GIOVANNINI Attilio sdb "Il tempio vivo"

   21 dicembre 2014 | 4a Domenica di Avento B | Appunti per la Lectio Divina
4a Domenica di Avvento B - 2014
"Il Signore ti annuncia che farà a te una casa"
Ciò che Davide intendeva fare costruendo un tempio, voleva essere un servizio, un atto di devozione al Signore: darli una casa come avevano le grandi divinità. Ma poiché in ebraico la parola casa (palazzo, tempio) è la stessa per dire casato
(famiglia), c'è forse una sottile ironia nella risposta del Signore: chi non è in grado di costruire la propria famiglia (casato) (Davide non può avere un erede dalla moglie Micol), vuole costruire una casa a me? Come se io poi avessi bisogno di una casa!
Ma è chiaro che Davide vuole dedicare un tempio a JHWH per consolidare il suo potere. Ha unificato le tribù, ha costruito una sua capitale, e ora ingraziarsi un Dio che lo assicuri contro ogni evenienza... serve.
Ma Dio ricorda a Davide che tutto quello che ha fatto e che ha è già dono suo. Dio non ha aspettato gli omaggi di Davide per sceglierlo, consacrarlo, assisterlo e aiutarlo a dare consistenza al popolo. Come non ha sentito nessuno per creare, nutrire, difendere, perdonare e riscattare questo popolo. Lo ha fatto, anzi, nonostante le loro ingratitudini e defezioni, perché ha in mente un progetto molto grande. Egli darà stabilità alla dinastia davidica, indipendentemente dallo bontà dei discendenti, perché vuole realizzare la piena e totale salvezza di questo popolo, e non solo di esso. Egli non abbandonerà mai il suo popolo, ma, tempio o no, starà in mezzo a esso per sempre.
Se allora Davide, il suo casato, il popolo tutto, vuole garantirsi il favore del Signore, non deve far altro che aderire alla sua offerta, senza cercare sicurezze al di fuori di lui.
Alla fine Dio si costruirà lui stesso una "casa" in mezzo al suo popolo, una casa quale nessuno avrà immaginato, e abiterà fisicamente in esso. Il Vangelo ci ha raccontato come.

*Lo Spirito scenderà su di te, la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra.

Sono le parole che dichiarano la piccola Maria di Nazareth nuovo tempio.
Su di lei infatti si poserà la nube luminosa, la stessa che un tempo si era posata sulla tenda del convegno là nel deserto, e che poi, quando la tenda fu sostituita dal tempio, riempì il tempio, ad indicare la presenza di Dio in esso. Ora la nube si posa su Maria perché lei è la portatrice del Dio-con-noi. Quel Dio che crea dal nulla ogni cosa, ha creato ora in lei la carne del suo Figlio, la sua immagine perfetta. E noi così non cogliamo più la presenza di Dio per mezzo di un'ombra, ma lo vediamo apertamente in volto.
Davvero Davide non poteva immaginare quale favore Dio un giorno avrebbe assicurato alla sua casa, quale figlio gli avrebbe dato. Né il popolo immaginava quale stretta alleanza, quale vicinanza intima, Dio avrebbe stabilito con lui. E non solo con lui, Israele, ma con tutto l'umanità. Con ciascuno di noi.
Allora non ci resta che dare anche noi, con san Paolo, gloria eterna al sommo sapiente, che in Gesù ci ha rivelato il mistero nascosto per secoli, ma già intravisto dai profeti, cioè il progetto di unire a sé l'umanità, di farci suo tempio, di parteciparci la sua santità, di farci riflette l'immagine del suo volto. Cosa di più poteva fare per noi?
Non ci resta che proclamare anche noi, con Maria:

*L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore!

GIOVANNINI Attilio sdb

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