GIOVANNINI Attilio sdb"Mandati"

   14 dicembre 2014 | 3a Domenica di Avento B | Appunti per la Lectio Divina
3a Domenica di Avvento B - 2014
*Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha mandato
Essere mandato: ecco il punto. Inviato a consolare, annunciando la libertà e la giustizia a coloro che non credono più nella giustizia. Essere portatore di liete notizie, assolutamente certe sulla base della testarda volontà di salvezza di Dio, a coloro che non vedono più una luce in
fondo al tunnel. Essere chiamato a lanciare un messaggio che non è una tua idea, una tua verità da affermare, un tuo piano da portare avanti. È qualcosa di più grande di te, che ti viene affidato e a cui è essenziale che ti attenga con esattezza e integrità.
È qualcosa che ti prende tutto e non ti consente pause o distrazioni. Ma è anche qualcosa che ti dà una gioia profonda, perché sono liete notizie, annunci di vita. Sono presagi di una festa di nozze, che coronano una lunga aspettativa. Sì, una festa di amore, perché proprio d'amore si tratta: quell'amore che parte dall'alto, dall'Altissimo. È l'Amore (Dio) che invia se stesso, alienandosi nel mondo come Verbo incarnato. Il primo inviato è il Figlio, come attesta la celebre parola di Gesù:

*Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio nel mondo...

L'amore del Figlio poi invia se stesso nello Spirito Santo, da cui è reso presente al di là della sua dipartita per la gloria. A sua volta lo Spirito crea gli inviati, gli apostoli (apo-stello = invio), come conduttori della corrente d'amore partita dal Padre, che deve arrivare a noi.
Gli apostoli dunque non sono degli impiegati, dei burocrati, degli esecutori in subappalto di un programma assegnato. Sono testimoni. Ecco l'altra grande parola del Vangelo, che si coniuga con inviato.
Essere testimoni significa che tutto quanto dici è di qualcun altro; che tutta la tua vita riferisce di un altro, il quale è più grande di te; e che mentre lo fai crescere, tu diminuisci. Gli lasci tutto il campo. Ma proprio questo ti fa grande: tu porti in te la missione, il potere, lo spirito dell'Inviato. Partecipi della sua vita, che viene dall'Altissimo. Dunque è l'Altissimo che parla in te. Quale dignità!
Questo è in particolare l'alto onore di Giovanni, la Voce, che per primo annuncia il Figlio di Dio veniente. Egli è proprio il testimone che non si sovrappone mai all'inviante, ma gli fa largo attirando la nostra attenzione non su di sé, ma sulla sua presenza in mezzo a noi.
Egli è il più grande, non per la sua straordinaria ascesi o per le sue opere, ma per la sua veridicità di testimone. A chi lo interroga egli chiarisce subito i confini della sua identità, mentre rivela la novità dell'intervento divino davanti a loro. Non è lui il messia, ma ecco, viene davvero colui che compie le promesse, colui che toglie il peccato dal mondo e dona lo Spirito senza misura. Il mondo cambierà!
La gioia, quel "siate sempre lieti" raccomandato da san Paolo, ha dunque un solido fondamento. E la gioia ci fa partecipare a nostra volta alla testimonianza dei profeti, di Giovanni la voce, degli apostoli e degli evangelisti. Con la nostra gioia infatti testimoniamo di credere nella venuta di Gesù. Con la gioia siamo portatori del messaggio d'amore destinato a quanti ancora il Messia non lo hanno incontrato. Per molti egli è ancora nascosto. E molti non sono ancora pronti a incontrarlo. Sta a noi avvicinarli a lui. Per tutto questo Dio conta su di noi.
Facciamoci voce di Dio. Diciamo al mondo che c'è speranza, se ci apriamo alla presenza dell'Altissimo e cerchiamo un mondo ispirato dall'amore. Allora Dio verrà.

GIOVANNINI Attilio sdb

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